LE OLIMPIADI GIA' IN SALVO? di Tito Sansa

LE OLIMPIADI GIA' IN SALVO? Sabato, nonostante tutto, verranno inaugurati i XX Giochi estivi LE OLIMPIADI GIA' IN SALVO? Gli africani d'accordo per il "sì,, alla Rhodesia se gli atleti avranno un passaporto britannico dal corrispondente Bonn, lunedi mattina. Un estremo tentativo per trattenere a Monaco di Baviera le squadre africane che vogliono boicottare i Giochi olimpici in segno di protesta contro la partecipazione degli atleti dell'« illegale regime di Salisbury », verrà fatto stamane dal presidente del Comitato organizzatore Willi Daume. Egli s'incontrerà con Gerard Kamanda, vice segretario generale dell'Organizzazione per l'unità africana (Oua) e con Jean-Claude Ganga, segretario generale del Consiglio africano dello sport. Daume aveva proposto un «colloquio chiarificatore» già sabato e ieri, ma ha incontrato solo Kamanda, che intanto, con Ganga, ha avuto consultazioni continue — si dice assai agitate — con i delegati dei 32 paesi africani iscritti ai Giochi. Per stamane, tuttavia, l'incontro sembra sicuro. Kamanda ha « offerto» a Daume una via d'uscita: per superare la polemica, occorrerebbe che ,i rhodesiani, già salutati a Monaco con bandiera ed inno inglese, avessero anche passaporto britannico. Tra gli africani non regna comunque la concordia, perfino Kamanda e Ganga hanno punti di vista differenti. L'uno vede il problema della partecipazione rhodesiana esclusivamente dal punto di vista politico, l'altro, che è un dirigente sportivo, sarebbe disposto a un tentativo di compromesso, per salvare i Giochi. Il primo vorrebbe una decisione unitaria di tutti i paesi africani (anche quelli dell'Africa settentrionale, che non hanno i! problema dei negri) e la solidarietà degli atleti di colore del Nord e del Centro America. Il secondo — stando a indiscrezioni — intenderebbe invece lasciare ciascuno libero di prendere una decisione. La situazione era ieri sera quanto mai incerta. Finora 21 Paesi hanno annunciato che diserteranno le Olimpiadi se vi partecipa la Rhodesia (ma i loro atleti hanno continuato ad allenarsi). Ma soltanto la squadra etiopica ha fatto segui¬ re i fatti alle parole. Per i 47 membri della squadTa sono stati prenotati ieri mattina i posti per il ritorno ad Addis Abeba, con il volo « Lufthansa » n. 302 Monaco-Roma, in partenza alle 14.40 (le 15,40 ora italiana). « Non si tratta di una prenotazione per modo di dire, ma di una prenotazione definitiva » ha precisato un portavoce della squadra abissi¬ na. Un altro portavoce, Shiawel Teferra, un diplomatico che vive abitualmente a Bonn, è stato meno drastico, ha fatto intendere che un no ultimativo dipende dal risultato del colloquio di stamane tra.Willi Daume ed i due esponenti africani. « Senza gli sportivi dell'Africa nera — ha detto ieri con tono ammonitorio un funzionario dei- Paesi che protestano — le Olimpiadi perdono la metà del proprio valore ». Negli ambienti olimpici tedeschi tuttavia si fa notare che l'affermazione è esagerata, che soltanto l'atletica leggera, il pugilato e forse l'hockey verrebbero svalutati dalla assenza di alcune « perle nere ». Il computer di Monaco ha calcolato che, per esempio, in tutte le 24 discipline maschili soltanto 8 delle 72 medaglie in palio andrebbero ad atleti negri. I nomi dei « probabili » sono i kenioti Kipchoge, Keino e Ben Jipcho, l'etiope Yetwerbek Belete (il successore di Bikila) e il malgascio Louis Ravelomanantsca, assieme con quelli di alcuni meno noti pugili dell'Uganda, del Kenia e del Camerun. Pure tra i favoriti per una medaglia sono gli hockeisti (di origine indiana) del Kenia. Per il resto, sollevatori, ciclisti, judokas negri hanno — secondo il computer — poco o nulla da dire. Ieri, durante la riunione congiunta del Comitato esecutivo e del Comitato olimpico, è stata constatata una certa aria di rassegnazione all'insegna del detto « Noti possiamo obbligarli a rimanere » e « diremo che i Giochi saranno più piccoli ». Ben più grave sarebbe la situazione se una parte dei 70 atleti di colore della squadra americana dovesse solidarizzare con i negri africani. Ma sembra che tale pericolo sia scongiurato; alcuni negri (tra cui il velocista Robertson) hanno detto di non avere alcuna intenzione di protestare, il problema della Rhodesia deve venire risolto fuori dell'ambiente olimpico. Una decisione in tal senso è stata presa durante la riunione dell'esecutivo e del Comitato olimpico. Sull'esempio di quanto fatto nel 1967 nel Sudafrica, l'anno prossimo una commissione mista di bianchi e negri farà una «inchiesta di studio» sulle condizioni di vita degli atleti di Salisbury. Si tratta — in sostanza — di una « non decisione », di un rinvio dello scottante problema. Tito Sansa Le gare di atletica verrebbero svilite da un ritiro dei Paesi africani, dominatori in molte gare già nel 1968. Nella | foio i 3 mila siepi del Messico: guida il keniota Biwott (567) che vrheerà la medaglia d'oro; seguono il francese I 'Vilain (372), il belga Roelants (141), l'australiano O'Brien (112), l'altro keniota Rogo (562) e lo statunitense Young (518) Monaco. Avery Brundagc, piuttosto preoccupalo, ascolta il rappresentante della Nigeria al Ciò, Ade Ademol (Tel.)