Per i peccatori di provincia finti alberghi lungo il Rodano

Per i peccatori di provincia finti alberghi lungo il Rodano UNA RETE DI CASE CHIUSE SCOPERTA IN FRANCIA Per i peccatori di provincia finti alberghi lungo il Rodano Lione, che le guide turistiche definiscono "culla dell'arte e della gastronomia", è diventata la capitale del piacere - Locali equivoci, gangsters, omicidi: le indagini hanno rivelato l'esistenza di un'"industria del sesso", con basi in località turistiche - Ne hanno tratto profitto anche alcuni funzionari di polizia un libro scritto dal giornalista Jean Montaldo e intitolato significativamente « Les corrompus » fi corrotti) causa di grande scalpore: di riflesso alla pubblicazione s'era constatato il brusco trasferimento a Parigi del commissario Charles Javilley, capo, appunto, della « Sezione anti-gangsters » lionese. Nel suo scottante volumetto, Jean Montaldo aveva preso le mosse da un episodio sanguinoso avvenuto nel '68 in un locale equivoco di- Neuville-surAin chiamato « Le fétich club ». Qui un uomo era morto in una sparatoria innescata da una banale disputa tra amici o compari. Lo scrittore, improvvisatosi detective, era riuscito a procurarsi una copia del dossier della polizia, e ci aveva trovato sorprendenti incongruenze. In breve: dalla lettura dei documenti affiorava come una tenace inclinazione degli indagatori a concludere che il morto del « Fétich club », Robert Hehlen, era stato vittima di una disgrazia. Per esempio, d'un colpo partito accidentalmente dalla sua pistola. Ma il corpo del reato, cioè l'arma, di cui pure si faceva menzione nel dossier, era poi curiosamente scomparso. Montaldo suggerì con tatto l'ipotesi che ci potesse essere un legame tra queste stranezze e il particolare che il commissario Javilley aveva trascorso le vacanze in una villa affittata e pagata dal proprietario del « Fétich club », Pierre Dulac. La prima reazione delle autorità in alto loco fu una inchiesta intesa ad appurare come mai lo scrittore avesse potuto prendere visione del dossier. Ma poiché nel frattempo il libro Les corrompus aveva riscosso consensi e gran successo tanto nella valle del Rodano come a Parigi, gli accertamenti marginali s'insabbiarono e si scavò un pò più nel sodo verso il vero nocciolo della questione. Il commissario Javilley ~]u trasferito nella capitale., ebbe, .ancora., qualche incarico, ma dopo breve tempo, discretamente, si dimise dalla polizia ritirandosi in pensione. Parallelamente l'istruttoria, che s'andava complicando e ingrossando, era sottratta alla magistratura lionese e affidata a un giudice di Digione, Maurice Simon, per maggior garanzia di imparzialità: ciò in applicazione d'una legge precisa, la quale non vuole che un magistrato sia chiamato a pronunciarsi sulla correttezza dei poliziotti della sua giurisdizione, suoi collaboratori. Il mutamento ha dato frutti: anzi, un raccolto di scoperte e incriminazioni superiore al previsto. Uno degli aiutanti più intimi del commissario Javilley nell'affare della sparatoria, Georges Meyer, soprannominato « Georges il bugiardo » dai critici della polizia lionese, è stato messo in carcere a Digione per sfruttamento e favoreggiamento del meretricio: in più deve rispondere dell'accusa di avere, nella sua veste di poliziotto investigatore, « distrutto tracce sul luogo d'un crimine 0 effettuato prelievi al fine di intralciare il funzionamento della giustizia». Il luogo cui si allude è il « Fétich Club », e quanto ai « prelievi » l'accenno riguarda la pistola scomparsa. In prigione Georges Meyer, forse sgravato da intimidazioni ricattatorie, deve aver vuotato finalmente il sacco delle sue conoscenze: perché di contraccolpo, giù per la valle del Rodano si è avuta una alluvione di incriminazioni. La settimana scorsa tre uomini sono stati arrestati per « lenocinlo alberghiero », istigazione e sfruttamento della prostituzione: Marc Cohen, 29 anni, proprietario di una serie di night clubs e gerente dell'u Hotel des Halles », André Bagnolati, titolare dell'albergo «All'insegna delle due Savoie», Bernard Guitard, patron dell'«. Hotel Savoia». Sabato è stato spiccato mandato di cattura contro la madre cinquantenne del Cohen, madame Jeannette, personaggio notissimo iR«mnella città quale padrona di un locale notturno venuto in gran voga negli ultimi anni, chiamato « Les écuries du roy»: (Le scuderie del re) e punto di convegno di molti notabili lionesi. « Les écuries du roy » erano già chiuse da qualche giorno. Fin qui le principali notizie ufficiali. Ma le indiscrezioni raccolte e pubblicate i dalla stampa, a cominciare dall'autorevole Le Monde parigino, mostrano che lo scandalo ha proporzioni molto più ampie. « Traspare dalle inchieste, ha scritto Le Monde, l'esistenza di una catena di case di tolleranza dal corrispondente Parigi, lunedi mattina. « Lione, culla dell'arte; capitale mondiale della gastronomia », dicono i cartelloni turistici all'ingresso della città, che vanta 25 musei, due teatri romani, un grappolo di quartieri antichi pressoché intatti. Inoltre ha una infinità di ristoranti in cui si può gustare il meglio della cucina francese settentrionale oppure del Midi, essendo il luogo geograficamente la « porta del Sud » per chi cala al Mediterraneo, e la « porta- del Nord » per chi sale verso la Manica. Ma adesso, in virtù di una clamorosa inchiesta aperta dalla magistratura, si è scoperto che Lione è, o è stata, fino alla scorsa settimana, ancora più accogliente di quel che si pensasse. Le indagini hanno rivelato l'esistenza di una rete di case di piacere clandestine organizzate all'incirca come una catena alberghiera e sapientemente sparse nella valle del Rodano lungo i percorsi del turismo. Tra i personaggi che hanno avviato la industria e ne hanno tratto profitto ci sono pure funzionari di polizia, e in particolare un paio di esponenti almeno della « Sezione anti-gangsters », che è un po' l'equivalente della « squadra mobile » di una questura nostrana. Che la vita provinciale di Lione avesse i, suoi torbidi misteri, era noto da parecchio tempo, sulla scorta di instauratesi nella valle del Rodano, lungo l'autostrada « A-6 »: come nei tempi remoti i conventi prosperi si suddividevano per portare più lontano la buona predicazione, così oggi una "istituzione" creata a Chàteau- neuf-du-Rhóne fa' da casa madre ad un'altra a Neuville-sur-Ain ». Neuville-sur-Ain ci ricollega al «Fétich Club» e al suo giallo. La rete del lenocinlo avrebbe ramificazioni al Sud fino a Marsiglia, e all'Ovest, non si sa fin dove. Una simile organizzazione « alberghiera » non avrebbe potuto svolgere tanto a lungo la sua attività senza connivenze e protezioni altolocate. Lo stesso Le Monde osserva che i titolari ufficiali delle case possono essere sovente semplici comparse o prestanome: mentre gli investitori e beneficiari dei proventi si tengono in disparte. E' un sistema dì finanziamento, che ricalca quello dei traffici di droga: anzi il rapporto tra l'uno e l'altro è magari netto e preciso, visto che le perquisizioni negli alberghi in questione hanno chiarito che ai frequentatori « non si servivano unicamente bibite ». I gestori « davano ospitalità sollecita a notabili che non venivano sempre da loro solo a titolo di sempiici clienti ». Inoltre certe fotografie scovate dagli inquirenti e scattate in occasione di inaugurazioni di night-clubs o altre feste mostrerebbero « le grandi attenzioni di cui potevano essere oggetto un esponente del Comune oppure un parlamentare autore in altre circostanze di una serie di conferenze sui mali del prossenetismo ». Un deputato, che ha creduto di sentirsi così chiamare in causa, Edouard Charret, membro del partito governativo gaullista, l'Union des démocrates pour la république, ha immediatamente reagito. Carlo Cavìcchìoli

Luoghi citati: Francia, Lione, Marsiglia, Parigi, Savoia