È POLITICA LA SCELTA PER LA TV A COLORI

È POLITICA LA SCELTA PER LA TV A COLORI ^esperimento» della Rai per le Olimpiadi È POLITICA LA SCELTA PER LA TV A COLORI L'orientamento dell'Italia era stato sempre per il sistema tedesco Pai, adottato da quasi tutte le reti europee e del quale già esistono 40 mila apparecchi - Dopo la visita di Pompidou è stato «ripescato» il brevetto francese Secam, per ora in alternativa con l'altro - Si parla di sovvenzioni di miliardi a partiti e correnti Pochi italiani vedranno le Olimpiadi a colori. La decisione presa sabato dal Consiglio dei ministri ( trasmissioni televisive sperimentali da Monaco) lascerà del tutto indifferenti gli 11 milioni di abbonati alla televisione. In Italia, infatti, sono stati venduti finora solo 40 mila apparecchi che possono ricevere a colori. E i loro proprietari non avevano certo bisogno del provvedimento del governo per sapere che non avrebbero seguito le Olimpiadi in bianconero. Abitano nelle zone del Piemonte, della Lombardia, del Friuli, del Veneto e di alcune province del litorale adriatico che da anni ricevono trasmissioni a colori (e in lingua italiana) da Svizzera e Jugoslavia. Quelle della Rai-tv raggiungeranno il 75 per cento del territorio nazionale. Non provocheranno allora una corsa all'acquisto di un nuovo televisore? E' difficile. Un apparecchio che riceva il colore secondo il sistema Pai costa sulle 400450 mila lire. Uno che sia adattato anche al sistema Secam può raggiungere le 700 mila. Cifre troppo alte, senza contropartite. Dopo le Olimpiadi le trasmissioni continueranno per due o tre ore al giorno, ma durante l'orario di fabbrica o d'ufficio; la regolazione dell'immagine è ancora troppo complicata; le riparazioni sono difficilissime e richiedono la presenza di personale altamente specializzato. Molto meglio accontentarsi di vedere Mennea, Arese o Dibiasi in bianconero. Allora perché il governo italiano, dopo sette anni di rinvìi, ha deciso di colpo di dare inizio alle trasmissioni a colori? E che cosa sono il Pai e il Secam, strane sigle che hanno bloccato dal '66 l'industria elettrotecnica italiana, provocando crisi, riduzioni di personale, fallimenti? Dietro la delibera del Consiglio dei ministri si nasconde una delle più scabrose e intricate vicende politiche ed economiche del nostro Paese. La battaglia per la televisione a colori si è combattuta e si combatte ogni giorno negli uffici delle ambasciate, nei corridoi dei ministeri, nelle sedi delle « correnti » dei partiti. Ed è la prima questione che ogni nostro presidente del Consiglio o ministro degli Esteri si trova di fronte quando visita qualche nazione europea. Proviamo a scoprire questi retroscena. Che gli italiani potessero vedere le Olimpiadi a colori fu deciso venerdì 28 luglio nella piccola sala da pranzo della tenuta di San Rossore in Versilia, durante il ricevimento offerto dal presidente Leone in onore del presidente francese Pompidou. Il Consiglio dei ministri, sabato mattina, ha solo dato la ratifica ufficiale ad un provvedimento in pratica già preso. Seduti, stretti e scomodi, allo stesso tavolo (il ricevimento doveva avvenire all'aperto e fu interrotto da un improvviso temporale), tra un piatto di fritto misto di pesce e un bicchiere di Chianti Vigna Maggio, Pompidou e Andreotti raggiunsero l'accordo che Parigi inseguiva dal 1966 e che più volte era apparso impossibile. Il sì, segreto ma definitivo, del nostro governo fu dato al momento del brindisi (champagne « Blason de France » del '54). I francesi, dati da tutti come perdenti, hanno vinto sul filo di lana. E' vero che la Rai-tv adotterà entrambi i sistemi di trasmissione (almeno per il momento), ma l'introduzione del Secam (Séquentiel à mémoire) insieme al tedesco Pai (Phase alternation line) è un grosso colpo per Pompidou. Una impresa che non era riuscita nemmeno a De Gaulle, nonostante sforzi giganteschi. Erano in gioco la sopravvivenza dell'industria francese contro lo strapotere di quella tedesca. E gli italiani? Secondo l'Anie, l'associazione che raggruppa gli industriali del settore, l'unico sistema valido è il Pai. Molti stabilimenti (Zanussi, Voxson, Fiar e altri) producono già televisori adatti a ricevere le trasmissioni secondo il metodo tedesco. Gli esperii della Rai-tv, almeno fino a 18 mesi fa, avevano fatto capire che il Secam come immagini e colori eri inferiore al Pai. « Ci hanno il-, lusi — dicono ora gli industriali —. Noi abbiamo speso miliardi per adeguarci e adesso salta fuori questo amsinnelkvzS accordo con i francesi. Siamo rovinati ». Infatti, non solo il nostro mercato sarà invaso dalle marche parigine, ma le industrie italiane non potranno continuare ad esportare televisori Pai all'estero perché la Telefunken, proprietaria del brevetto, non concede la licenza di produzione alle società dei Paesi che adottano il Secam. Se la situazione è questa, perché il governo ha accettato il « sistema doppio » che rischia di travolgere un settore delicato della nostra economia? Non certo per motivi tecnici. Gli impianti della Rai sono pronti per il Pai mentre l'introduzione del Secam comporterà una spesa supplementare di 4-5 miliardi di lire. Gli inglesi parlano, senza mezzi termini, di « corruzione ». Il Financial Times dice che le industrie francesi avrebbero raggiunto un accordo con un paio di par- titi italiani: se sarà adottato il Secam verseranno nelle loro casse una parte dei « diritti di brevetto ». Ed intanto avrebbero già dato ad una « corrente » tre miliardi per la recente campagna elettorale. Anche i giornali tedeschi ci accusano di essere dei « venduti ». Dimenticano che pure dalla Germania sono arrivate « robuste » pressioni. Comunque tra i partiti che sostengono il governo Andreotti la situazione è la seguente: la de appoggia il Secam, il psdi è per il Pai, i liberali non si pronunciano, mentre i repubblicani sono contrari alla televisione a colori. La morale di questa vicenda tutta italiana è la seguente: i pochi abbonati che vedranno le Olimpiadi a colori dovranno affidarsi, come sempre, a svìzzeri e jugoslavi di Capodistria. I televisori in circolazione, infatti, sono tutti Pai e quando la Rai trasmetterà con il Secam riceveranno le immagini in bianconero. Ecco comunque l'elenco delle province che hanno già i ripetitori Pai (saranno a tempo di record adattati anche al Secam): Torino, Cuneo, Asti, Alessandria, Novara .Vercelli, Milano, Varese, Pavia, Cremona, Mantova, Trento, Bolzano, Venezia, Treviso, Padova, Rovigo, Trieste, Genova, Savona, Piacenza, Parma, Reggio E., Modena, Bologna, Ferrara, Forlì, Ravenna, Lucca, Livorno, Pisa, Arezzo, Siena, Perugia, Roma, Frosinone, Pescara, Chieti, Campobasso, Napoli, Avellino, Foggia, Bari, Potenza, Matera, Cosenza, Palermo e Cagliari. In altre province sarà raggiunta solo una parte del territorio. Sono: Bergamo, Brescia, Vicenza, Verona, Firenze, Pistoia, Pesaro, Ancona, Macerata, Viterbo, Benevento e Lecce. Pier Michele Girola Pompidou il negoziatore