Parata di fumetti

Parata di fumetti Cappa e spada, polizieschi ed orrore Parata di fumetti Mezzanotte con zio Tibia, Ed. Mondadori, pag. 224, L. 600; Sciupi-: « Matteo Sassolino », Ed. Milano Libri, pag. 94, L. 3000; Harold Rudolph Foster: « Il principe Valentino », Ed. Sugar, pag. 180, L. 2000; Guido Crepax: « Ciao, Valentina », Ed. Milano Libri, pag. 124, L. 1000. D'estate è d'obbligo non trascurare i libri di « fumetti »: si trovano senza difficoltà nei luoghi di vacanza, il più delle volte in edicola, si possono leggere in poco tempo ed in ambienti rumorosi, sono spesso una compagnia fresca, gradevole. Tra i « fumetti » apparsi in questi ultimi giorni — sono parecchi — abbiamo scelto un piccolo campionario. Mezzanotte con zio Tibia è figlio di Le spiacevoli notti di zio Tibia, gran successo di vendita di qualche anno fa (sono antologie di storie comparse sulla rivista americana Creepy, specializzata in orrore): fioco, se lo si confronta con la precedente raccolta, per via di quell'intento costante e deprecabile di ammodernare l'orrore, di far comparire in veste nera — stonata — attori e autori televisivi. Gli spiriti-guida di questi fumetti di fantasmi e licantropi dovrebbero essere Walpole e Maturin, Matthew Gregory Lewis e Lovecraft: ma questi grandi « gotici » si tengono a distanza, sono più che altro figure araldiche sull'etichetta del «nero». Ci si muove fra decapitate seducentissime, frustrati senza famiglia che si imbattono in una signorina Morte con il trucco fatto dal visagista e gli stivaletti, e in portafogli infernali che producono in proprio banconote e dannazione, niente male l'uomodisintegratore e il vampirobottegaio (che combina un i è a e raccapricciante scherzo alla malavita). I testi non contano, ma i disegni, quelli di Ernie Colon specialmente — tra il dagherrotipo e il figurino liberty, con spreco di serpicine e mostri più decorativi che spaventevoli — si fanno guardare volentieri. Sempé, il delicatissimo disegnatore di Bordeaux (è l'inventore, tra l'altro, dell'fngrugnito bambino della serie per bambini Le petit Nicolas) racconta in Matteo Sassolino i tic di due amici d'infanzia: uno, il violinista, sternutisce continuamente e non è mai raffreddato, l'altro, l'uomo d'affari, arrossisce senza motivo. Alienante quanto è fine il tratto di matita, la città dove vivono: tutta giardinetti che sottintendono malinconie ecologiche, brulicante di autobus e automobili insettiformi che circondano grandi costruzioni a tavoletta di cioccolato. E veniamo al fumetto medioevale. Valiant, principe vichingo, D'Artagnan per un certo rozzo fairplay e James Bond per l'attitudine ad esercizi acrobatici, fedele a una contessina che muore giovane, passa dalla Tavola Rotonda alle tavole imbandite di certi guerrieri trovatori, vestiti da assiri e babilonesi delle filodrammatiche, che combattono gli unni fra musiche e poemi. Valiant non è sensibile all'arte: poco perspicace, protervamente fatuo tant'è che « con le lusinghe riescono a fargli dire le sue ambizioni », usa la spada con sincero diletto, non sdegna travestimenti da circo paesano, ricorre, se è il caso, a discorsi impegnati ( « gli infelici schiavi di ieri saranno domani lavoratori contenti ») si concede, come un americano medio, weelcends rilassanti. E, alla fine, un bietolone simpatico. Le avventure di Valiant o « principe Valentino » portano una buona firma, che è quella del canadese Harold Rudolph Foster, pioniere dei « fumetti » (si occupò anche di Tarzan) e nascono nel '37: quelle presentate in questo volume apparvero in Usa tra il '37 e il '40 e negli stessi anni, e poi assai più tardi, anche in alcuni giornalini nostrani. Non si capisce bene a chi possano oggi essere destinate le avventure di Valiant: ma bisogna riconoscere che molte tavole sono veramente pregevoli, ricche di belle trovate ornamentali: dal Kalla Kan in completo sontuosamente esotico, alla giovinetta-soldato che somiglia alla statua della Libertà ma ha i capelli vagheggiabili delle gentildonne di campagna di Georges de Feure, agli antesignani propalatori di allucinogeni, Fata Morgana e Mago Merlino. Con un salto di secoli, si arriva ai tempi nostri: la Milano di Guido Crepax e dei suoi eroi che, dall'età che dimostrano nel disegno (Crepax è molto noto ma è giovane), sono suoi coetanei: Philip Rembrandt, critico di arte (che s'identifica con Neutron, il superuomo ipnotizzatore, mago e scienziato) e Va dstcpseclcgsbnltacpsvn, - - - o l I cóglie con l'obiettivo un fat-| h cotta slugge a canilentina, che conosciamo fin dai primi numeri della rivi-sta Linus, fotografa alla mo-da. In questa storia « gialla » da presa, si cala dalla finestra e va anche a Praga e lotta con una spavalda dama in chiffon. C'è da dire che Valentina è più accattivante quando veste ricami fra l'Art Nouveau e le decalcomanie pop che si comprano in libreria e scintilla di catenelle dall'olezzo psicanalitico: incuriosisce maggiormente nella versione masochistica, con tanti sogni a base di soldatacce aguzzine nella sua anamnesi. Qui, Valentina indossa sobri miniabiti copiati da Dior ed è cosi attiva che i sogni non l'attaccano. Nei « fumetti » di Crepax — disinvolti, con un senso marcato dell'eleganza che vira nell'ironia, un'attitudine a fare il verso ai salotti-bene — è facile vedere i libri di Lukàcs accanto a ParisMatch, avere informazioni sulla Dodecafonia e sentir parlare di scompensi sociologici. Il pallido Neutron, dal fisico saldo e gentile, è proprio un ragazzo serio e con idee chiare: si stenterebbe a crederlo un mago, se non avesse quegli occhi a punta di diamante. Rossana Ombres

Luoghi citati: Bordeaux, Milano, Praga, Usa