Radio Praga difende i processi di Luca Giurato

Radio Praga difende i processi In cauta polemica anche con i partiti comunisti dell'Occidente Radio Praga difende i processi L'azione giudiziaria spiegata come una legittima difesa del regime - Tra un mese, procedimento contro il giornalista Hochman, che rifiutò l'autocritica - In due anni, si sono dimessi 170 giudici (Dal nostro inviato speciale) Praga, 14 agosto. Rompendo un silenzio che durava dal giorno della sentenza contro Jaroslav Sanata. Radio Praga ha parlato due volte, con due commenti, dei processi contro gli amici di Doliceli. E' un fatto che ha sorpreso gli osservatori; le interpretazioni sono numerose e, come sempre, contraddittorie. C'è chi afferma 'Ih- la terza ondata dei processi s'è chiusa con la condanna in appello di I.itera e Stehlik e che Radio Praga ha voluto fare un bilancio prima della lunga tregua estiva. Altri sostengono che la tensione negli ambienti della giustizia (dal giugno del '70 al luglio del '72 si sono dimessi 170 giudici) si è esiesa in altri ambienti che dipendono direttamente dal potere politico. Registriamo i fatti. Nel primo commento, molto cauto, Radio Praga ha risposto al « dissenso » dei partiti comunisti occidentali. E' la prima volta che i cecoslovacchi vengono ufficialmente informati, sia pure con estrema brevità, del fatto che molti comunisti non sono d'accordo con l'ondata di processi che ha, avuto inizio il 17 luglio scorso. Il commento di Radio Praga si apre con il consueto attacco ai giornali occidentali: « La propaganda borghese vuole presentare gli sforzi di rispettare la legalità socialista come una violazione dei diritti dei cittadini ». Subito dopo, il commentatore precisa: « Non è certo sorprendente che la propaganda borghese anticecoslovacca riesca a persuadere i borghesi e gli ingenui. Il prò blema diventa più serio quando anche un certo numero di progressisti occidentali, e tra questi anche certi comunisti, dimostrano una tendenza ad accettare questi argomenti della propaganda nemica ». Le prime polemiche esplose¬ ro in Francia. Sotto la spinta dell'alleato socialista Mitterrand, l'ufficio politico del partito comunista francese affermò che i processi « erano un aspetto negativo nella costruzione del socialismo ». Anche il sindacato più forte, la Cgt (socialcomunista) espresse, sia pure con prudenza, la sua « disapprovazione ». Vi fu, poi, l'intervento del pc inglese, pubblicato dal giornale Morning Star. L'intervento del partito comunista italiano è del 9 agosto scorso. L'ufficio politico approvò un documento nel quale si affermava « legittimo e doveroso sollevare riserve ed esprimere opinioni precise » sui « gravi interrogativi della situazione esistente in quel Paese, a quattro anni di distanza dall'intervento militare dell'agosto 1968 e sui principi da portare a base della costruzione del socialismo ». Proprio a questo documento sembra riferirsi, sia pure indirettamente, il secon¬ do commento di Radio Praga. Per la prima volta si cerca di trovare una « giustificazione » a quanto è accaduto dal 17 luglio con un esplicito riferimento alla situazione in Croazia, dove vengono processati un gruppo di dirigenti accusati di « nazionalismo ». « La Cecoslovacchia. — ha detto testualmente Radio Praga — 77,07?, è un'eccezione. In tutti i Paesi socialisti la borghesia intemazionale tenta di rovesciare il socialismo con l'aiuto di elementi nemici all'interno. Cosi, ad esempio, continuano i processi contro i nazionalisti croati diretti dall'estero, congiure che vogliono portare alla rovina quel Paese ». A Praga non v'è notizia di nuovi processi. La Corte Suprema avrebbe dovuto discutere le domande di appello di Milan Hue'ol (sei anni e mezzo di carcere), dello storico Tesar (sei anni), del sociologo Battek (tre anni e sei mesi), degli ex dirigenti studenteschi Jiri Mueller e Jaroslav Jira (rispettivamente cinque anni e mezzo e due anni e mezzo). Tra il 15 e il 20 del mese prossimo, dovrebbe cominciare anche uno dei processi più attesi della nuova ondata voluta da Husak: quello contro il giornalista Jiri Hochman, arrestato nel gennaio scorso per «sovversione» e messo in libertà provvisoria due settimane or sono, il giorno della sentenza Huebl. Hochman è malato di tubercolosi e deve essere operato. E' stato redattore del Rude Pravo per quindici anni. Poco dopo il suo arresto, gli fu fatto capire che poteva essere liberato se avesse sottoscritto un documento nel quale si esaltava la « normalizzazione ». « Cosa si vuole, un'autocritica? — rispose Hochman —. Dite a Bilak e'Indra che solamente a nominarli mi viene il disgusto ». Luca Giurato

Persone citate: Bilak, Husak, Jaroslav Jira, Jiri, Jiri Hochman, Mitterrand, Mueller

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Croazia, Francia, Praga