Il film "trafugato,, apre l'altra mostra di Lietta Tornabuoni

Il film "trafugato,, apre l'altra mostra Il film "trafugato,, apre l'altra mostra (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 28 agosto. Marco Bellocchio sfida la legge e, sottratta una copia del suo film « In nome del padre », lo proietta in apertura delle « Giornate del cinema italiano ». Alle 9 di questa sera la sala del Cinema Moderno è affollatissima e balenante di flashes. Tra il pubblico ci sono i registi Bernardo Bertolucci, Luigi Magni, Ugo Gregoretti, Paolo e Vittorio Taviani, Ennio Lorenzini; ci sono Gian Maria Volontà e - Armenia Balducci e l'attrice Mimsy Farmer, interprete de « Il maestro e Margherita », che verrà proiettato alla Mostra del Cinema. « In nome del padre » era stato rifiutato dal suo produttore Franco Cristaldi, alle « Giornate del Cinema »: Bellocchio non si è arreso, se ne è procurato una copia con mezzi che si rifiuta di spiegare, si è assunto tutte le responsabilità legali; con lui se le sono assunte, solidalmente, i colleghi registi. Rischia un processo per danni in sede civile, rischia forse un'accusa penale di appropriazione indebita o di « furto di uso ». « Valeva la pena di farlo, e non è poi niente di speciale », dice il regista. Lo vediamo per la seconda volta nella giornata. Stamani sugli schermi del Lido nel film di Elda Tattoli, stasera qui alla contromanifestazione di Venezia. «Non facciamo vittimismi. Va bene, ci si aliena la simpatia dei tipi che sarebbero utili nella professione: ma questo rientra nelle regole del gioco. Vale la pena per affermare il diritto di un autore a mostrare il suo film a chi gli pare ». Sino a poche ore fa, l'attività organizzativa del « Controfestival» è stata frenetica. Nella fumosa sede improvvisata, belle volontarie morte di stanchezza contavano le tessere distribuite dalla Federazione dei circoli del cinema agli aspiranti spettatori: 2000, a mille lire ciascuna, 500 per gli studenti e i lavoratori. Giovani volontari tentavano di risolvere le difficoltà moltiplicantisi all'ultimo minuto: «Ci hanno messo molti bastoni tra le ruote», diceva Francesco Maselli, «interventi dei produttori per impedire ai registi di presentare i loro film, interpretazioni restrittive e fiscali della legge, pressioni sui proprietari dei due cinema da noi presi in affitto, telefoni controllati, promesse, minacce, gherminelle... ». « Persino iniziative suicide dei distributori », aggiungeva Marco Ferreri, «far uscire il 17 di agosto nelle principali città il mio film La cagna, per evitare che venisse mostrato qui in prima visione, poteva voler dire condannarlo alle platee vuote». Negli antichi bellissimi slarghi di Campo San Barnaba e Campo Santa Margherita, quartier generale della manifestazione, Gian Maria Volontè, Ugo Pirro, Fabio Carpi. Nanni Loy discutevano con passione di cospiratori, o cercavano di appianare questioni logistiche e finanziarie: «La manifestazione», informava Loy. « l'abbiamo finanziata in parte con la cassa delle no¬ sdtcanmvrNrsnldCshu stre associazioni, costituita dalle quote dei soci e dai contributi governativi, e in parte con una sottoscrizione tra gli autori cinematografici italiani. Il preventivo era di due milioni e mezzo, ma le spese vanno aumentando, si arriverà forse ai cinque, sei milioni. Non siamo in grado di ospitare nessuno: tutti quelli che sono qui, si pagano il soggiorno di tasca propria». Si sa che le due associazioni degli autori Anac-Aaci, con la solidarietà dei sindacati, della Società degli attori, dei Circoli del cinema e delle associazioni degli spettatori, hanno inteso queste «Giornate del cinema italiano» come un modo attivo per sottolineare la propria opposizione alla Mostra di Venezia. Opposizione dovuta, ribadiva Maselli, « allo statuto fascista che ancora la governa, alla connotazione culturale e politica del vicecommissario che ancora la dirige, al rifiuto della attuale gestione commissariale a tentare quelle modifiche sperimentali di democratizzazione che la legge consentiva». «Non è un controfestival, non una manifestazione alternativa», insisteva Volontè. «al Lido si mostra la buccia esterna del cinema: qui a Venezia noi vogliamo discuterne i problemi sostanziali»: per esempio la funzione del gruppo cinematografico e delle altre strutture culturali dello Stato, la situazione economica del nostro cinema, il diritto degli autori alla libertà di espressione e alla proprietà dei film, l'abolizione della censura. Sono i temi di dibattito previsti per questi giorni. Lietta Tornabuoni l a e r o i à a (scl(ésgmigd Venezia. La celebre fotomodella negra Donyalc Luna, scoperta da Fellini, è l'interprete di « Salomè », il film di Carmelo Bene che sarà presentato al Lido (Telefoto Ansa)

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