Presentati a Roma i danni causati dal sismo ad Ancona di Livio Zanotti

Presentati a Roma i danni causati dal sismo ad Ancona La città ha subito quattromila scosse Presentati a Roma i danni causati dal sismo ad Ancona Le autorità si sono recate a Roma per sollecitare le provvidenze del governo - Hanno timore che le conseguenze vengano sottovalutate (Nostro servizio particolare) Roma, 31 agosto. Il timore di vedere sottovalutati i danni subiti nel provvedimento che sarà deciso dal governo il 6 settembre ha condotto oggi a Roma i rappresentanti delle amministrazioni locali delle Marche, sconvolte dal sismo che attraverso fasi alterne ha colpito duramente il capoluogo, Ancona, e alcune zone della regione dal febbraio al giugno scorsi. « Se l'economia del Paese non gira come dovrebbe, non possono essere i marchigiani da soli a pagarne le conseguenze », ha detto il presidente della Giunta regionale, Serrini. Il sindaco di Ancona, Trifogli, e il presidente della Provincia, Borioni, che lo accompagnavano, hanno presentato i dati della situazione determinata dal terremoto: uno dei più distruttivi che abbiano colpito l'Italia negli ultimi decenni, soprattutto per il suo eccezionale protrarsi (c'è stata una leggera scossa ancor., tre giorni addietro). Il bilancio dei danni provocati dalle oltre 4 mila scosse è pesante. Sono 33 mila gli alloggi rovinati, dei quali circa 8 mila hanno riportato lesioni che li rendono per la maggior parte inabitabili. Per 30 mila persone c'è l'incubo dell'inverno che si avvicina senza che essi sappiano dove andare a ripararsi. Dai giorni in cui il movimento tellurico li ha buttati fuori dalle loro case vivono sotto le tende o in abitazioni di fortuna, spesso lontano dal luogo di residenza abituale. E' uno stato che provoca tensioni. Ci sono poi scuole, uffici, edifici e monumenti storici che richiedono interventi radicali. Ma i danni materiali, gravi e più evidenti, non sono i soli. Il fenomeno tellurico ha posto in crisi l'intera economia della provincia, determinando riflessi negativi anche nel resto della regione della quale rappresenta il centro propulsore. Borioni ha parlato dei danni suDiti dal commercio, dall'artigianato, dal turismo e dall'industria dell'Anconetano. L'eco delle scosse di giugno ha tenuto lontano circa il 20 per cento dei villeggianti che l'anno precedente erano andati a trascorrere le vacanze sulla riviera del Conerò. Ma anche una parte notevole dei residenti, costretta a vivere nei centri vicini ad Ancona, compie ormai i propri acquisti lontano dal capoluogo. « Si tratta di fare ciò che è stato fatto per Firenze — ha detto Trifogli —: se lo Stato non può fare fronte a tutte le necessità, si ricorra al mercato delle obbligazioni lanciando un prestito nazionale per Ancona. E per Ancona vuol dire per le Marche ». 1 provvedimenti straordinari sollecitati dagli amministratori marchigiani comprendono mutui agevolati per commercianti e artigiani, per tutti detassazione completa durante un periodo di 5 anni, e una serie di finanziamenti diretti dello Stato agli enti locali, «f conti apptJssimativi si basano su perizie e valutazioni degli organi tecnici dello Stato — hanno dichiarato Serrini e Trifogli —: i danni ascendono a circa 300 miliardi di lire, fino ad oggi ne abbiamo ricevuti circa cento ». Ma l'atto più importante e definitivo, nel vasto quadro degli interventi straordinari per Ancona, sarà rappresentato dalla nuova legge speciale di prossima emanazione, che i terremotati si augurano risponda alle necessità indicate con voto unanime nel documento formulato nel luglio scorso dal consiglio comunale di Ancona. Si tratta di una serie d'interventi articolati per settore, che in attesa di un piano organico di sviluppo regionale salvaguardi il livello di occupazione nell'industria. innanzitutto, ma anche nelle attività commerciali, artigianali e nei servizi. «Basti considerare — è stato detto — che il porto di Ancona ha subito lesioni per 2 miliardi di lire ed è urgente ripararlo quanto prima se non si vuole rischiare un di¬ rottamento dei traffici su altri porti, con tutte le conseguenze economiche immaginabili tanto per l'immediato quanto nel futuro». Il presidente Borioni, che con Serrini e Trifogli aveva incontrato nella prima mattinata il ministro delle finanze, Valsecchi, e il ministro dei lavori pubblici, Gullotti, ha manifestato infine l'impressione che da parte dei ministeri direttamente interessati vi sia una attenzione per i problemi dell'anconetano ridotta rispetto ai mesi precedenti. I marchigiani si rivolgono al governo che emanerà un apposito decreto legge entro il 6 settembre prossimo: «se ogni regione ha dei problemi, noi domandiamo che quelli della nostra abbiano una priorità sugli altri. I malati vanno curati, ma chi è in fin di vita come noi deve essere salvato, e subito», ha concluso il presidente Serrini. Livio Zanotti

Persone citate: Borioni, Gullotti, Valsecchi