Testamento d'uno stoico

Testamento d'uno stoico Testamento d'uno stoico Nel leggere la bella pagina clic Guido Piovenc dedicò a Piero Martinetti ed al suo Breviario spirituale (più di recente, ho anche goduto le Pagine di saggezza di Cantoni), rievocavo il filosofo canavésano, clic lu l'avventura dei mici anni «li liceo. Torino, liceo Alfieri; l'ultimo anno che Martinetti insegnava nelle scuole secondarie, prima dell'Università: professore di eccezione, lo compresi. Nel Breviario lio ritrovato qualcosa delle sue parole di allora, del suo metodo socratico di attaccare le frasi sempre ripetute, i postulati sempre ammessi. Lo risento ancora dire: — Comoda scusa, insogna pur vivere! *; c Non c'è qualco- il «I perche ma sa di meglio, di più alto, che il trascinare una qualsiasi vita? E nel Breviario ho ritrovato altresì le parole clic, inorgoglirono l'adolescente, spesso irriso per il suo amore per gli animali, perché credeva anche per questi ci fosse un progredire, la sofferenza dell'animale non fosse lontana da quella dell'uomo; che l'irridervi fosse indizio di una helluinità che presto o lardi si sarebbe scatenata sugli altri uomini. Sicché non m'inalberai quando sentii Martinetti parlare di una superiorità del buddismo sul cristianesimo per questo aspetto — perche il cristianesimo non predica' la pietà per gli animali —, come invece m'inalberai quando lo sentii negare la possibilità del miracolo, clic altererebbe le leggi della natura. Ma l'esistenza di leggi immutabili della n.iilira è un'ipotesi di studio, non una verità dimostrata, pensava l'adolescente di allora. Ero persuaso, per queste posizioni antidogmatiche, che avevo poi più tardi ritrovato in note opere di Martinetti, ch'egli fosse un deista, che non credesse nella immortalità dei singoli; il Breviario mi ha mostrato che erravo; •ma quelle pagine, in cui afferma che nell'uomo vi c qualcosa di supcriore alla morte, e la difficoltà non consiste già nel credere in una sopravvivenza, ma ncll'avvisare a come possa aversi una continuità ira la nostra vita ed una forma superiore di esistenza, rispondono talmente ai pensieri di questi mici lardi anni^ d.i chiedermi se da allora non sia maturato in me, per quello che è il lavorio «lei persuasori occulti, il germe di qualche parola di Martinetti, allora non avvertita. L'anno di nascita di Martinetti è pur quello della morte di Mazzini. In comune il rigorismo morale; oggi lo si battezza volentieri per giansenismo; e certo la madre di Mazzini aveva frequentato preti giansenisti, e Ruffini ci ha detto dei preti canavesani indicali come giansenisti che avev.i conosciuto sua madre: un giansenismo non teologico, tutto elico, la battaglia dell'uomo conno le tentazioni, l'avversione ad ogni compromesso. Ma mentre Mazzini abbracciava tutti gli uomini nelle sue speranze, credeva possibile (pur senza sognare sovvertimenti sociali, scomparsa di ceti; contrapponendo alla formili, i della lotta di classe quella del diritto che scaturisce dal dovere compiuto) una elevazione generale, Martinetti è qui davvero prossimo ai signori il' "ort-Royal, fiducioso soltanto negli uomini di cultura. L'i. tei inazione della uguaglianza vale «come principio ideale, cioè sotto il rispetto del fine clic tutti gli uomini devono ugualmente realizzare, non è l'affermazione di tino stato dì fatto: anche nell'ordine morule un'assoluta uguaglianza di fatto c un assurdo che non potrà venir mai realizzato. Il piiinipio d'ineguaglianza regna nella stessa natura,., soprattutto nel campo spirituale vi sono degli abissi fra uomo ed uomo... ora a questa disuguaglianza minale deve naturalmente corrispondere unii disuguaglianza nelle funzioni sociali e nel diritto»; bisogna partire da questo stato di fatto « per avvicinare gli uomini il pili clic sia possi/ale all'ideale della lino perfetti! uguaglianza nel valore monile e nel diritto -. E nelle pagine sulla donna Martinetti si mostra più che tradizionalista. 11 Breviario c il libro di uno stlaapdmpapmlasuquecdudrsegdml«usscapaclmlmtvqinspveco e i e è . o l , stoico, tutto intento a scolpire la propria perfezione morale, ad essere sempre libero dalle passioni, ad avere il minima di bisogni per fruire della massima libertà morale, nitri però che si sia più prossimi agli stoici greci, che contrappongono i saggi agli stolti, e mentre scorgono una fratellanza tra i saggi di ogni Paese, vedono tra saggi e stolti una distanza (quasi pari a quella clic altri scorge tra gli uomini delle classi superiori e gli schiavi, che non agli stoici romani, più aperti all'idea di una già attuale fraternità universale. Questo uomo della ragione di Martinetti anche nella esteriorità rispecchierà la sua essenza; niente lusso nella casa e negli abiti, ma «decenza signorile-» dell'esteriorità; cura del corpo, podismo e ciclismo, ma l'eccessivo entusiasmo per le gare sportive ed i campioni « minaccili di degenerare in una nuova-forma di rozzezza spirituale»; non desidera essere povero, perché conosce che la povertà è un ostacolo al libero sviluppo delle proprie forze, ma non ambirà mai alla ricchezza che facilmente corrompe la volontà e (iacea l'energia. Siamo ancora al mondo classico, lo stoico è l'uomo delle classi elevate o medie, cui questi atteggiamenti non sono ardui. Giustamente Piovcne scriveva che un Breviario come quello di Martinetti sarebbe impensabile oggi. Martinetti non aveva punto l'ideale egoistico di un saggio che contempli se stesso, bensì considerava l'uomo sociale, il cittadino, e riteneva inutile ricchezza il perfezionamento del singolo che non lo portasse poi a bene operare a vantaggio degli altri; tuttavia indubbiamente molte pagine rimarrebbero ostiche oggi, mentre ripugna a troppi tutto ciò clic richiama a gerarchie; e molli rilutterebbero quest'idea di una perfezione cui si deve aspirare, cui ci si può accostare, ma che non si può mai raggiungere integralmente perché essa risiede oltre la vita, oltre la natura dell'uomo contingente; dell'uomo decaduto, per il cristiano. E tuttavia guai ad arrendersi all'effimero spirito del tempo, sacrificandogli quella che è la saggezza connine a tulli i secoli; guai, per contemplare il gruppo, per inneggiare alla vita di gruppo sotto ogni suo aspetto, a dimenticare l'uomo singolo che è in sé un universo, inconfondibile con ogni altro essere. Se il Breviario va ritoccato, è nel ricordare che quel tanto di perfezione di cui l'uomo è capace non è appannaggio di alcuna classe; che la ragione cui si rifa Martinetti per vincere le passioni, la brama di guadagno, non e un retaggio dell'uomo colto; anche l'analfabeta può averla. Oggi la Chiesa insegna che per molte vie si può giungere a Dio e per infinite Dio può scendere agli uomini. Ci sono stati santi umilissimi, che pervenivano al distacco, alla rinuncia, all'operare incessante a favore di altri uomini, sorretti dall'amore verso Dio; lo stoicismo si ricollega al diritto naturale, sempre asseverato dai credenti; le dtje conce/io ni del diritto naturale, un senso del bene e del fnalc* infuso da Dio nelle coscienze dcj uomini, il diritto che nasce dalla ragione, non sono concezioni inconciliabili, neppure contrastanti: direi anzi siano le dui- facce di un unico loglio. A. C. Jemolo (n

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