La Val Pellice negli ultimi anni ha perso 4 mila posti di lavoro

La Val Pellice negli ultimi anni ha perso 4 mila posti di lavoro L'economia è in grave crisi anche nel Pinerolese La Val Pellice negli ultimi anni ha perso 4 mila posti di lavoro L'Industria italiana confezioni Pralafera ha licenziato in questi giorni 350 dipendenti - "Ma non è la sola azienda in difficoltà", dice il presidente di Valle - Il 22 agosto una riunione di operai e sindaci a Luserna (Dal nostro inviato speciale) Luserna, 12 agosto. La Val Pellice, dissanguata dall'espansione della prima e seconda cintura torinese, è in crisi. Le sue tradizioni di zona industriale che risalgono agli ultimi anni dell'800 hanno subito un costante declino. Fino a pochi anni fa Pinerolo (come Ivrea nel Canavese) costituiva un polo autonomo, con una salda economia. Oggi l'ossatura industriale sta franando, la pendolarità è in crescita. Il licenziamento improvviso di 350 dipendenti dell'Industria italiana confezioni Pralafera (I.I.C.P.) di Luserna ha causato nella vallata profondo disagio. Organizzazioni sindacali e amministratori pubblici sono stati colti di sorpresa, i dipendenti sono sconcertati. Il sindaco Renato Martina afferma: « E' stato scelto il momento più infelice: la vigilia delle ferie del personale. Alcuni sono partili prima ancora di ricevere la raccomandata, altri sparsi in varie borgate forse non ne sono ancora a conoscenza. Negli anni scorsi l'occupazione ha già subito duri colpi, non credo che potremo sopportare anche questo ». Il provvedimento dell'IICP (l'industria è dei fratelli Marini, di Mondo vi) non può essere per il momento esecutivo poiché è stato comunicato quando l'azienda non era in attività. Ma si tratta soltanto di un breve rinvio: a fine mese, con il ritorno dalle vacanze, i 350 dipendenti non potranno riprendere il lavoro. « La situazione — sostiene il sindaco — è particolarmente preoccupante per le maestranze di mezza età. Difficilmente riusciranno a trovare una nuova occupazione ». I pochi rimasti in paese sperano che l'industria tessile non chiuda definitivamente. Pensano che l'azien- 1 da venga ceduta. Ma nel ca¬ so di un cambiamento di gestione quanti degli attuali dipendenti riavranno il loro posto? Franco e Nella Bellion, 21 e 20 anni, dicono: ; « Crediamo che dal 1" set ; iembre almeno 100 dovran1 no restare a casa. A chi toccherà? I capi reparto hanno assicurato che tutto tornerà come prima, ma è una soluzione impensabile ». Alla IICP erano in 500, ne sono rimasti 350, di cui 300 donne. Nella migliore delle ipotesi torneranno al lavoro 200-250 persone. Ma c'è chi è pessimista. Sono i dipendenti di Barge, Bagnolo e Bibbiana che prima raggiungevano Luserna con cinque pullman. Dicono: « Saremo noi a fare le spese. Se alcuni si salveranno, saranno sicuramente quelli di Luserna San Giovanni ». Nella Val Pellice si criticano i criteri di conduzione dell'azienda. Sarebbero state fatte spese eccessive per l'avviamento, per sistemazione di locali mai utilizzati. Dopo il « boom » iniziale e le decisioni forse troppo azzardate e disinvolte, è giunta l'inevitabile crisi, poi l'amministrazione controllata, infine il concordato. L'assessore provinciale alle finanze, Celeste Martina, presidente del Consiglio di Valle, afferma: « Mercoledì sarà convocata la Giunta di Valle che è composta dai 9 sindaci della zona. Avremo contatti con le organizzazioni sindacali, questa sera stessa informerò il ministro del Lavoro. Non possiamo perdere altri posti. Non intendiamo sostenere e difendere aziende antieconomiche, ma siamo preoccupati per il progressivo salasso delle forze lavorative. In pochi anni abbiamo perso quasi 4 mila posti di lavoro; in Val Pellice. su 20 mila abitanti, ci sono 3 mila pendolari. La IICP non è la sola azienda in crisi: la Turati prosegue l'attività con il 70 per cento in meno di personale, l'Opl (Officine di precisione) e la Vaciago (filatura) sono in difficoltà. Non possiamo rinunciare ai 350 posti della Pralafera. Nei prossimi giorni cercherò di avere un colloquio con la proprietà, desideriamo sapere che cosa accadrà, verificare le varie ipotesi ». Le soluzioni possono essere soltanto due: trasformazione dell'azienda e proseguimento dell'attività con ridu| zione di personale o cessa- zione totale della produzione. Il 22 agosto i lavoratori si riuniranno in assemblea nella sala comunale di Luserna. « Ma non saranno soli — promette il presidente del Consiglio di Valle — tutti i sindaci della zona sono schierati in loro aiuto. In settembre, quando a Torino verrà dibattuto il problema dell'area ecologica metropolitana, discuteremo dell'assetto territoriale. Non potrà più essere trascurata l'agonia della Val Pellice ». Eros Mognon Il presidente della Valle Pellice, Celeste Martina

Persone citate: Bellion, Celeste Martina, Eros Mognon, Renato Martina, Turati, Vaciago