Dilagano nelle carceri inglesi le agitazioni per la riforma di Renato Proni

Dilagano nelle carceri inglesi le agitazioni per la riforma Dopo la rivolta nell'isola di Wight Dilagano nelle carceri inglesi le agitazioni per la riforma Dimostrazioni in sei stabilimenti di pena : tutti salgono sul tetto I detenuti vogliono, tra l'altro, poter ricevere le mogli in cella a i o (Nostro servizio particolare) Londra, 30 agosto. La rivolta dei detenuti inglesi si è estesa, oggi, a sei carceri. L'intera popolazione delle prigioni britanniche è in agitazione. La situazione è seguita con estrema attenzione dalle autorità. Stasera, esse hanno ripetuto che ogni infrazione al codice disciplinare carcerarlo verrà punita come è previsto dai regolamenti. I detenuti, tuttavia, non appaiono affatto intimoriti e stanno avviandosi verso uno showdown con le autorità, pure evitando manifestazioni di estrema violenza. L'attuale agitazione nelle galere britanniche è in parte dovuta all'attività di una organizzazione di ex detenuti chiamata «Prop», che chiede la riforma carceraria, maggiori diritti per i reclusi (compreso quello di trascorrere in intimità alcune ore con le consorti) e il miglioramento delle condizioni di vita. La ribellione è scoppiata venerdì nella prigione-modello di Albany, sull'isola di Wight. Cento celle sono state danneggiate dai prigionieri. La direzione del carcere di Albany ha quindi rinchiuso per cinque giorni nelle celle i 357 detenuti. Ciò ha sollevato l'indignazione nelle alti e prigioni. Stasera, parecchie centinaia di carcerati stanno dimostrando il loro appoggio alla rivolta di Albany in prigioni inglesi e scozzesi. Nella prigione di Chelmsford, nell'Essex, i detenuti-hanno saccheggiato il deposito dei viveri e hanno danneggiato vaste zone dell'edificio. 63 prigionieri si trovano ancora sul tetto, per protestare contro le loro condizioni di vita. In due altri istituti di pena sull'isola di Wight, Parkhurst e Camp Hill, i carcerati sono saliti sui tetti. Anche nella ga. lera di Gartree, nel Leicestershire, si sono avute ribellioni di massa, che però sono state subito sedate. A Peterhead, in Scozia, alcune decine di detenuti sono pure salite in cima ai tetti, dopo avere inscenato una manifestazione di protesta. Quasi certi mielite, la rivolta si estenderà ad altre carceri nei prossimi giorni. Le autorità inglesi si trovano di fronte ad una situazione di emergenza e il ministro per l'Interno, Robert Carr, ha già fatto sapere che, se la situazione peggiorerà, egli rientrerà a Londra dalla località della Grecia in cui sta trascorrendo un periodo di vacanze Nelle ultime settimane, la tensione nelle carceri inglesi è aumentata anche per la campagna dei secondini, che avevano sollecitato il ministero dell'Interno ad adottare una linea più dura contro i detenuti. Quando ciò è stato fatto, ad Albany, tuttavia, è scoppiata la rivolta. Fortuna tamente, non si sono verifica ti episodi di violenza contro le persone. I danni, sinora, so no soltanto materiali. Ma la profonda insoddisfazione dei carcerati emersa in questi ultimi giorni ha impressionato l'opinione pubblica, che appa re i- ;rta sui mezzi per risolve .a crisi: cedere ad alcune richieste dei reclusi o prendere misure più severe? I direttori delle carceri, però, non hanno avuto dubbi e hanno adottato provvedimenti discl. plinari contro più di 200 detenuti che si erano ribellati. II problema viene da qualche tempo dibattuto a livello giuridico. In seno alle organizzazioni britanniche degli « operatori del diritto » (magistrati, avvocati, procuratori) si vanno delineando in proposito due tendenze diffìcilmente conciliabili. Da un lato i propugnatori della « linea repressiva », dall'altro coloro che propendono verso l'inserimento del tema carcerario nel vasto contesto dei diritti civili. Renato Proni o Chelmsford. Prigionieri sul tetto del carcere (Telcfoto Ap)

Persone citate: Camp Hill, Parkhurst, Robert Carr, Wight

Luoghi citati: Albany, Grecia, Londra, Peterhead, Scozia