Per gli scambi con l'estero passivo di 134 miliardi nei primi 6 mesi '72
Per gli scambi con l'estero passivo di 134 miliardi nei primi 6 mesi '72 Secondo i dati definitivi dell'Istituto di statistica Per gli scambi con l'estero passivo di 134 miliardi nei primi 6 mesi '72 Il deficit, nello stesso periodo del '71, fu di 498 miliardi - Nel disavanzo ha inciso fortemente la bilancia alimentare - In giugno si è registrato un attivo di 25 miliardi di lire i , i e Roma, 24 agosto. Il deficit del commercio cstero italiano al termine del primo semestre, secondo i dati ufficiosi dell'Istat. e risultato pari a 134 miliardi, rispetto ai 49S miliardi di un anno fa. Permane, tuttavia, l'elevato deficit alimentare (634 miliardi in sei mesi), causa di rigidità nella offerta interna e, quindi, elemento concorrente a determinare, poi, alti prezzi di vendita al consumo. Durante il semestre le esportazioni sono ammontate a 5254 miliardi di lire, con un aumento del 1S per cento sullo stesso periodo "il, mentre le importazioni sono progredite dell'8,8 per cento a 5388 miliardi di lire. Queste cifre equivalgono a un interscambio merci di 59 miliardi di lire al giorno attraverso i nostri confini. 1 dati Istat. inoltre, precisano anche che il solo mese di giugno lia registrato un avanzo (25 miliardi) rispetto a un disavanzo (81 miliardi) di un anno fa: in complesso in giugno sono state importate merci per 900 miliardi e ne sono state esportate per 926. Quest'ultimo dato costituisce un record, secondo soltanto ai 937 miliardi di merci esportate i ì nello scorso dicembre. Sempre alla luce dei dati Istat, è possibile stabilire che l'interscambio con i paesi Cee è in quasi perfetto equilibrio, mentre un avanzo di 179 miliardi viene conseguito negli scambi con i paesi Efta e uno di 216 miliardi con gli altri paesi dell'Eu- ropa occidentale. L'Europa orientale vanta, invece, un credito di 80 miliardi nei nostri confronti e uno di 21 miliardi i Paesi africani associati alla Cee. Nella graduatoria dei paesi dai quali importiamo, è in testa la Germania Federale con 1082 miliardi, seguita dalla Francia con 843 e -dagli Usa con 490. Nelle esportazioni, il più grosso « cliente » è ancora la Germania con 1194 miliardi, ancora la Francia è al secondo con 766 e al terzo gli Usa con 506 miliardi. Sotto il profilo merceologico l'elemento di maggiore interesse e costituito dalla suddivisione del saldo semestrale in «alimentare» e «nonalimentare »: su un saldo ne- gativo per 134 miliardi, si ri leva un deficit di 634 miliar- per i di per le derrate « alimentari » e un avanzo di 500 miliardi per i prodotti « nonalimentari ». La struttura accentrata delle operazioni internazionali e l'incapacità del sistema economico italiano a produrre tanti alimentari quanti ne occorrono al fabbisogno interno conducono, molto probabilmente, a una sensibile rigidità dell'offerta — documentata dalle cifre che precedono — cui conseguono i cosi frequentati e lamentati aumenti nei prezzi al consumatore. Secondo i dati ufficiali, nel settore alhnentare, solo due « voci » si presentano al rendiconto semestrale con un saldo « più »: si tratta delle bevande con un avanzo di 71 miliardi (in gran parte vino) e degli ortofrutticoli con 166 miliardi. Tutte le altre sono in deficit e alcune con importi di eccezionale rilievo: in sei mesi il disavanzo è stalo di 459 miliardi per la curne ed il pesce, di 117 miliardi per il burro e gli oli e dì 113 miliardi per i cereali. In complesso, abbiamo importalo derrate per 1053 miliardi (meno del 20 per cento delle importazioni totali) e ne abbiamo esportale | per 419 (V8 per cento del to' tale), con un disavanzo — come si è detto — di 634 miliardi di lire. Come dire che — a prezzi d'importazione (cui andrebbero, poi, aggiunti oneri fiscali, di trasporto, di lavorazione ulteriori, oltre agli oneri non indifferenti di intermediazione commerciale — il deficit prò capite delle derrate alimentari e stato pa ri a quasi 12 mila lire. (Ag. Italia)
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