Dalle notti di via Veneto all'arresto per la droga di Liliana Madeo

Dalle notti di via Veneto all'arresto per la droga Dalle notti di via Veneto all'arresto per la droga (Nostro servizio particolare) Roma, 18 agosto. Alle 8,20 di questa mattina, a bordo dello stesso aereo, sono partiti da Roma i difensori di Pierluigi Torri e i due magistrati romani che conducono l'inchiesta sul « Number One ». «E' tutto un equivoco e siamo sicuri che sarà chiarito al più presto » hanno dichiarato, ottimisti, gli avvocati Eugenio De Simone e Ottavio Marotta al momento di lasciare la capitale. « A Monaco — hanno detto, — esamineremo con il nostro assistito la sua situazione, decideremo con lui se opporci o no alla domanda di estradizione che la magistratura italiana forse ha già proposto alle autorità monegasche ». Quali siano i nuovi elementi in base ai quali il giudice Stipo ha firmato il mandato di cattura, rimane per loro — assicurano — un assoluto mistero. La notizia dell'arresto di Torri non è giunta invece come una sorpresa per chi ha seguito dal principio il « giallo » del a Number One »: con la rete inestricabile degli arresti e degli indiziati di reato, delle morti misteriose e delle persone sco-nparse, dei nomi grossi pronunciati e poi insabbiati, dei traffici di stupefacenti, di quadri, di valuta, di passaporti falsi, che aveva per sfondo un night elegante e per protagonisti personaggi del bel mondo. Dal febbraio scorso, quando il caso scoppiò, praticamente si attendeva questa notizia. La svolta nell'inchiesta sembrava probabile dopo le accuse di Paolo Vassallo, il gestore del locale presso via Veneto, arrestato per primo; e ancor più dopo la testimonianza di Lilli Moon, la fotomodella diciassettenne che si disse seviziata, sequestrata, drogata dal Torri. Il 16 febbraio, quando per dodici ore consecutive il produttore romano fu sottoposto a interrogatorio e messo a confronto con i suoi accusatori, e per l'intera notte il palazzo di giustizia risuonò delle grida tumultuose che provenivano dall'ufficio del sostituto procuratore Sica, tutti si attendevano l'arresto. Ma anche in quell'occasione Pierluigi Torri riuscì a tener testa agli inquirenti: uscì dallo « scontro » che erano le sei del mattino, aveva la faccia abbronzata e grintosa di sempre. « Io con la droga non c'entro — disse spavaldo ai cronisti che lo attendevano — normalmente non fumo e non bevo nemmeno, figuriamoci se posso saperne qualcosa di stupefacenti ». Se ne andò a bordo di una delle sue RollsRoyce, scortato da uno del suoi autisti-gorilla. Sul parabrezza ancora figurava un permesso di sosta indeterminata, che il comune di Roma rilascia solo in casi eccezionali. In luglio, dicono adesso i suoi difensori, è stato di nuovo convocato dai magistrati. Ma non si è presentato perché assente da Roma. Un cronista proprio in quei giorni lo aveva rintracciato a SaintTropez, come sempre abbronzato ed elegante, e scortato da belle donne. Il tono delle sue dichiarazioni sembrava cambiato, « L'Italia mi ha deluso parecchio — sospirò —. Non me la sento più di vivere in un Paese così ». Poi, minaccioso, aggiunse: « Quando il caso sarà portato in tribunale, parlerò; parlerò chiaro e forte, farò nomi, cognomi e indirizzi ». Perché di lui non si avessero idee approssimative, spiegò: « Io sono un duro e. insieme, un generoso. Ho dato lavoro a centinaia di persone, ho fatto girare quattrini, un monte di quattrini. Per questo, ora che sto decidendomi a fare i bagagli, c'è parecchia gente che se ne rammarica. La mia morale è questa: quando non ti pestano i piedi, sii tollerante, corretto, buono e caro. Quando qualcuno cerca di colpirti, scatenati. Non importa se chi ha cercato di danneggiarmi non c'è riuscito. L'importante è che ci abbia solo provato. E allora io mordo, e mordo forte ». Accusato di detenzione di stupefacenti, Pierluigi Torri dovrà dire subito — ai magistrati monegaschi o a quelli italiani — quanto sa sul traffico di droga che passava per il « Number One ». Il giudice istruttore Stipo e il pubblico ministero Sica sono partiti per interrogarlo subito nel carcere monegasco. Loro intenzione, inoltre, è esaminare gli oggetti trovati sul suo lussuoso panfilo: un ex caccia Usa, rimodernato, che vale circa 300 milioni. La Guardia di Finanza si sta interessando di 50 milioni di lire in contanti scoperti a bordo dagli agenti monegaschi per accertarne la provenienza e stabilire se Torri sia anche incorso nel reato di esportazione clandestina di denaro. Liliana Madeo

Persone citate: Eugenio De Simone, Lilli Moon, Ottavio Marotta, Paolo Vassallo, Pierluigi Torri, Sica, Stipo

Luoghi citati: Italia, Monaco, Roma