Uccide a colpi di bastone l'amico per un debito di sole 15 mila lire

Uccide a colpi di bastone l'amico per un debito di sole 15 mila lire Uccide a colpi di bastone l'amico per un debito di sole 15 mila lire La vittima, 49 anni, era sposata e aveva un figlio di 9 anni - L'assassino, 50 anni, dopo aver compiuto il delitto è fuggito - Ma poco dopo è stato catturato nei campi (Nostro servizio particolare) Pinerolo, 31 agosto. Un uomo è stato ucciso a bastonate sotto gli occhi del figlio. Lo ha colpito con furia selvaggia un amico al quale, spesso, dava lavoro. Anche il ragazzo e la madre, accorsa alle grida, sono stati colpiti. Un delitto senza ragione, provocato dalla follia improvvisa. La vittima, Giovan Battista Appendino, 49 anni, abitava in frazione Appendini 32 di Scalenghe con la moglie, Maria Pampiglione, 43 anni, e il figlio Sergio, 9 anni. Era proprietario di una grossa cascina e di una stalla, con oltre 50 fra mucche e vitelli. L'assassino è Natale Pietro Audisio, 50 anni, abita in una mi- sera casa attigua alla cascina. Non è sposato. Anni fa lavorava alte Ferriere Fiat di Avigliana, ma, dicono gli amici, venne licenziato perché beveva. « E' sempre stato un po' strano, ogni tanto litigava con qualcuno. Parlava poco, ma noia vera e propria non ne ha mai data » dicono i parenti della vittima. « Faceva pena e Giovan Battista, per aiutarlo, gli dava del lavoro ». Appendino si era sposato, non più giovanissimo; dopo alcuni anni era nato il figlio: vita serena, senza grossi problemi. Più di un anno fa era accaduta una disgrazia. Nella cascina, una parente era rimasta uccisa, la testa schiacciata da un trattore. Anche* Natale Pietro Audisio aveva seguito piangendo il funerale. L'uomo nato e vissuto sempre lì, era quasi uno di famiglia per gli Appendino. Dice la moglie: « Era sempre con noi. quando aveva bisogno di qualcosa la prendeva, senza neppure chiedere il permesso. Sapeva che poteva farlo. Quando perse il lavoro, Giovan Battista gli disse che se voleva poteva dargli una mano ». Natale Audisio accettò, ma incostante e spesso ubriaco era di scarso aiuto: « Soprattutto non si sapeva mai quando aveva voglia di lavorare e quando, invece, aveva la luna storta ». Ieri sera alle 19,30 ha raggiunto la stalla dove Appendino lavorava fin dal primo pomeriggio. E' entrato, ha guardato un po' l'uomo sistemare il letame, ha detto qualcosa a Sergio. Nella stalla non c'era nessun altro. Da tempo Audisio doveva avere 15 mila lire dalla vittima: non era stato possibile pagarlo, perché aveva sempre rifiutato di ritirare il denaro. Dopo alcuni minuti di silenzio, Audisio ha detto: «Ti aiuto anch'io per questo lavoro». Appendino gli ha risposto, forse scherzando: «Afa fi devo ancora pagare; non te lo ricordi?» Il seguito è allucinante: l'uomo ha afferrato un forcone, si è scagliato contro la sua vittima, urlando: «Ora ti metto a posto io». E lo ha colpito alla nuca: una botta tremenda. Appendino è crol- iato ai suolo ìi volto nei fan-go. Morto sul colpo. L'assas- sino, ormai scatenato, ha con-tinuato a infierire. Solo il grido di Sergio lo ha distratto. Il ragazzo è uscito correndo dalla stalla: «Mamma, aiuto. Corri, Pierino ammazza il babbo ». L'uomo lo ha colpito al braccio e lo ha seguito nel cortile. Quando si è trovato di fronte Maria Pampiglione le ha dato una bastonata alla tempia destra, scaraventandola a terra. Poi è scappato per i campi. E' stato dato subito l'allarme. Sono accorsi i carabinie- "dl Vigone col maresciallo l?^S0f.tt no Prave. Hanno fatto una battuta per la campagna. Au- disio, inebetito, e stato cattu- rato dopo poco tempo. « Micercate perche ho litigato? »ha chiesto sorridendo. Ma sa-peva di aver ucciso: quando gli hanno messo le manette, ha mormorato: « Ma non Vho mica fatto apposta. E poi mi doveva quei soldi ». v. tess. * Pinerolo. Giovanbattista Appendino, la vittima (a sinistra), ed il suo uccisore, Pietro Natale Audisio (foto Moisio)

Luoghi citati: Avigliana, Pinerolo, Scalenghe, Vigone