Tristi sorrisi degli Anni 40

Tristi sorrisi degli Anni 40 la cronaca della televisione Tristi sorrisi degli Anni 40 Lo sbiadito film "Ore 9: lezione di chimica", con Alida Valli ventenne - Stasera Buster Keaton in un battello sul Mississippi E' difficile afferrare il senso del ciclo « I tenui sorrisi degli Anni 40 ». Avremmo capito di più una rassegna dedicata a tutto il periodo dei « telefoni bianchi » o, ancor meglio, un panorama della cinajnatografia italiana ai tempi del fascismo. Così, la visuale è estremamente ristretta e l'interesse, a nostro avviso, molto limitato. Cosa significa riesumare un film come Ore 9: lezione di chimica di Mario Mattoli realizzato nel 1941? Si ripropone una modestissima pellicola — considerata modestissima anche allora, lo ricordiamo bene — che ebbe un certo successo di cassetta grazie soprattutto, se non esclusivamente, alla presenza di una giovane attrice, appena ventenne. Alida Valli, in promettente ascesa: ed effettivamente la prestazione della Valli, anche se mortificata da un personaggio impossibile e da una vicenda ridicola, è forse l'unica cosa accettabile di un film che non sta in piedi da nessuna parte, connubio tra una commediola dopolavoristica e un fumetto lacrimoso e dolciastro a lieto fine. Lo stesso Mattoli ha firmato produzioni assai più decorose. Si voleva dare un'idea di cos'era il cinema in quegli anni? Ma il cinema dì quegli anni non era soltanto Ore 9: lezione di chimica. C'erano ì film di guerra, ad esempio, e proprio nel 1941 De Roj bertis girò Uomini sul fondo; e sempre nel 1941 Blasetti sparò fuori la sensazionale e fantasmagorica Corona di ferro; e nel 1941 Mario Soldati si impose con un personale \ e indimenticabile Piccolo mondo antico dove Alida ValI li, appena uscita dal miele j grondante e appiccicoso di : Ore 9, creò una delle più belj le e forti e commoventi figure femminili apparse sugli ; schermi italiani. Quindi la j storiellìna di Mattoli era, ol| tre a tutto, un prodotto in ritardo, l'epoca dei « telefoni bianchi » era, per forza di eventi, ormai chiusa. Un documento di costume, un'occasione per riflessioni di ordine politico e morale? Può darsi. Ma piccolo documento, allora, alquanto piccolo e diremmo ovvio. E' troppo facile rilevare il salto pauroso tra il mondo falso, zuccheroso, idilliaco e bambinesco di Ore 9 e Za realtà dell'Italia in orbace e in divisa, col tesseramento e sotto le bombe, prossima ad essere stritolata dalle sconfitte: un salto che già indignava allora i recen1 sori non fascisti e, per altre ragioni, i recensori al servii 2Ìo del regime. Del resto, la i cinematografia d'evasione è ; sempre esistita nelle congiuni ture più drammatiche: è da \ vedere di che razza di opere ! si tratta perché, appunto, si \ può andare da Ore 9 a Piccolo mondo antico. In sostanza ieri ci siamo trovati davanti ad una pellicola vecchissima, sbiadita e inutile che è durata un'ora e mezzo, mentre, per renderne la povertà e la convenzionalità, sarebbero stati sufficienti dieci minuti in un'antologia del kitsch. * * Sonnecchiava di tanto in tanto il divo Omero, e non volete che sonnecchi qualche l volta anche il comandante Cousteau? La settima puntata de L'uomo e il mare non aveva un soggetto unitario e questo le è stato fatale. Non una trasmissione da buttar via, assolutamente, ma spezzettata, frammentaria, divagante, discontinua, che alternava sequenze splendide e bizzarre (vedi la fuga del grosso polipo dalla nave sino in mare) ad altre che sapevano un po' di riempitivo, quando non di banale (vedi la ripresa fatta da Cousteau a Cousteau medesimo, orribilmente in camicia, cravatta e doppiopetto scuro, in atto di ricevere onori e di stringere la mano a ministri, prefetti, reverendi, poliziotti ecc. ecc.). Ma niente paura. La serie avrà sicuramente un'impennata e il non perfetto funzionamento di un capitolo non intaccherà alla fine il bilancio di un programma solido, emozionante e rinfrescante. •k * Stasera segnaliamo e raccomandiamo sul « nazionale » alle 21 II figlio di Bill del vaporetto ovvero Io e ii ciclone con Buster Keaton. Indi lo spettacolo musicale Tutto è pop. Sul « secondo » il ciclo Le evasioni celebri e la rubrica Una donna, un paese (Caretta King). Radio: sul « nazionale » alle 20,20 Folk italiano (con Otello Profazio) e alle 23,10 Quartetto Bartok; sul « terzo » alle 12,20 Pablo Casals. u. bz.

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