In treno come all'inferno

In treno come all'inferno In treno come all'inferno Così sostiene una studentessa, appena arrivata da Palermo (con quattro ore di ritardo) Altri inconvenienti a Porta Nuova: c'è anche chi non ricorda più l'indirizzo di casa Bene su strade e autostrade, grossi guai invece per coloro che hanno scelto di tornare in città col treno. Ritardi sino a quattro ore per i convogli dal Sud, condizioni di viaggio disastrose per l'affollamento. « Mancava solo il conte Ugolino e poi il nostro vagone sarebbe stato molto simile all'inferno dantesco », ha commentato, affranta. Barbara Ronchi, ventunenne studentessa in lettere. Partita alle 7 del mattino di sabato da Palermo, è giunta a Torino alle 11 antimeridiane di domenica. Ventotto ore di viaggio con un solo posto a sedere da usare « a turno » con il fidanzato Ernesto Wuthrich, quarto anno di architettura. « Tanti bambini, una quantità incredibile di bagagli, e soprattutto infinite radioline a transistor che hanno gracidato senza interruzione per un giorno e una notte», dicono. Il « lamento » è conferma dagli altri viaggiatori. « Le toilettes, un tormento — dice Salvatore Bitetti, arrivato da Foggia con la'moglie e i quattro figli —. Quelle che non erano piene di bagagli, poche ore dopo la partenza erano inservibili per le condizioni in cui le hanno ridotte viaggiatori maleducati ». Sete (il servizio ristoro ha funzionato solo in alcuni treni) stanchezza, esasperazione per gli incredibili ritardi: la gente che scendeva ieri a Porta Nuova mostrava i segni di un forte disagio. I treni straordinari sono stati ben ventuno, 14 solo dal Sud, con una lunghissima serie di vagoni che ancora una volta hanno messo in rilievo le insufficienze della stazione: l'ultima carrozza si arrestava lontano dalle pensiline, la gente era costretta a scendere tra i binari e ad affrontare con le valigie (come sempre scarsi i facchini) il lungo percorso sino all'uscita. Qui, i taxi attendevano su ben otto file, disciplinati da ì dodici vigili urbani al coman¬ do del maresciallo-capo della sezione segnalatori. I fattorini avevano ricevuto istruzione di dirottare i carrelli con i bagagli più ingombranti verso il iato partenze dì via Nizza, dove erano in attesa altre autopubbliche. «Un sistema che abbiamo adottato per evitare ingorghi e ritardi ai taxi dal lato arrivi », dice il maresciallo. Le autopubbliche italiane (e torinesi in particolare), sono infatti tra le più inadeguate a trasportare i bagagli: in quasi tutti i Paesi, ì taxi sono costruiti con criteri speciali per facilitare al massimo il carico delle valìgie, sistemate in appositi vanì a lato del conducente. Da noi, auto spesso piccole, di normale serie, che co- stringono a complicate manovre con i portapacchi sul tetto. Le conseguenze sono visibili ogni volta che la gente rientra in massa dalle vacanze con bagagli, bambini, talvolta animali domestici. Molti, infatti, quelli che sono scesi a Porta Nuova tenendo un gatto in braccio o un cane al guinzaglio. «Sembra incredibile, ma anche questa volta abbiamo dovuto aiutare decine di persone che avevano dimenticato l'indirizzo di casa» lamenta un vigile. Si tratta quasi sempre di immigrati di recente, al loro primo ritorno al Sud: dopo tre settimane, hanno scordato l'indirizzo di Torino. Impossibile, per la chiusura degli uffici, la consueta ricerca anagrafica: polizia ferroviaria e vigili urbani hanno dovuto così procedere a lunghi «interrogatori» per stabilire in quale strada abitassero gli smemorati.

Persone citate: Barbara Ronchi, Ernesto Wuthrich, Salvatore Bitetti, Sete

Luoghi citati: Foggia, Palermo, Torino