I progressi della "scintigrafia,, nella diagnosi del mal di cuore

I progressi della "scintigrafia,, nella diagnosi del mal di cuore UNA MODERNA TECNICA IN AIUTO DEL CLINICO I progressi della "scintigrafia,, nella diagnosi del mal di cuore II metodo inventato nel 1964 dall'americano Edward Carr - Continui miglioramenti - Possibilità di riconoscere "visivamente" le zone infartuate o colpite da ischemia del cuore Tra i progressi che la medicina compie continuamente in campo diagnostico ve ne sono ailcuni particolarmente graditi ai pazienti: sono quelli nei quali viene fatto ricorso a tecniche incruente. In tutti i settori della medicina infatti, ma specialmente in quello della moderna cardiologia, gli accertamenti diagnostici più fini sono spesso cruenti, richiedono cioè l'introduzione di sonde e di strumenti di misura nelle vene, nelle arterie ed anche nel cuore stesso. Così è ad esempio del ben noto cateterismo cardiaco. Un'indagine cruenta costituisce sempre per il soggetto che la subisce un certo stress, comporta qualche sofferenza, suscita non raramente una grande paura anche quando i pericoli dell'esame sono, come in genere avviene, molto modesti. Benvenute quindi quelle metodiche nuove che permettono di ottenere informazioni preziose, precise, sulle condizioni di un paziente senza esporlo a disagio o a pericolo alcuno. La scintigrafìa cardiaca è tra queste. A inventarla nel 1964 è stato un americano di Ann Arbor, il dott. Edward Carr. In questi ultimi anni la tecnica è stata ulteriormente perfezionata e ora si va affermando sempre più. Una delle possibilità offerte alla scintigrafia cardiaca è quella di dimostrare, rendendola direttamente visibile, la presenza di un infarto del cuore, di rivelarne la sede e la grandezza, di seguirne fin dai primi giorni l'evoluzione verso la guarigione o verso talune complicanze assai temute. Carr cominciò i suoi esperimenti sul cane servendosi del Cesio-131, un metallo radio-attivo che ha la proprietà, quando lo si inietti endovena, di fissarsi proprio nel cuore raggiungendovi una concentrazione molto elevata. Le radiazioni emesse dal Cesio-131 vengono captate all'esterno del torace, da un apparecchio, detto appunto scintigrafo, che registra così una immagine del cuore vagamente somigliante a quella che si osserva sulle comuni lastre radiografiche: un'area scura in mezzo ai polmoni più chiari. Ora se nel cuore vi è un infarto, ossia una zona che non è irrorata dal sangue perché il ramo arterioso corrispondente è ostruito, il Cesio-131 non può penetrare in quella zona. L'infarto spicca perciò sullo scintigramma come un'area chiara povera o priva di radioattività. Si può giudicare così con buona approssimazione la sede, la forma e la grandezza dell'infarto. Sperimentando sul cane, Carr ha visto che qualche volta l'allacciatura di un ramo coronarico, eseguita con lo scopo di provocare un infarto, non era seguita da una necrosi, ossia da un vero e proprio infarto, ma da un'ischemia, ossia da una riduzione e non da un'abolizione completa dell'irrorazione sanguigna nella zona interessata dall'allacciatura. Un'ischemia si osserva anche nell'uomoed e meno grave di un mfarto. L'area ischemica trattiene un poco meno Cesio-131 del rimanente miocardio normale, ne trattiene però di più dell'area colpita da un infarto. A distanza di cinque giorni la zona ischemica, nel cane, non è più riconoscibile. Un infarto invece richiede alcune settimane per guarireLa scintigrafia è molto utile per seguire l'evoluzione dell'infarto. Nei casi più fortunati, meno gravi e meglio curati, la circolazione ritorna nell'area colpita, per lo più attraverso te arterie collaterali. Rimane solo una cicatrice molto piccola. Lo scintgramma appare allora omogeneo e privo di lacune (schiamano propriamente «arefredde»). Non sempre perla guarigione è così perfettaMolto temuta ad esempio la trasformazione dell'infartin un aneurisma cardiaco. Iquesti casi l'infarto guarisclasciando al suo posto utratto di parete cardiaca povero di tessuto muscolare ricco di connettivo, che è incapace di contribuire allcontrazione del cuore ed anzi di ostacolo alla contratuone stessa. Il cuore risulta molto in debolito dalla presenza di un aneurisma. Sussiste inoltre il rischio della rottura dell'aneurisma. In questi casi'solo l'intervento chirurgico, che oggi può essere brillantemen¬ te eseguito con l'asportazione della zona aneurismatica, risolve la situazione. La presenza di un aneurisma cardiaco non è facile da dimostrare con gli esami convenzionali. Utilissima quindi la. scintigrafia che lo rivela spesso in modo molto evidente. Si può ritenere perciò che questa indagine che è incruenta, innocua e tollerata bene anche da cardiopatici gravi, si diffonderà sempre più in avvenire. Aldo Selvini Primario Medico dell'Ospedali; Maggiore di Milano \ I I | \ i ! Scintigramma di un cuore con vasto infarto (a sinistra) e cuore normale

Persone citate: Aldo Selvini Primario, Carr, Edward Carr

Luoghi citati: Milano