"Visconti si sta riprendendo,, Il fratello ci parla della malattia di Francesco Fornari

"Visconti si sta riprendendo,, Il fratello ci parla della malattia All'ospedale di Zurigo, prima dichiarazione rassicurante "Visconti si sta riprendendo,, Il fratello ci parla della malattia Il silenzio intorno alle condizioni del paziente è stato tenuto "per evitare tutta questa pubblicità" - Il celebre regista è stato colpito da un attacco cerebrale: non ci sarà bisogno di operazione, guarirà col riposo e la rinuncia al fumo - Due collaboratori giunti da Roma per il montaggio del film "Ludwig" (Dal nostro inviato speciale) Zurigo, 23 agosto. «Mio fratello in fin di vita, mio fratello che lotta con la morte. Che assurdità, quante sciocchezze», dice Edoardo Visconti, fratello del regista. Siamo al nono piano dell'ospedale cantonale, nel reparto neurochirurgico del professor Hugo Krayenbuehl, davanti alla porta (chiusa) della camera 35, dove da una settimana Luchino Visconti è ricoverato. Poco lontano la sorella liberta e la cugina Ida conversano fra loro, infermiere scivolano silenziose e indaffarate lungo il lucido corridoio. Nessuno bada a noi. Dopo un'altalena di notizie corjriddittorie, questa che mi ha tatto il fratello è la prima dichiarazione ufficiale sulle reali condizioni del regista. "Notizie false" Edoardo Visconti — il portamento eretto, lo stesso viso segnato da rughe profonde di Luchino — non nasconde la sua irritazione per «tutta questa ridda di notizie false che sono state messe in giro». Parla di speculazione giornalistica, ma, quando glielo faccio notare, ammette, forse, che il grande mistero degli ul- e . - e i i i e a, ò a ri i. o di o e e e o e si s timi giorni intorno al regista può aver dato adito a sospetti. Soltanto oggi, per la prima volta, la cortina di riserbo è stata tolta, durante questo nostro «fortunoso» incentro nel corridoio dell'ospedale. Fino a stamane tutto ciò che riguardava il malato della camera 35 era-tenuto segreto. Nei giorni scorsi c'erano state indiscrezioni, fughe di notizie più o meno reali: il personale aveva ricevuto ordini ferrei. Nessuna dichiarazione. Così, quando stamane mi sono presentato per la prima volta in ospedale, sono stato accolto da una severa capo infermiera — una donna energica che non sorride mai — che alle mie domande ha risposto seccamente: «Non posso dire nulla, non sono, autorizzata Chieda al professore». Ma il professor Krayenbuehl è stato impegnato in sala operatoria fino alle 15, poi ha dovuto presenziare agli esami degli studenti e non è stato possibi le avvicinarlo. Miglior fortu na non mi era toccata quando avevo tentato di parlare con i parenti del regista. Dopo molte esitazioni, avevano acconsentito di annunciarmi, ma non ero stato ricevuto. Dallo spiraglio della porta avevo intravisto all'interno della stanza. Una camera grande, ariosa, con ampie finestre che si aprono sui giardini della facoltà di Medicina. Quasi nel centro il letto, intorno due infermiere. Per un attimo avevo potuto scorgere il viso di Luchino Visconti, pallido, affilato. Il braccio sinistro mollemente appoggiato sulle caper, te. Inerte. «Cerchi di. capire — dict Edoardo Visconti —, dobbiamo cautelarci. Luchino non può essere disturbato. Ha bisogno di riposo. Nessun mistero: volevamo soltanto evitare tutta questa pubblicità». Adesso che ha incominciato a parlare, scompaiono le ultime tracce dell'irritazione di prima, disteso, sorride tranquillo. «Non sarei cosi rilassato se le cose andassero male. Mio fratello si sta riprendendo. Le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione. Non è mai stato in pericolo di vita, neppure nei primi giorni». Perché, allora, è stato trasferito in questo ospedale da Roma in gran segreto? «Abbiamo cercato di evitare che giornalisti e fotografi si precipitassero all'aeroporto. Purtroppo ci siamo riusciti solo in parte. Quello stesso giorno, sullo stesso aereo, è stato portato anche un cognato di mio fratello, colpito dal medesimo male. Adesso è ricoverato in questo ospedale. Anche per questo motivo avevamo tentato di mantenere segreta la notizia». Domando ancora: se suo fratello non era grave, perché venire in Svizzera? «Abbiamo voluto che fosse visitato dal professor Krayenbuehl, uno sinlievLumotrómoto comstaLfludechrebte»notrarebcoqugnPedi pechlavblprchdifilarsu«Nsolofispdimglsascmvcamddscsèel I dei migliori neurochirurghi ) idei mondo». In questi giorni ri- i si è Parlato con insistenza di g», e6. a, ernla ore rimi una probabile operazione. E vero? «Assolutamente no. Luchino è stato sottoposto a nuovi esami, nel corso dei quali si è accertato che non esiste un embolo. Soltanto in questo caso l'intervento sarebbe stato necessario». lì famoso regista è stato colpito da uno spasmo cerebrale che non dovrebbe lasciare conseguenze. «Bisogna essere mol- lo j to cauti — afferma il fratello . — c'è sempre il pericolo che ue | possa ripetersi. Ma non è il to i caso di drammatizzare. Fra vo ' qualche giorno verrà probana ! bilmente trasferito nel repar- en ài to fisioterapico, dove, con , una ginnastica adeguata, re- ài \ cupererà la completa mobili tà del braccio e della gamba | . a e sinistra che hanno subito una lieve paralisi. Ma già adesso Luchino si alza, trascorre molto tempo seduto in poltróna. Chiacchiera. E' di ottimo umore. Si lamenta soltanto perché non può mangiare come vorrebbe. E' sempre stato una buona forchetta». "E' allegro" La conversazione è ormai fluida. «Vorrei che lei lo vedesse. E' allegro: sono sicuro che dopo cinque minuti riderebbe anche lei alle sue battute». Purtroppo questo favore non mi è concesso. «Se entrasse lei, domani ne arriverebbero almeno altri venti con la stessa richiesta. In questi giorni Luchino ha bisogno soltanto di tranquillità. Persino noi parenti evitiamo di sostare a lungo al suo capezzale per non affaticarlo». Edoardo Visconti afferma che il fratello ha già ripreso a lavorare. «In maniera molto blanda, come è naturale. E' preoccupato per il ritardo che ha subito la lavorazione di Ludwig, il suo ultimo film». Stasera, o domattina, arriveranno da Roma due suoi collaboratori. Quali? «Non me lo chieda. Non posso rispondere — dice il fratello — altrimenti i suoi colleghi finiscono con l'assediare l'ospedale». Dopo tante notizie contraddittorie e drammatiche, finalmente si è aperto uno spiraglio sulle recai condizioni dì salute del celebre regista. Visconti ha 66 anni, fa del cinema da almeno trenta. In Ludwig viene rievocata la vicenda sconcertante e tragica di Luigi II di Baviera, che morì pazzo e suicida nel 1866, dopo venti anni di regno. E' il decimo film del grande regista realizzato nei luoghi stessi che videro «l'inesorabile discesa» di Luigi II. Visconti si è documentato meticolosa¬ mente, come d'abitudine. Ha voìuto persino visitare la tomba del re, «una vecchia cassa coperta di polvere, fra tante altre casse coperte di polvere» (le bare dei Wittelsbasch) custodite dai gesuiti nei sotterranei della chiesa di S. Michele a Monaco. «Si è sottoposto a fatiche e disagi non indifferenti — dice il fratello — ha profuso un'enorme quantità di energie in questo lavoro». Questa è, forse, la causa del suo male. «Insieme con le sigarette. Luchino è un fumatore accanito. Ma ora dovrà rinunciare completamente al piacere del fumo». Ludwig, ormai ultimato, è fermo in sala di montaggio. Forse l'operazione più delicata, dove necessita la sensibilità e il tocco del suo autore. per farne una pellicola in grado di reggere il confronto con le altre dirette dal grande regista. Luchino Visconti non ha ancora terminato la sua fatica. In ospedale, mentre ìe notizie più disastrose sulla sua salute correvano per il mondo, ha continuato a lavorare. «Gli si può togliere tutto — dice Edoardo Visconti — ma non il lavoro». Francesco Fornari Roma. Luchino Visconti con Romy Schneider e Helmut Berger durante una delle ultime riprese del film « Ludwig » (Foto Team)

Luoghi citati: Baviera, Monaco, Roma, Svizzera, Zurigo