Ha ucciso la madre col veleno per non vivere più sui monti

Ha ucciso la madre col veleno per non vivere più sui monti Il delitto al cioccolato presso Bologna Ha ucciso la madre col veleno per non vivere più sui monti La ragazza, 28 anni, considerava la madre come l'unico ostacolo per realizzare il suo sogno di tornare in città - Ai carabinieri ha detto: "Portatemi dove volete, qualsiasi posto è meglio di qui" (Dal nostro corrispondente! Bologna, 9 agosto. «Portatemi dove volete — ha detto ai carabinieri Maria Pia Carmagnini, la giovane di 28 anni di Casa Mingone di Creda (Bologna) che ha ucciso la propria madre Giulia Venturi di 65 anni con una tazza di cioccolata avvelenata —. Sono tre giorni che ho pronte le valigie per andare in carcere. Qualsiasi posto è meglio di qui». Al sostituto procuratore della Repubblica di Bologna, dottor Nunziata, la ragazza, che i paesani descrivono come una bellezza prima che la malattia le sconvolgesse la mente e la costringesse, a varie riprese, ad anni di ricove ro in istituti psichiatrici, aveva già confermato esplicitamente il suo proposito di uccidere la madre che considerava l'unico ostacolo alla realizzazione del desiderio di la sciare il casolare isolato, di trovarsi con altre persone, fossero pure gli ammalati di un istituto. I sei mesi passati con la madre a Casa Mingone dopo l'ultimo ricovero, invece di giovarle, avevano aggravato I le sue condizioni. Badava alla casa, accudiva alle galline e all'orto, ma si sentiva sola. Si | era lamentata anche con il medico condotto, dottor Galuppi, che la madre fosse sempre fuori, non le stesse vicina. Giulia Venturi, pensionata della previdenza sociale doveva invece arrotondare, con qualche lavoro in campagna i suoi magri proventi che parevano più scarsi adesso che aveva a carico anche la figlia. D'altra parte era convinta che l'aria del suo paese le avrebbe fatto bene, la pace della montagna l'avrebbe calmata. La giovane insisteva invece per andarsene definitivamente. Forse il ricordo della città, di Bologna, di Prato, dove tempo addietro aveva lavorato, era legato nella sua mente al periodo in cui la malattia non si era ancora manifestata ed era una ragazza come tutte le altre. Ora passava intere notti insonni e doveva ingerire le pastiglie di «Entumina» e i sonniferi che le avevano prescritto i medici per avere un po' di requie. Anche il manicomio, piuttosto che rimanere a Casa Mingone. Per Giulia Venturi invece la città era un altro pianeta. Qui poteva tirare avanti anche con la piccola pensione, non aveva problemi di affitto, perché la casa, proprietà dell'ultimo marito, le era stata lasciata in usufrutto. apspm Le due donne sono andate avanti così, senza trovare un punto d'incontro, lasciando, sospesa una situazione che per Maria Pia era ormai al limite. I vicini ricordano ora che la ragazza, due o tre volte, prese troppe pastiglie di barbiturici. Si dovette ricoverarla anche, ma allora si pen. sò forse a un errore. Ora se ne parla come di altrettanti tentativi di suicidio. Maria Pia Carmagnini avrebbe detto al magistrato che a più riprese, giorni addietro, aveva messo del topicida nella minestra della madre. «Ma non le ha fatto nessun effetto — ha proseguito senza turbarsi —. Allora ho provato con le mie pastiglie. Però è morta senza soffrire. Non si è nemmeno svegliata». La ragazza ha precisato che lunedì sera lei e la madre avevano giocato a carte fin quasi alle 22. Poi Maria Pia ha pre¬ parato due tazze di cioccolata ed ha messo il veleno e il sonnifero in quella della madre offrendogliela. Le due donne si sono coricate quindi nello stesso letto e, mentre la madre si è subito addormentata, la ragazza l'ha vegliata, attendendo la morte, fino alle 2 quando Giulia Venturi è spirata. Poi si è alzata, ha rigovernato ed è uscita. Erano poco più delle quattro. Alle 8 era a Castiglione de' Pepoli dal dottor Galuppi al quale ha detto: «Ho ucciso mia madre». Ora è rinchiusa nel manicomio criminale di Castiglione delle Stiviere (Mantova). L'accusa di omicidio volontario non l'ha turbata. «Volevo andarmene da Creda» ha ripetuto come un ritornello. Andarsene, forse, prima di ferragosto, quando sarebbero venute le sue sorellastre, le vere padrone di quella povera casa odiata e non sua. m. g.

Persone citate: Castiglione, Galuppi, Giulia Venturi, Maria Pia, Maria Pia Carmagnini

Luoghi citati: Bologna, Castiglione Delle Stiviere, Mantova