E' fermato l'amico dei jugoslavi uccisi Il sospetto di una "vendetta,, ustascia di Giuliano Marchesini

E' fermato l'amico dei jugoslavi uccisi Il sospetto di una "vendetta,, ustascia Indagini sulla strage della famiglia a San Dona di Piave E' fermato l'amico dei jugoslavi uccisi Il sospetto di una "vendetta,, ustascia Il giovane che era stato con i coniugi e la bimba assassinati in vacanza a Stretti di Eraclea è stato trovato nella casa della madre ad Abbazia - E' considerato un "testimone importante" - Si proclama innocente e forse il suo alibi può reggere - Non si esclude che si tratti di un "feroce regolamento di conti" (Dal nostro inviato speciale) S. Dona di Piave, 26 agosto. Il ventiseienne Vinko Sindicich, considerato «testimone importante» per l'inchiesta sulla tragedia della famiglia .iugoslava, sterminata a colpi di pistola a bordo di un'auto a S. Dona di Piave, è stato rintracciato dalla polizia ad Abbazia, nei pressi di Fiume. Il giovane era nell'abitazione della madre. Condotto al segretariato agli Affari interni di Fiume, j è stato interrogato a lungo. | Secondo quanto si è potuto I apprendere, Vinko Sindicich si sarebbe dichiarato del tut- \l,0 estraneo al tragiro episo- dio di S. Dona di Piave. Avrebbe detto di essere par¬ tito subito, dopo aver lasciato la pensione di Stretti di Eraclea e di aver raggiunto la cittadina del Quarnaro passando per Trieste; poi non si sarebbe più mosso dalla casa della madre. Pare che quest'ultima dichiarazione sia stata confermata da alcuni testimoni. La notizia che lo slavo era stato rintracciato è stata data questa sera agli inquirenti veneziani, i quali hanno chiesto alle autorità di Fiume l'autorizzazione per interrogare a loro volta il giovane. L'unica persona in grado di dire qualcosa sull'ultimo scorcio di vita di Stefano Sevo e Tatiana Bahorich, vitti- me con la piccola Rosemarie del feroce assassinio, potrebbe essere infatti Vinko Sindicich. E' confermato che il giovane prese alloggio nella stessa locanda, a Stretti di Eraclea, dove avevano prenotato una stanza i due coniugi con la bambina. Rimase poco più di ventiquattro ore, poi ripartì. Gli inquirenti mantengono frattanto i contatti con l'Interpol, nella speranza di ricavare qualche indicazione che permetta di fare breccia nel mistero che ancora avvolge questo delitto. Pare, comunque, che finora le notizie siano piuttosto scarse. Si sa che Stefano Sevo gestiva una trattoria con alloggio alla periferia di Stoccarda, e si è stabilito che Vinko Sindicich era socio nella conduzione di quella locanda. Niente altro, per il momento. Stefano Sevo, con la moglie e la bambina, è tornato a Stretti di Eraclea perché la vacanza trascorsa qui lo scorso anno l'aveva lasciato particolarmente soddisfatto. « Ci rivedremo l'anno prossimo », aveva detto sorridente al momento della partenza. Un paio di settimane fa ha ripetuto il lungo viaggio in auto dalla Germania ed è arrivato puntuale. Quella dei Sevo appariva come una delle tante famiglie straniere che ad ogni estate vanno a popolare i centri del Veneto. « Gente tranquilla », dicono alla pensione. Nessuna ansia sembrava incrinare il soggiorno italiano di questi turisti. I due coniugi passavano giornate tutte uguali: parecchie ore al mare, la bimba che giocava, poi il ritorno alla locanda per la cena. E qualche sera una breve gita in auto nei dintorni. Soltanto una volta Stefano Sevo ha interrotto questo metodico trascorrere della villeggiatura, per fare una telefonata. Mercoledì, verso le 22, l'uomo ha composto un numero di Stoccarda e ha parlato piuttosto a lungo. Forse era qualcosa di importante, forse soltanto una banale conversazione, per salutare qualche amico o per sapere come andavano le cose alla trattoria. L'altra sera, quando arrivano davanti al chiosco delle angurie, nel centro di San Dona di Piave, Stefano Sevo e Tatiana Bahorich si mostrano ancora tranquilli. Lui scambia qualche parola con la proprietaria della bancarella, scoppia in una fragorosa risata a una battuta scherzosa della donna. Ci sono soltanto i due coniugi e la bimba, nessuno ha visto altre persone accompagnarli, o aspettarli nelle vicinanze. Pochi minuti dopo, appena attraversato il paese e imboccata la strada in direzione di Caorle, i tre turisti jugoslavi piombano nella tra¬ gedia La vita quieta della famiglia è d'improvviso sconvolta, distrutta da una ventata incredibile di ferocia: i colpi di pistola sull'auto, la vettura impazzita che finisce nel fossato. Perché un simile delitto, chi può essere l'assassino9 Tutto, per ora, rimane immerso nel buio. C'è la testimonianza di due giovani sposi, che si trovavano a una trentina di metri di distanza nel momento in cui la vettura è uscita di strada. Raccontano di aver visto un'ombra, poco lontano dall'auto, risalire la scarpata e scomparire nel mezzo di un vigneto. Non possono fornire che una descrizione sommaria: un uomo di media statura, non molto robusto. E', finora, l'unico elemento per le ricerche, per le battute nelle campagne. In quale tratto di strada l'omicida è riuscito a salire sulla vettura dei tre jugoslavi? Resta un mistero anche questo. L'assassino de"e aver preso posto sul sedile posteriore, e ha atteso che la Nsu procedesse a velocità ridotta, all'uscita da una curva, per compiere la strage. L'uso del silenziatore induce a ritenere che si tratti di un delitto premeditato. E non si trova ancora il movente, si accumulano soltanto congetture. Qualcuno non esclude che il crimine sia un «feroce regolamento di conti» da inserirsi in certi movimenti di ustascia. Giuliano Marchesini

Persone citate: Stefano Sevo, Tatiana Bahorich, Vinko Sindicich