Primo veto della Cina all'Orni in dura polemica con la Russia di Ennio Caretto

Primo veto della Cina all'Orni in dura polemica con la Russia Per l'ammissione del nuovo stato del Bangla Desh Primo veto della Cina all'Orni in dura polemica con la Russia Il delegato di Pechino: "L'unico scopo sovietico è di rafforzare il controllo sul subcontinente ìndia- II russo: "E' ironico che proprio la Cina, esclusa per 20 anni dall'Onu, si comporti ora così" no (Dal nostro corrispondente) New York, 26 agosto. La Cina ha posto ieri il veto, al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per l'ingresso del Bangla Desh alle Nazioni Unite. Il governo di Dacca, a quanto si ritiene, ricorrerà all'Assemblea generale, che si riunirà per tre mesi, a partire dal 19 settembre. V'è qualche possibilità — si pensa in questo capitolo dell'organizzazione internazionale — che la Cina ritiri il veto prima del dibattito; se ciò non avvenisse, con ogni probabilità l'assemblea generale ordinerà al Consiglio di Sicurezza di riesaminare l'intera questione. La Jugoslavia ha già preparato una mozione per la riforma del regolamento sull'ammissione di nuovi Paesi membri all'Orni (attualmente i membri sono 132). Che cosa ha spinto ieri la Cina ad esercitare, per la prima volta, il diritto di veto che compete alle cinque grandi, quali rappresentanti permanenti al Consiglio di sicurezza? L'ambasciatore cinese Huang Huà ha affermato che « si tratta di una questione di principio », e si è rifatto alle mozioni dell'Assemblea generale, in occasione del conflitto indo-pakistano. Le mozioni stabilivano il ritiro delle truppe indiane dal territorio del Bangla Desh e la restituzione al Pakistan dei prigionieri di guerra. Secondo la Cina, esse non sono state ancora attuate, di qui il veto. Come osserva stamane il « Washington Post », la Cina ha agito però, non solo per una questione di principio, ma anche con precisi obiettivi politici. Essa è impegnata a contenere l'espansione sovietica in Asia: ed in ciò è appoggiata dal Pakistan, e ostacolata dall'india. Il discorso di Huang Huà, prima del veto, è stato molto chiaro: « L'unico scopo dell'imperialismo socialista sovietico — egli ba detto — è di rafforzare il proprio controllo dell'India e del Bangla Desh, di allargare la sua sfera di influenza ». Huang Huà ha addirittura accusato l'Urss « di aver concluso un'alleanza aggressiva» con l'India, e di esercitare « un ruolo insidioso nel Sud Est asiatico ». Secondo l'ambasciatore cinese, l'India non può più essere considerata un paese non allineato. Il rappresentante sovietico ha reagito con sarcasmo alle accuse. Ha dichiarato Viktor Issraelyan: « I cinesi non sono neppure originali: ripetono semplieemente quanto diceva Foster Dulles ». E ha aggiunto: «E' ironico che proprio la Cina, esclusa per oltre vent'anni dall'Onu a causa degli imperialisti, si comporti ora così ». Il New York Times commenta stamattina l'accaduto in modo negativo. Esso osserva che la diplomazia del ping pong « ha fatto un brutto capitombolo », e che la frattura tra la Cina e l'Urss minaccia di portare un grave elemento di disordine al Palazzo di vetro. Ennio Caretto *

Persone citate: Foster Dulles, Huang Huà, Viktor Issraelyan