Sono arrivati puntuali, come sempre al lavoro: ma i cancelli erano sbarrati

Sono arrivati puntuali, come sempre al lavoro: ma i cancelli erano sbarrati Mattina dopo le ferie, 578 Operai licenziati al ValleSUSa Sono arrivati puntuali, come sempre al lavoro: ma i cancelli erano sbarrati Molti erano all'oscuro di tutto - Non ci sono stati episodi di violenza; le maestranze hanno occupato — a Borgone e a S. Antonino — le fabbriche chiuse per discutere la drammatica situazione - I sindacati: "Non ci sono ragioni tecniche che giustifichino il provvedimento. Siamo di fronte a un ricatto politico" Licenziate sema preavviso le 50 operaie della Felmat di Collegno (Dal nostro inviato speciale) Borgone, 21 agosto. I due stabilimenti Vallesusa-Montedison di Sant'Antonino e Borgone sono stati occupati stamane dai 452 dipendenti sospesi a tempo indeterminato dalla direzione. Ancora sotto choc per la notizia della chiusura delle due aziende, comunicata mentre si trovavano in ferie, i lavoratori non hanno reagito con la violenza né con clamorose manifestazioni di protesta. Sono entrati nella «loro» fabbrica per discutere e per decidere la « strategia » da seguire nei prossimi giorni. Un'assemblea pacifica, un atteggiamento responsabile. Bandita ogni facile demagogia. Alcuni hanno appreso solo stamane di essere disoccupati. Sono giunti puntuali, alla solita ora, in bicicletta o in moto, col « baracchino » nella borsa. Pronti a riprendere il lavoro, a salutare allegramente 1 compagni. Hanno trovato invece i cancelli sbarrati, un comunicato di cinque righe che li mette in libertà, « musi lunghi » e tanta amarezza. Per 1 provvedimenti presi « dall'alto », soprattutto per il modo con il quale sono stati annunciati. « Ho 55 anni — commenta un operaio —, le mie riserve di sdegno sono esaurite da tempo. Credevo ormai di essere vaccinato contro ogni sopruso, ma il comportamento della direzione in questa storia mi ha latto ricredere. E' inqualificabile». Viene aperto un cancello, i lavoratori entrano nello stabilimento per discutere. Tutti d'accordo su un punto: l'occupazione della fabbrica. La rabbia e l'indignazione sbolliscono. Subentrano le preoccupazioni, 1 timori che le « sospensioni a tempo indeterminato » siano l'anticamera del licenziamento. Nelle assemblee 1 sindacalisti spiegano: « Nel giugno dell'anno scorso avevamo raggiunto e firmato un accordo al ministero del Lavoro che si impegnava ad assicurare il mantenimento dell'attuale occupazione, già falcidiata in precedenza. Siamo stati traditi. Parliamoci chiaramente. Non ci sono ragioni tecniche per giustificare la chiusura delle aziende Vallesusa-Montedìson. Ci siamo sempre battuti per chiedere impianti tecnologicamente più moderni, per una politica che rendesse competitiva la produzione. Abbiamo lamentato la carenza di investimenti, la mancanza di una programmazione razionale ». Dicono anche: « L'accumulo di un cospicuo ritardo tecnologico e il processo di invecchiamento delle strutture negli stabilimenti tessili Vallesusa-Montedtson non possono giustificare le decisioni della direzione. Non slamo di fronte ad uno stato fallimentare delle aziende, ma ad un ricatto politico concertato al "vertice". Alcuni gruppi imprenditoriali vedono con lavare la chiusura delle aziende perché in tal modo sperano di ottenere i miliardi dallo Stato tramite la finanziaria Gepi. Vogliono nascondere gli errori di conduzione chiedendo il salvataggio organizzato a spese dello Stato. Non solo, sperano nel rilancio produttivo di tutto il settore tessute rtducendo lo stato attuale dell'occupazione. Su questo punto — dicono 1 sindacati — non intendiamo recedere. Neanche un posto di lavoro deve andare perduto. Qui, in questa valle, la tradizione dell'industria tessile è pròtondamente radicata. Se entrano in crisi i tessili, la collettività non ha molte altre rtsorse ». Fa eco il sindaco di Sant'Antonino, Armando Rossetto-Casel: u Dieci anni /a il Comune aveva 2500 abitanti e 3 mila posti lavoro. Ora la popolazione è di 3500 unità, i posti di lavoro 1200. La principale industria, la Magnadyne, occupa 950 persone, in prevalenza donne. Ma anche su queste pende la minaccia della disoccupazione. Lo stabilimento è stato recentemente requisito e aifidato in gestione alla Seimart fino al 4 ottobre. Poi si vedrà. Ora vogliono chiudere anche il Vallesusa. Per l'economia delta zona sarebbe un colpo mortale ». Il sindaco di Borgone, Enrico Castagneri, dice: « Nel '61 nello stabilimento Vallesusa di Borgone lavoravano oltre mille dipendenti. In dicci anni sono secsi a 324, ora sono senza lavoro anche questi. Sul nostro paese sembra infierire la sventura. Tragica l'ultima settimana. Prima l'alluvione che ha provocato danni alle coltivazioni, alle strade, alle opere pubbliche, poi i provvedimenti della Montedison. Questi ultimt ci hanno veramente stesi al tappeto. Ma non stanno meglio di noi gli altri Comuni vicini, Vaie, San Didero, ad esempio, colpiti anch'essi dell'annunciata chiusura. Siamo tutti con l'acqua alla gola, inutile nasconderlo. 1 posti di lavoro diminuiscono e i problemi si moltiplicano ». Conclusioni dell'assemblea: attendere i risultati dell'incontro di mercoledì a Roma tra il ministro del Lavoro Coppo e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e della Confindustria. Qualcuno esprime sfiducia e riserve sulle conclusioni di tale riunione. «Un alibi per rinviare il problema. Sappiamo come vanno a finire questi incontri: si parla, si promette, non si conclude. Intanto noi saremo costretti a rimanere a casa. E chissà per quanto tempo ». Mentre è in corso l'assemblea, arriva nello stabilimento di Borgone un autocarro carico di mer ce da scaricare. Trova i cancelli chiusi e il cartello « Fabbrica oc capata ». Il camionista chiede spiegazioni, dice che lui deve scaricare il materiale in fabbrica. Nessuno gli aveva annunciato che l'azienda era stata chiusa. Deve ripartire con la merce. Non ci sono disordini, incidenti, battibecchi, né qui a Borgone, né a Sant'Antonino. Gli alti dirigenti della società Vallesusa non si sono presentati. Nei capanno ntirCNsp2QsR1prsrsmnumb ni, gli operai di un'impresa con- I tlnuano 1 lavori per installare un impianto di condizionamento d'aria. Opere per oltre 70 milioni. Chi ha ordinato questi lavori? Nessuno è in grado di dare risposta convincente. Gli operai fissano 1 turni per presidiare la fabbrica durante le 24 ore. Nessuno si tira indietro. Qualcuno cerca d'essere ottimista. Riferisce che il sindaco di Rlvarolo, dopo un colloquio con 1 dirigenti del Vallesusa di quel paese, ha assicurato la graduale riassunzione del 116 dipendenti sospesi. C'è da credere alla direzione? Qualcuno propone che i sindaci requisiscano gli stabilimenti di Borgone e Sant'Antonino. Mentre se ne parla, arriva un'altra brutta notizia. La « Felmat » di Collegno (confezioni biancheria ìntima alta moda) ha licenziato tutte le 50 dipendenti. Stamane s'erano recate al lavoro dopo la. pausa delle ferie. Sul cancello hanno trovato uno scritto: « Tutti licenziati per cessazione attività ». L'azienda non s'è neppure presa la briga di mettere il personale in cassa integrazione. Lo sgomento cresce. Intensa l'attività, oggi, di sindaci, amministratori locali, provinciali e regionali. Il presidente del consiglio regionale aw. Oberto ha inviato al ministro del Lavoro, Coppo, un telegramma per chiedere « la revoca o una congrua sospensione dei provvedimenti Montedison a affermando che « è indispensabile una visione unitaria e globale del problema dell'occupazione. Un criterio di saggia politica del settore lavoro reclama che i provvedimenti vengano esaminati e discussi responsabilmente e non siano unilateralmente assunti ». Il capogruppo socialista alla Regione, Nesi, ha chiesto a) presidente della giunta se la Regione era stata preventivamente Informata dalla Montedison. li presidente Calieri ha dichiarato di « non aver avuto preventive comunicazioni dagli organi della Società interessata ». L'assessore provinciale al Lavoro, Bozzello, si è Incontrato con 11 direttore generale della EtiVallesusa ing. Gattermayer per chiedere la revoca dei recenti provvedimenti. Ha inoltre invitato lo stesso direttore generale a promuovere un incontro tra 1 responsabili Montedison, sindaci e amministratori. Scopo: puntualizzare le effettive possibilità di sviluppo aziendale e di salvaguardia dell'occupazione. Nel pomeriggio, incontro a Rlvarolo tra 1 sindaci di Rlvarolo, Favria, Feletto, assessori, rappre- sentantl sindacali e la commissione interna dello stabilimento Vallesusa di Rivarolo. SI è deciso di far partecipare mercoledì a Roma, all'incontro con il ministro del Lavoro, una delegazione con a capo il sindaco rag. Ponchla. Per la Regione parteciperà l'assessore al Lavoro Visone. Continua la lista delle aziende tessili che chiudono. Ieri è stata la volta della «Felmat» (confezioni biancheria intima) di Collegno ch2 ha licenziato tutti 1 50 dipendenti. Il personale ha | appreso la notizia da un comunicato trovato affisso ai cancelli della fabbrica. L'azienda non ha fornito alcuna spiegazione sui motivi de! provvedimento. « Il fatto strano e assurdo — sl dice in un documento della UH — è che le organizzazioni sindacali non sono state informate dei licenziamenti, mentre i lavoratori, recatisi regolarmente al lavoro dopo le ferie, hanno trovato I! cartello affìsso al cancelli. Ancora pia strano — continua il documento — è il fatto che i padroni non hanno tentato di laiavere la Cassa integrazione ai licenziati a. Ieri, alla Leumann di Collìgno, si sono riuniti con 1 rappresentanti sindacali, 1 600 dipendenti da alcuni mesi senza lavoro. Scopo, chiedere il prolungamento della Cassa integrazione. E' stato deciso che una delegazione di lavoratori andrà a Roma, assieme al sindaco di Collegno, per un incontro col ministro del Lavoro Coppo. Intenso 11 programma odierno p;r la vicenda dei due stabilimenti tessili chiusi a Borgone e a Sant'Antonino. Alle 11, incontro nella sede Cisl di Torino, dei delegati di fabbrica di tutte le aziende Eti-Vallesusa della provincia. Alle 16,30 incontro in Regione con i sindaci di tutti i paesi interessati alla vicenda EtiVallesusa. Alle 18, riunione degli stessi sindaci con 1 delegati di fabbrica nella sede Cisl. Guido Paglia Borgone. Operaie occupano da stamane il cotonificio Vallesusa