Oufkir organizzò la rivolta Hassan parla oggi al paese di Alfredo Venturi

Oufkir organizzò la rivolta Hassan parla oggi al paese Retroscena del fallito colpo di Stato in Marocco Oufkir organizzò la rivolta Hassan parla oggi al paese Il consigliere del re, che si sarebbe suicidato "con tre colpi di pistola", accusato formalmente dal ministro degli Interni - Un migliaio di ufficiali e avieri agli arresti alla base di Kenitra, da dove partirono i ribelli - II sovrano, si dice, farà un discorso di pacificazione con gli oppositori: prossime elezioni? (Dal nostro inviato speciale) Rabat, 18 agosto. A due giorni dal sanguinoso complotto di alcuni ufficiali dell'aeronautica marocchina, la situazione è la seguente: il potere è saldamente nelle mani di re Hassan II, che ieri, nella reggia di Skirat, ha presieduto ad una riunione del consiglio dei ministri e pronuncerà, nelle prossime ore, un discorso al paese; i capi della rivolta sono stati tutti arrestati, compresi i due ufficiali che si erano rifugiati a Gibilterra e che oggi un aereo militare ha riportato in Marocco; un altro generale, Driss Ben Aomar Alami, già ministro delle Comunicazioni, ha preso il posto del suicida Oufkir al ministero della Difesa nazionale, con un « interim » che viene giudicato definitivo. Si prevede che Alami darà ulteriore impulso a quella epurazione nei quadri delle forze armate che il « duro » Oufkir aveva avviato tredici mesi fa, all'indomani del massacro di Skirat, e che era tuttora in corso, sotto la qualifica ufficiale di « riorganizzazione». Su questo tema delle epurazioni, e della loro efficacia in presenza di un disagio che sembra molto diffuso tra i militari marocchini, s'innesta il discorso sul suicidio di Oufkir, di cui si celebrano oggi i funerali. La clamorosa notizia del giorno è che il ministro generale suicida è stato formalmente accusato di avere organizzato il complotto contro Hassan. Prima di questa notizia, due erano le interpretazioni del gesto: c'era chi vedeva, nel suicidio di Oufkir, la disperata decisione di un uomo che credeva di controllare perfettamente l'apparato militare, e che si era fatto sorprendere e disilludere dagli avvenimenti; e chi vedeva, invece, il u braccio destro »' di Hassan direttamente implicato nel complotto. Quest'ultima ipotesi, che poi è stata esplicitamente confermata dalla notizia dell'accusa, era condivisa da pochi, i più la escludevano categoricamente. La prima interpretazione, l'uomo-chiave del paese che si uccide perché sente di aver fallito la sua missione, sembrava attagliarsi perfettamente al personaggio. Chi cond sceva bene Oufkir credeva di i avvisare nel suicidio anche l'intenzione di difendere l'onore delle forze armate, di riscattare con un autosacrifi¬ cio quasi rituale la compromessa fedeltà realista dei quadri militari, di pagare per tutti. L'accusa formale di avere diretto il tradimento taglia di netto tutte queste considerazioni. In una conferenza stampa, questa sera, il ministro marocchino dell'Interno, Mohammed Benhima. ha infatti dichiarato che il generale Oufkir aveva diretto il complotto, e che il suo suicidio è frutto di questo « tradimento ». « Oufkir si è suicidato nel palazzo di Skhirat, alla presenza del generale Moulay Hafid Alaoui, ministro del Protocollo, e del colonnello Ahmed Dlimi, aiutante di campo del re. Oufkir si è sparato tre colpi di pistola, uno al collo, uno al torace, e infine un terzo, che gli è stato fatale ». Benhima ha poi aggiunto una frase non del tutto chiara, relativa al sanguinoso attentato compiuto nel luglio 1971, durante un ricevimento nello stesso palazzo di Skhirat. « Poiché Oufkir ha tradito nel caso dei piloti ribelli, ha detto Benhima, si può allora affermare che egli aveva egualmente tradito a Skhirat ». Era più facile, ha proseguito il ministro, ingannare 1200 cadetti, i quali neanche conoscevano lo scopo della loro missione, che ingannare dei piloti, i quali hanno avuto una formazione di livello superiore, all'estero. « Mai questi ultimi avrebbero fatto quello che hanno fatto, se non avessero ricevuto ordini t dall'alto ». Il ministro ha rivelato anche che uno dei due ufficiali che avevano cercato rifugio a Gibilterra ha detto alle autorità inglesi che i ribelli avevano agito su ordini di un generale il cui nome incominciava con la lettera « O ». Dopo aver detto che i militari implicati nel complotto vengono attualmente interrogati e saranno giudicati da un tribunale militare, e dopo aver sottolineato che, in tutta la questione non ci sono stati interventi stranieri. Benhima ha dichiarato che il governo non sarà cambiato. In margine ai fatti del 16 Alfredo Venturi (Continua a pagina 2 in ottava colonna) Rabat. Hassan II

Persone citate: Ahmed Dlimi, Alami, Driss, Mohammed Benhima, Moulay Hafid Alaoui

Luoghi citati: Gibilterra, Kenitra, Marocco, Rabat