Gruppo di guerriglieri argentini evade, sequestra un jet, va in Cile

Gruppo di guerriglieri argentini evade, sequestra un jet, va in Cile Erano detenuti in un carcere della Patagonia Gruppo di guerriglieri argentini evade, sequestra un jet, va in Cile Dei 25 evasi, un gruppo di 10 si è impadronito dell'apparecchio in un vicino aeroporto, e ora ha chiesto asilo politico ad Allende- Gli altri 15 sono stati catturati mentre tentavano d'impadronirsi di un altro aereo - Tra i 25, ci sarebbero i responsabili del rapimento di Oberdan Sallustro (Nostro servizio particolare) Santiago del Cile, 16 agosto. Dieci guerriglieri argentini, evasi con 15 loro compagni dal carcere politico di Rawson, nel Sud del Paese, si sono impadroniti di un aereo e Io hanno dirottato sul territorio cileno. Hanno chiesto asilo politico. I loro compagni di fuga, circondati nell'aeroporto argentino di Trelew, nei pressi della stessa cittadina di Rawson mentre tentavano di salire a bordo di un altro aereo, sono stati catturati. Si interrompe, con questa azione di «commando», la tregua di fatto che si era stabilita tra il regime di Lanusse e le forze rivoluzionarie di opposizione, dopo il rapimento e l'uccisione del dirigente della Fiat-Concord, Oberdan Sallustro. I capi del cosiddetto «esercito rivoluzionario del' popolo», accusati di aver organizzato nella scorsa primavera il rapimento del funzionario dall'interno del carcere di Buenos Aires, dove già si trovavano detenuti, erano stati trasferiti nella prigione di Rawson. E' il carcere «duro» dei prigionieri politici, nella regione del Chubùt, ai confini della Patagonia, non lontano dall'estrema punta meridionale dell'Argentina. Da qui sono evasi ieri sera, guidati dal leader dell'Erp, Roberto Santucho, considerato l'ideatore dell'attentato a Sallustro. In venticinque, armati con mitragliatrici e fucili «Fai», hanno organizzato una sommossa e, uccisi due guardiani, sono riusciti a fuggire. Dopo un breve scontro a fuoco con una pattuglia della polizia, gli evasi, che avevano indossato l'uniforme dei guardiani del carcere, hanno raggiunto il vicino aeroporto di Trelew. Qui si sono divisi in due gruppi, uno di 10 (tra cui una donna) e l'altro di 15. II primo gruppo, guidato da Santucho, si è avvicinato a un jet della compagnia «Austral», che stava per partire, affermando di dover controllare la minacdata presenza di una bomba a bordo. Favoriti dalle divise che indossavano, sono riusciti a raggiungere la cabina di pilotaggio e, armi in pugno, hanno ordinato ai piloti di dirigere l'aereo verso il territorio cileno. Il jet, con 90 passeggeri e 6 membri di equipaggio, ha raggiunto dapprima la città cilena di Puerto Montt, dove ha fatto rifornimento, e poi è atterrato all'aeroporto della capitale, Santiago. Parcheggiato su una pista laterale, il «Bac 111» è stato circondato dalla polizi? cilena. Dopo un'ora di colloqui con la torre di controllo, ne è sceso Santucho, che, scortato da alcuni agenti, ha raggiunto il terminal, dove ha avuto un lungo incontro « privato » con il capo della polizia federale e con l'ambasciatore argentino a Santiago. Il guerrigliero è poi risalito sull'aereo senza rilasciare dichiarazioni. Dopo quattro ore, i guerriglieri si sono consegnati alla polizia cilena, chiedendo formalmente la concessione dell'asilo politico. II « Bac 111 » è già rientrato a Buenos Aires, accolto all'aeroporto dal generale Lanusse. Lo stesso Presidente argentino si era prima messo in contatto telefonico con il presidente cileno, Salvador Allende, ricevendone ampie assicurazioni: Santiago — gli avrebbe detto Allende — non intende cedere alle pressioni dei guerriglieri, e non ha concesso ai dirottatori di incontrarsi, come da loro richiesto, con i ministri degli Interni e degli Esteri. E' presumibile, comunque, che forti pressioni saranno esercitate su Allende dai gruppi estremisti cileni, in appoggio alla richiesta di asilo politico. I guerriglieri « dirottatori » sn sono ora agli arresti nella caserma della polizia di Santiago, mentre attendono di conoscere la loro sorte. Si esclude che il governo cileno conceda ai fuggiaschi l'asilo politico che hanno richiesto; ma si esclude anche che il presidente Allende acceda alla richiesta di estradizione che, si presume, formulerà nelle prossime ore il governo argentino. La soluzione più probabile è che ai guerriglieri venga consegnato un salvacondotto, per proseguire verso un altro paese: si parla con sem¬ pre maggiore insistenza dell'Algeria. L'altro gruppo di guerriglieri — che comprendeva militanti dell'Esercito di liberazione nazionale e del gruppo peronista dei Montoneros, oltre a uomini dell'Erp — si è arreso all'aeroporto di Trelew, circondato da centinaia di uomini della polizia e dell'esercito. I quindici evasi — dodici uomini e tre donne, tra le quali la stessa moglie del capo dell'Erp, Anna Maria Santucho — avevano preso in ostaggio otto funzionari del¬ l'aeroporto, e tentavano di raggiungere un aereo. Quando i soldati hanno minacciato di aprire il fuoco, i guerriglieri si sono arresi senza lottare. Questa mattina a Buenos Aires era circolata la voce, poi smentita, che un gruppo estremista aveva occupato l'ospedale «Muniz», dove è ricoverata una guerrigliera dell'Erp, Maria Rosa Abregu, arrestata come complice nel caso Sallustro. La giovane guerrigliera, che era incinta al momento dell'arresto, ha perso -in carcere il bambino, ed ha sofferto per un'infezione, per cui è stata ricoverata ieri, d'urgenza, all'ospedale. L'edificio è stato circondato dalla polizia, per evitare un possibile tentativo dei guerriglieri dell'Erp di liberare la loro compagna. r. s. Buenos Aires. L'aereo con a bordo i prigionieri evasi sta partendo per il Cile (Upi)