Parma: folla ai funerali del giovane ucciso dai fascista nessun incidente di Francesco Fornari

Parma: folla ai funerali del giovane ucciso dai fascista nessun incidente Nella città emiliana c'é ancora una grave tensione Parma: folla ai funerali del giovane ucciso dai fascista nessun incidente Erano presenti i sindaci e i gonfaloni di numerosi Comuni - Sospeso il lavoro, in segno di lutto, nelle fabbriche - Proseguono le indagini - Un testimone dell'aggressione minacciato da estremisti di destra - Alcuni dubbi sulla versione fornita dal giovane che si accusa del delitto (Dal nostro inviato speciale) Parma, 28 agosto. Alle 17 la vita della città si è fermata: tutta Parma s'è riversata nelle strade per seguire i funerali del giovane Mariano Lupo, l'operaio ventenne assassinato sabato notte da un « commando » fascista. Gli operai hanno 'sospeso il lavoro e sono usciti dalle fabbriche, i negozi hanno abbassato le saracinesche, mentre migliaia di persone si assiepavano ai Iati delle strade lungo le quali sarebbe passato il corteo. Per tutto il giorno era continuato il pellegrinaggio nella sala della giunta nel palazzo comunale, dove era stata allestita la camera ardente. Accanto alla bara, vegliata da giovani appartenenti a « Lotta continua», con i rossi bracciali listati a lutto, un uomo e una dorma, gli occhi gonfi di lacrime: i genitori della vittima. Alle 17,30, mentre sulla piazza Garibaldi si diffondevano i rintocchi del campanone della torre civica, il corteo funebre si è mosso. Preceduta da trentanove corone — quasi tutte di garofani rossi — dai gonfaloni di Parma, Modena, Bologna e di altri Comuni dell'Emilia, dai sindaci con la fascia tricolore, da centinaia di bandiere ros- se, la bara, portata a spalle dai netturbini parmensi — i primi ad accorrere, sabato notte, sul luogo .dell'aggressione, dove hanno trovato il coltello a serramanico usato dall'assassino e sfuggito alle ricerche di agenti e carabinieri — è arrivata in piazza Picelli, nella città vecchia dove, cinquantanni fa, nell'agosto del '22, la popolazione si era opposta alle squadre fasciste e le aveva ricacciate dopo una battaglia durata quattro giorni: sassi contro fucili. Davanti ad una folla immensa, il senatore comunista Giacomo Ferrari ha ricordato la figura di Mariano Lupo, un «giovane immigrato che cercava una vita rnigliore e la possibilità di un onesto lavoro» e ha condannato la «violenza fascista» e le sue «continue provocazioni». La cerimonia s'è conclusa senza incidenti. Dopo l'assalto di ieri sera alla sede del msi, distrutta e incendiata, si temevano nuove azioni di vendetta. In questura è in corso un'inchiesta per accertare la responsabilità dei disordini di ieri. Quando i manifestanti sono arrivati davanti alla sede del msi, agenti e carabinieri erano consegnati in caserma e sono arrivati sul posto quando ormai i locali erano stati devastati. Sembra che un gruppo di cinquanta agenti, che avrebbe dovuto presidiare l'edificio, non sia stato fatto uscire perché quell'ordine non è mai stato dato. Il questore Gramellini ha detto stamane, in una conferenza-stampa, che « qualcosa non ha funzionato; gli agenti erano pronti ad intervenire in caso di disordini; quando sono stati avvertiti, era ormai troppo tardi ». L'assalto alla sede del msi è giunto improvviso e ha sorpreso anche gli organizzatori della dimostrazione, i quali hanno tentato, invano, di fermare un gruppo di scalmanati — per la verità assai esiguo — che ha abbattuto il portone e devastato gli uffici. Oggi, il sostituto procuratore della Repubblica, dottor La Marca, ha sentito altre persone che furono presenti all'assassinio del giovane operaio. C'è molta perplessità a Parma sulla confessione di Edgardo Bonazzi, l'estremista di destra che s'è costituito, sabato notte, a Roma, confessando di avere ucciso il Lupo. Trasferito, la stessa notte, a Parma, ieri mattina è stato interrogato a lungo dal magistrato. Da indiscrezioni è trapelato che il Bonazzi avrebbe detto d'essere stato aggredito dal Lupo e da alcuni suoi amici davanti al cinema Roma e di aver estratto il coltello per difendersi. Il giovane avrebbe anche negato di aver agito per motivi politici, affermando, invece, che tra lui e la vittima da tempo non correva buon sangue per « questione di donne » Una spiegazione che viene respinta dagli amici della vittima, Alfonso Piazza e Giancarlo Abiondi, presenti alla sanguinosa aggressione. « Ci hanno attirati in un tranello, ripete l'Ablondi, ma non volevano noi, cercavano soltanto Mariano ». Il giovane ha confermato di aver visto Andrea Ringozzi, arrestato ieri a Napoli con l'ultimo componente il commando. Luigi Saporito, colpire il Lupo con « qualcosa di molto | simile ad un pugnale », meni tre altri due tenevano ferma la vittima. Ieri Giancarlo Abiondi men| tre usciva dalla questura è ; stato avvicinato da alcuni fa! scisti, a bordo di un'auto tar' gata Parma, che gli hanno ! detto: « Ti faremo fare la fiI ne di Lupo ». Altri testimoni sarebbero stati minacciati. Il clima di tensione permane. I testi vengono intimiditi perché, sostengono molti a Parma, si vuole mascherare la verità. Si afferma che il Bonazzi si sarebbe accollato la responsabilità dell' omicidio al posto del Ringozzi ubbidendo ad ordini ricevuti a Roma. E ricordano che il giovane era stato ricoverato in cmreitbc«aavdpupsmmtdc casa di cura (secondo i familiari, invece, si sarebbe curato a casa per un grave esaurimento nervoso) e che, in passato, aveva corteggiato la fidanzata del Lupo, Gabriella Signifredi, 19 anni, cassiera del Cinema Roma. «Due elementi, affermano gli amici della vittima, in base ai quali può sperare di cavarsela con una lieve condanna. Non più delitto poli¬ tico, ma seminfermità mentale e il gioco è fatto ». Comunque, a Parma sono in parecchi a ricordare le continue minacce e violenze di cui era stato bersaglio il Lupo negli ultimi tre mesi. « Era terrorizzato, dicono i conoscenti, lo hanno sottoposto ad una snervante tortura morale e alla fine l'hanno ucciso ». Francesco Fornari