Scoppiano 20 chili di tritolo nelle sedi di msi e Candido di Franco Giliberto

Scoppiano 20 chili di tritolo nelle sedi di msi e Candido Bombe di attentatori a Milano Scoppiano 20 chili di tritolo nelle sedi di msi e Candido Danni per oltre 300 milioni, cinque feriti - Vicino alla federazione missina c'è una clinica: in un reparto la culla d'una neonata è stata sollevata da terra per tre metri - Spostata di un metro e mezzo una macchina da stampa di 50 quintali - Indagini della questura "in tutte le direzioni senza ipotesi preconcette" Un funzionario: "Bombe così grosse dopo l'attentato di piazza Fontana non erano più state messe" 1 (Dal nostro inviato speciale) ! Milano, 2 settembre, 1 i,a se,ie ,|(.'| settimanale di destra « Candido », in via Bellarmino, e sii uffici deila federazione milanese del , msi, sono stati devastati da i due esplosioni. Le bombe ! sono scoppiate a distanza di circa un'ora, di mattina presto. Gli inquirenti presumono che il primo scoppio sia stalo provocato da (i-S kg. di d'itolo-, il secondo da una carica doppia. Nessun ferito nella palazzina ili « Candido », cinque feriti leggeri fra gli abitanti della zona in cui sorgono idi uffici del msi. I danni complessivi sono di Hill) milioni. Una bambina n di 5 giorni, ospite della «mirrile confina con il terrlficanlc fragore dello il tumulto provo- i ! ser.v », 1 cortUe della federazione missina. Iia fallo un volo di tre metri con tutta la culla. Le infermiere l'hanno trovata in mezzo alla stanza, che urtava per la paura dopo il scoppio t calo in un raggio di 500 litetri dallo spostamento d'aria. « Potevano essere due stragi, bombe cosi grosse dopo l'attentato di piazza Fontana, a Milano non ne erano state più messe », dice un funzionario della squadra politica della questura. Gli at- tentati sono avvenuti alle pri- j cme luci dell'alba. Alle 4,101 anella sede di Candido, alle a5,05 nella Federazione missi- j «Direzione, redazione e ti- lon pografia del settimanale era- i vno sistemati in una palazzi- ! ana a due piani, alla periferia della città, nella zona conosciuta dai vecchi milanesi come « baia del re » oltre la Certosa Pavia. I dinamitardi vi sono giunti scavalcando il muro di cinta che divide due cortili. Non direttamente dalla strada, dunque, ma attraverso l'androne di un edificio che sorge accanto a quello preso di mira. Una scaletta di corda fissata a dei paletti di ferro, sulla sommità della recinzione, e slata se- srlcpsctl'vn QUestrata dalla polizia. Scesi nel cortile da questa strada, hanno avuto facile gioco: nessun guardiano all'interno, certezza che fuori sulla via da settimane non c'era più il servizio di sorve Blianza di polizia e carabi men- sospeso nel maggio scorso dopo le elezioni. Uno degli artificieri che sono accorsi sul posto dopo la esplosione racconta: «La carica esplosiva c slata posta sotto il motore della pesante macchina tipografica. Mìccia o congegno a orologeria? Plastico o tritolo? Diffìcile dirlo per ora. Con lo sgombero delle macerie e la raccolta dei frammenti più significati vi, cercheremo di rispondere a queste domande, anche se fin d'ora alcuni clementi fan no pensare al tritolo. Un latto è certo: per spostare di un metro c mezzo le ciucine tonnellate tirila macchina, mandando tutto il resto in frantumi, tu sotto devono aver piazzalo esplosivo a chili, non a etti. Questo anche se si tien conto della rum pressione che ha aumentato In fona 'dirompente: coni oressione dovuta al ferro del- la macchina e (il cementi) del. l'impiantito ». La bomba e le fiamme che sono subito divampale hanno distrutto ogni cosa. In piedi sono rimasti, pur lesionati, soltanto i muri portanti della palazzina e il tetto. Banchi di composizione tipografica, armadi, rio e migliaia di immagini dell'archivio fotografico, tavoli, sedie, macchine per scrivere, documenti, barattoli di inchiostro per stampa, magazzino della carta, finestre, suppellettili degli uffici al primo e al secondo piano sono stati irrimediabilmente danneggiati. Dopo lo scoppio e l'incendio che ne e seguito, in via Bellarmino si sono riversate aborato-1 centinaia di persone. Tutti gli abitanti di un condominio accanto alla palazzina di «Candido», le cui finestre per lo spostamento volate in frantumi e altri vicini svegliati d'aria sono molti dallo spaventoso fragore. I pompieri hanno faticato a domare l'incendio, il timore che altre cariche a scoppio ritardato potessero provocare una trasedia ha impegnato polizia e carabinieri per due ore nel tentativo di tenere lontana la l'olla. Alle 4,;i0, poco dopo i vigili del fuoco, sul posto sono giunti il capo della po¬ litica dottor Allegra e i suoi collaboratori dottor Pagnozzi e dottor Fersini, con il maggiore dei carabinieri Rossi. Olga Lualdi, un'impiegata del settimanale che abita accanto alla sede "aveva dato l'allarme subito dopo lo scoppio, telefonando al direttore di «Candido» e ai suoi collaboratori. Giorgio Pisano è accorso subito, era rientrato a Milano da due giorni dopo Franco Giliberto (Continua a pagina 2 in ottava colonna) i i e Milano. I danni provocati dalle bombe alla sede del msi (Folo Moisio)

Persone citate: Fersini, Giorgio Pisano, Moisio, Olga Lualdi, Pagnozzi

Luoghi citati: Milano, Pavia