È un "ortolano spaziale,, il vincitore di Trieste di Piero Zanotto

È un "ortolano spaziale,, il vincitore di Trieste Nel festival della fantascienza una sorpresa dall'America È un "ortolano spaziale,, il vincitore di Trieste servizio particolare TRIESTE, lunedi sera. L'Asteroide d'oro, il gran premio cioè del festival internazionale del film di Fantascienza giunto quest'anno alla decima edizione, è stato vinto da un « Ortolano spaziale ». Ci spieghiamo meglio: si tratta del film statunitense scritto, prodotto c diretto da Douglas Trumbull che fu assistente di Kubrick e responsabile degli effetti speciali per il famoso « 2001, odissea nello spazio ». La pellicola di Trumbull si chiama «Corsa silenziosa », nei modellini delle grandi navi spaziali del futuro e in tutto l'armamentario tecnologico è un miracolo di perfezione. In una di queste navi galattiche si sta tentando la coltivazione in apposite serre « geodetiche » in cristallo di piante, erbe, fiori, legumi; di tutto ciò che l'inquinamento della terra ha da tempo irrimediabilmente distrutto. Per questo abbiamo detto che l'Asteroide d'oro è andato all'ortolano spaziale. Un astronauta, questo, che sembra un frate del Trecento e che suo malgrado deve — durante la rotta dell'astronave verso Saturno — far morire i compagni di viaggio che tentavano incoscientemente di distruggere le sue culture. Impazzisce quindi, in un dolce malinconico lan¬ guore che lo condurrà ad educare come fossero bambini alcuni « robot ». Finirà anche lui nel nulla, quando dalla terra riceve l'ordine di sfasciare le serre poiché quell'esperimento non è più necessario. S'è trattato del film davvero più bello d'una edizione in verità abbastanza povera di cose. Troppo aperta al demoniaco, al satanico, alle stregonerie, alla presenza del diavolo. E ciò non soltanto nella retrospettiva tutto sommato abbastanza curiosa, intitolata « Il diavolo e i suoi accoliti maghi e stregoni », nel corso della quale si sono visti alcuni non dimenticati film francesi degli Anni Quaranta: « La mano del diavolo » di Maurice Tourneur, con Pierre Fresnay (lo ricordate in «Lo spretato»?); quindi « I visitatori della sera » di Marcel Carnè, ambientato in un fresco medioevo quando i castelli erano ancora bianchi di calce, con Jules Barry nel ruolo del maligno sconfitto dall'amore; ancora, del dopoguerra, « La bellezza del diavolo » di René Clair, con Michel Simon magnifico istrione che interpreta Mefisto mentre Faust (ma all'inizio i ruoli sono all'inverso) è vissuto dal compianto Gerard Philipe. Anche nei film della nuova produzione, dunque, s'è giocato con le carte dei tarocchi. In uno, americano di Bert I. Gordon, abbiamo visto addirittura Orson Welles corposo sacerdote di Sabba Stregoneschi ( « Necromanzia »). Troppo. Piero Zanotto

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