Il prezzo della stessa merce varia secondo la zona e l'ora

Il prezzo della stessa merce varia secondo la zona e l'ora L'IRRITANTE FENOMENO DEGLI AUMENTI Il prezzo della stessa merce varia secondo la zona e l'ora Pesche a 450 lire in centro, meno della metà a Porta Palazzo - Sui mercati rionali le quotazioni crollano dopo mezzogiorno - L'Alleanza Cooperativa vende il parmigiano 40 lire all'etto meno dei negozi - I carabinieri hanno controllato 1500 esercizi in città e provincia: 285 commercianti denunciati perché mancavano i cartellini dei prezzi « Nei negozi del centro ci sono prezzi che fanno rabbrividire — scrive una lettrice —. Voglio fare un esempio. Nei giorni scorsi ho pagato le pesche 450 lire il chilo, mentre alcune mie amiche più giovani che sono potute andare a Porta Palazzo hanno speso meno della metà per le stesse pesche; così peperoni, pomodori, melanzane e tutti i generi alimentari. Capisco che i negozianti, specialmente quelli della mia zona, hanno molte spese per personale e tasse, ma tutto ha un limite ». I torinesi hanno l'impressione di essere in balia di un sistema troppo spesso dominato dall'arbitrio e chiedono « rigorosi controlli ». La moglie di un operaio scrive: « La borsa della spesa è un tormento quotidiano. Si stanzia una ci/ra e non si riesce a farla bastare. Io non mi dò pace degli aumenti perche secondo ì posti e persino le ore t prezzi cambiano. Chi può andare al vicrcalo ira mezzogiorno e l'una trova ottime occasioni tacendo i "blocchi " della trutta c della verdura e spende molto meno di me che abito lontano e a quell'ora devo mettere hi tavola per la famiglia. Dovrebbe esserci una regola uguale per lutti ». Un pensionato in difficoltà domanda: «Non c'è nessuno clic ha il coraggio di prendere le redini e staffilare i barbari cavalli? », La denuncia delle disparita dei prezzi, fatta dai nostri lettori è fondata e rappresenta uno scon cenante aspetto dei rincari. Per avere una conferma di questo irritante andamento del mercato basta confrontare i cartellini dei negozi con quelli degli spacci del l'Alleanza Cooperativa, organismo complesso, con molto personale e forti spese di gestione. Esaminiamo alcuni generi di largo consumo. Il parmigiano di prima qualità, che i negozianti vendono sulle 340-860 lire l'etto, si vende negli spacci dell'Alleanza a 320 lire. Il prosciutto cru do, che dai salumai si paga dal le 550 alle 600 lire l'etto, nei su percoop e negli spacci della Cooperativa costa 480 lire. Il prezzo del prosciutto cotto di prima qualità oscilla nei negozi dalle 250 alle 300 lire l'etto; all'Alleanza è di 210 lire (11 prosciutto di spalla 170 lire l'etto). Dicono i commercianti: « Bisogna vedere di quali tipi si tratta ». Rispondono i dirigenti dell'Alleanza Cooperativa: « Sono gli stessi dei negozi. Comperiamo dalle stesse ditte ». Gli ispettori dell'ente hanno fatto una indagine sui prezzi praticati a Torino ed il conto della spesa. E' risultato che su 10 mila lire di merce la massaia risparmia dalle 400 alle 500 lire acquistando nei supercoop e negli spacci dell'Alleanza. Per stroncare il fenomeno delle differenze ingiustificate nei prezzi al minuto, il Comune ha deciso di aumentare la vigilanza sui cartellini. Questo compito è affidato ai vigili urbani ed ai rilevatori annonari. Gli addetti al servizi dell'annona attribuiscono molta importanza ai controlli, perché i cartellini orientano il consumatore negli acquisti dandogli la possibilità di fare confronti prima di entrare in un negozio e rendono praticamente impossibili certi arbitrari rialzi. Anche i carabinieri hanno intensificato la vigilanza sull'esposizione dei cartellini per invito del prefetto. Il gruppo di Torino ha visitato, negli ultimi due giorni, 1500 negozi in città e provincia. Di questi, 285 non erano in regola e sono stati segnalati al pretore per la contravvenzione, in base alla legge n. 426 dell'11 giugno '71, all'obbligo del cartellino del prezzo. Gli evasori a tale norma sono così ripartiti: 160 a Torino, 44 nella zona di Moncalieri, 20 in quella di Venaria, 15 nel Chierese, 13 nella zona di Chivasso, 12 in quella di Ivrea, 8 a Susa e dintorni, 3 nel Pinerolese. Oggi 1 rappresentanti di tutte le categorie commerciali si riuniranno presso l'Associazione in via Massena 20 per fare un esame dei prezzi in vista dell'incontro di lunedi con l'assessore all'annona on. CosUmiagna. Il pun¬ tcdsmdndmcCntdfls(sGsce to' di vista dei tecnici dell'Associazione ci è stato espresso dal direttore dott. Bottinelli. « Non si può ignorare la realtà del momento — ci ha detto — Il costo della vita è in ascesa, ma questa non è una spiacevole prerogativa del nostro Paese. Il fenomeno È mondiale. Come risulta dalla recente nota congiunturale dilla Ccc, nei primi sei mesi dell'anno Il costo della vita e aumentato del 4.4 per cento in Olanda, del 3,2 per cento nella Germania federale, del 2,8 per cento in Italia, mentre Francia, Belgio e Lussemburgo sono a breve distanza (2,7 per centoI. Rincari del costo della vita si segnalano in tutti gli altri Paesi, specialmente Gran Bretagna, Stati Uniti, Paesi nordici c Svizzera ». Ha aggiunto: « Il consumatore, che non si Interessa dt economia e di rapporti internazionali, dal gran clamore di questi giorni è indotto a pensare Che il responsabile della situazione sia il dettagliante con ti quale viene giornalmente a contatto. Ma se si conduce un'indagine meno superficiale si constata che gli aumenti dei prezzi derivano dall'andamento delle quotazioni all'origine. Con ciò non s'intende scaricare ogni responsabilità sui produttori, che a loro volta sono indotti a ritocchi per i maggiori costi o per scarsità di merce ». Secondo il dott. Bottinelli « per ì prodotti alimentari ha notevole influenza la politica agricola del Mercato comune, diretta a sostenere i produttori con la fissazione dei prezzi di intervento. Ad esempio è già scontato fin d'ora che con il 15 settembre avremo un ulteriore, se pur modesto, aumento del prezzo del burro: circa il 3 per cento ». Si deve dunque assistere inerti al progressivo rialzo dei prezzi? Risposta: « Contro gli aumenti conseguenti alla svalutazione stri¬ sciante non vi sono rimedi. Ritengo tuttavia che un ruolo importante possa essere svolto dai consumatori indirizzando le scelte verso prodotti di buona qualità, senza spingere la domanda del tipi più pregiati di cui vi è minore disponibilità sul mercato ». I tecnici dell'Associazione si rivolgono a tutti gli operatori di categoria. « Un avveduto titolare di negozio che vuole allargare e conservare la sua clientela — affermano — sa di non essere solo un venditore dt merci, ma so¬ prattutto di servizi con il compito di consigliare il consumatore. Inoltre il commerciante ha il dovere di opporre resistenza a tendenze inflazionistiche discutendo con i fornitori e non accettando supinamente tutti gli aumenti richiesti ». Il sistema tradizionale di vendita ha fatto 11 suo tempo. « Il commerciante deve abbandonare lo spiccato spirito individualista che lo contraddistingue ed aderire a quelle forme di collaborazione economica che sono i gruppi d'acquisto ».

Persone citate: Bottinelli