Uccide a fucilate il cognato per vendicare il figlio morto

Uccide a fucilate il cognato per vendicare il figlio morto Delitto a VICO EQUENSE sulla costa sorrentina Uccide a fucilate il cognato per vendicare il figlio morto Il ragazzo era stato dilaniato da un ordigno mentre giocava con un bambino della vittima - L'agguato di notte in un podere - L'omicida, dopo aver fatto fuoco, è fuggito dal corrispondente Napoli, lunedì mattina. Assurda « vendetta trasversale » a Vico Equense, centro balneare sulla costiera sorrentina; un agricoltore di 45 anni, Raffaele D'Urso, per vendicare la morte del figlio, dilaniato dallo scoppio di un ordigno, ha ucciso a colpi di fucile il cognato Gennaro Aiello, di 35 anni, che riteneva il diretto responsabile della tragica fine del suo ragazzo. Il delitto è avvenuto sabato notte, in un podere di Vico, dove la vittima, residente in un comune limitrofo, si era recato in visita ai genitori. Gennaro Aiello e Raffaele D'Urso avevano sposato due sorelle e i rapporti, prima affiatatissimi, si erano incrinati per un pericoloso gioco dei ragazzi, finito in tragedia. Il primogenito dei tre figli dell'Aiello, Pasquale, di 12 anni, aveva trovato per strada un ordigno e, in tutta segretezza, aveva chiamato il cugino, Enrico D'Urso, di 10, per smontare insieme il misterioso oggetto. All'improvviso, il residuato bellico scoppiò tra le mani del ragazzo, che rimase dilaniato dalla tremenda deflagrazione, mentre Pasquale se la cavò con ferite ed ustioni non gravi. L'episodio sconvolse l'agricoltore, che nei due figli più piccoli non trovò il conforto necessario a superare il dolore. Col tempo incominciò a nutrire verso il cognato un inspiegabile rancore, che è andato via via trasformandosi in un profondo, assurdo odio. « Se tuo figlio non avesse invitato a giocare il mio ragaz zo — spesso ripeteva — a quest'ora saresti tu a piangere al mio posto. La colpa è tua che non hai saputo insegnare a tuo figlio a stare lontano dai pericolosi ordigni ». Sabato sera, Raffaele D'Urso, con la mente ormai ottenebrata dal dolore, ha meditato la vendetta. Si è nascosto in un campo di granoturco nei pressi dell'abitazione del padre della vittima designata ed ha atteso il momento propizio per attuare il mortale agguato. Gennaro Aiello, verso le 23, salutati i genito¬ ri, si era avviato per un sen-, tiero di campagna per raggiungere la strada. All'improvviso sono echeggiati due colpi di fucile da caccia: uno ha raggiunto lo sventurato alla tempia destra, l'altro alla spalla sinistra. Le detonazioni hanno richiamato l'attenzione dei familiari dell'Aiello che sono usciti dal loro casolare per rendersi conto dell'accaduto. Purtroppo, quando sono giunti, l'assassino si era già dileguato e Gennaro Aiello era agonizzante. Tutti i soccorsi per strapparlo alla morte sono stati vani. Prima di morire ha avuto la forza di mormorare: « E' stato lui, Raffaele a spararmi; l'ho intravisto... ». a. 1. * BIELLA — Ad Occhleppo Inferiore l'altra notte il monumento ai Caduti per la patria è stato danneggiato da teppisti che hanno piegato cinque sbarre dl ferro infisse nel basamento per simulare un reticolato. All'episodio non viene attribuito un significato politico.

Persone citate: Aiello, Enrico D'urso, Gennaro Aiello, Raffaele D'urso

Luoghi citati: Biella, Napoli, Vico Equense