Perché Fischer ha vinto di Adolivio Capece

Perché Fischer ha vinto Il torneo che ha reso popolari gli scacchi Perché Fischer ha vinto Il campione americano era venuto a Reykjavik col proposito di "schiacciare" il rivale - Ha trovato in Spassky un avversario più forte del previsto, ma s'è saputo riprendere bene, dopo gli insuccessi dei primi incontri Il maestro Adolivio Capece, che ha commentato per 1 lettori de' La Stampa le partite fra Spassky e Fischer, fa il punto sul lungo torneo di Reykjavik esaminando i momenti più interessanti dell'avvincente sfida. Pubblichiamo oggi la prima parte, dal primo all'undicesimo incontro. All'inizio del match, soprattutto per il modo brillante con cui l'americano si era qualificato, Fischer veniva dato favorito dagli scommettitori; eppure, dei cinque incontri che Spassky e Fischer avevano disputato prima del «mondiale», tre erano terminati con la vittoria del russo (Mar del Piata, 1960; Santa Monica, 1966; Olimpiadi, 1960) e due in parità (Santa Monica e Olimpiadi 1966). Ma molti erano convinti della vittoria di Fischer o, forse, semplicemente la desideravano. Il più. -sicuro, comunque, era Bobby stesso, che aveva dichiarato: « Giocherò sempre per vincere; batterò Spassky per 130 ». Così la prima partita, una Indiana NImzowitch, vede Spassky giocare una variante di apertura molto tranquilla (9. Ce2), da lui già usata altra volta e considerata di patta, lasciando a Fischer, dopo le sue violente dichiarazioni, il compito' di forzare. La partita si trascina tranquilla fino alla 28' mossa, sembra ormai pari, quando Fischer, seguendo evidentemente non un calcolo precfso, bensì una geniale intuizione, sacrifica un pezzo per due pedoni; il finale doveva terminare, comunque, patto, se Fischer non avesse perseguito, fino all'errore finale (40. .., f4), una impossibile vittoria. Più per smaltire i postumi di una sconfitta che avrebbe potuto facilmente evitare, che per il reale problema delle telecamere, Fischer non si presentò alla seconda partita. Spassky ci restò male e dichiarò che non era bello vincere in quel modo. Ormai tutti pensavano che Bobby non avrebbe continuato il match. Ma egli aveva solo bisogno di ricaricarsi e il giorno seguente si presentò quasi puntuale, per il terzo incontro. Dietro richiesta di Fischer, la partita si svolge in una saletta attigua al palco e vede la prima vittoria dell'americano. Fischer dà subito battaglia, giocando una «Benonb, tratta l'apertura in modo del tutto personale (11. ... Ch5) e Spassky non si orienta più, commette numerose imprecisioni, fino all'errore decisivo (18. g3). Un errore di concetto, grave per un campione del mondo, sintomo di una certa rilassatezza psicologica, cui si contrappongono la rabbia e l'agonismo di Fischer. Il sovietico, comunque, non si arrende e alla quarta partita, che lo vede giocare con il Nero, nuovamente alla presenza del pubblico, sorprende tutti giocando una variante molto aggressiva della «Siciliana», che non era però una novità in assoluto poiché già giocata nel 1968 al campionato romeno. Alla 13* mossa, Spassky sacrifica un pedone, in cambio del quale ottiene un attacco violento. Conduce la partita molto bene, mantenendo costantemente l'iniziativa, ma Fischer si difende con attenzione e basta una piccola imprecisione di Spassky (31. ... Ad6) perché riesca ad assicurarsi la patta. L'americano compie il tniracolo di riportare le sorti del match in parità nell'incontro successivo, il quinto. Molti pensavano che Fischer avrebbe potuto recuperare i due punti dello svantaggio iniziale, ma ben pochi ritenevano che ci sarebbe riuscito così rapidamente. Fischer gioca ancora l'Indiana Nimzowitch, ma questa volta sceglie la variante più classica. Spassky forza troppo presto (11. 14), Fischer lo contra con freddezza e, dimostrando una tecnica eccezionale, vince brillantemente combinando l'azione sulle case bianche della Donna, dell'Alfiere e del Cavallo con quella dei pedoni sulle case nere. Sulla cresta dell'onda, Bobby, nel sesto incontro, sorprende tutti giocando l'Inglese (1. c4); è, questa, una delle pochissime volte in cui Fischer rinuncia all'apertura di Re. La partita rientra rapidamente nella variante Tartakover della difesa ortodossa. Spassky, forse preso alla sprovvista, commette un errore teorico in apertura (.14. ... a6), poi sbaglia ancora alla diciottesima e alla ventesima mossa. Fischer accumula piccoli vantaggi, costringe pian piano l'avversario alle corde e, con una graziosa combinazione finale (31. ... Txf6), vince per la prima volta con il Bianco, passando a condurre nel match. La cosa ha veramente dell'incredibile: tre vittorie in quattro partite e contro il campione del mondo. Spassky, però, non sembra demoralizzato. Nel settimo incontro il so ptpSecctbtlccrvietico si getta in un violento attacco: apre di Re per la prima volta ed accetta la battaglia in una delle varianti, preferite da Fischer, della Siciliana Najdorf (7. ... Db6), evita la continuazione teorica per un'innovazione che comporta un sacrificio di ben tre pedoni (12. Ah4^ e sembra avere in r partita. Ma, al m-i.k. u cruciale, anziché rischiare ulteriori complicazioni, preferisce una continuazione di patta (18. Cd6) ed entra in un finale con un pedone in meno. Fischer, allora, cerca di forzare, ma alla fine, dopo un ulteriore sacrificio di pedone del russo, è costretto a rifugiarsi nello scacco perpetuo. Fischer è ormai scatenato: l'ottava partita, un'Inglese Simmetrica, ovvero una Est Indiana Moderna, lo vede giocare una brillante novità in apertura, che gli assicura una notevole iniziativa (10. Ag5, e poi 11. Dj4). Spassky, cerca di complicare, sacrificando una qualità per l'attacco (11. ... Da5), ma Fischer ha visto più lontano e il russo si ritrova praticamente in « Zugzwang » alla diciannovesima mossa. La vittoria di Fischer è solo questione di tempo. Sul punteggio di 5-3 per l'americano, il match ha come una pausa e si assiste finalmente ad una partita tranquilla. Il nono incontro, ancora un'Ortodossa, variante Semi-Tarrasch, è comunque importante per un'altra novità teorica di Fischer in apertura (9. ... b5), che migliora una linea di gioco proposta dagli stessi sovietici. Di nuovo grande battaglia nel decimo incontro. Raggiunta una posizione ritenuta pari dalla teoria dopo la quindicesima mossa, Spassky cerca di forzare (17. ... c5), permettendo così all'avversario una brillante combinazione che culmina in un deciso attacco sul pedone f7. Ma finalmente Spassky si sveglia e vince molto bene l'undicesima partita, ancora una Siciliana Najdorf. Fischer sceglie una continuazione (11. ... h.5) che gli stessi sovietici, nei loro libri teorici sull'argomento, avevano proposto come « interessante » senza però approfondirla. Ma l'innovazione si rivela deleteria ed è brillantemente confutata da Spassky (14. Cbl). La sfida si riaccende. Adolivio Capece Reykjavik. Fischer dopo la vittoria (Tel. Associated Press)

Luoghi citati: Indiana, Reykjavik