Tra breve si va a caccia (ma troppe le polemiche) di Omero Marraccini

Tra breve si va a caccia (ma troppe le polemiche) I calendari venatori in Italia Tra breve si va a caccia (ma troppe le polemiche) La situazione è caotica e le disposizioni diverse - Neppure le Regioni sono riuscite a coordinare Fattività - Alcuni pericoli: distruzione della fauna ed incidenti - Manca ancora la legge-quadro NNeppure le Regioni sono riuscite a mettere un po' d'ordine nei calendari della caccia in Italia. La situazione, ad appena venti giorni dall'apertura (27 agosto) si presenta caotica. In Piemonte le disposizioni sono diverse dall'Emilia Romagna, dal Veneto, Toscana, Umbria e Lazio. In Campania è consentito ciò che non è ammesso nelle Puglie e in Calabria. In Liguria il territorio è stato diviso in sette zone, che presentano caratteristiche omogenee. L'apertura della caccia alla selvaggina stanziale potrebbe però essere rimandata al 17 settembre, come ha richiesto l'assessore per l'Agricoltura e Foreste, Ghio. In Lombardia non esiste un calendario unico: alcuni comitati provinciali hanno disatteso la nuova legge (n. 33 e le relative norme di applicazione) emanata dalla Regione. In provincia di Milano, ad esempio, si potrà cacciare soltanto la selvaggina migratoria, da appostamenti fissi, a partire dal 27 agosto; in provincia di Bergamo, dalla stessa data sarà ammessa l'uccisione anche di quella stanziale. In Abruzzo sarà ammessa la caccia soltanto tre giorni alla settimana. La stessa norma è stata adottata in Toscana, ma soltanto per la selvaggina stanziale; per le specie migratorie la caccia è aperta tutti i giorni. I regolamenti della Sicilia sono differenti da quelli di altre Regioni a statuto speciale. Tante regioni, tante province, tanti calendari: il fenomeno rivela come gli ambienti venatori sono sollecitati da una serie di interessi, più o meno legittimi. In alcune re gioni e province si compiono tentativi per salvare il salvabile, limitando zone e giornate di caccia. L'effetto definitivo di Questo stato di cose è la serie dei cosiddetti «calendari arlecchino»: la ripetizione, cioè, nel l'ambito regionale, dei contrasti fra diverse province, come in precedenza avveniva fra i Comitati provinciali e il ministero dell'Agricoltura. Le conseguenze saranno sempre le stesse: concentrazione di cacciatori nelle zone di maggiore interesse venato rio: distruzione del patrimonio faunistico e anche gravi incidenti. Inoltre, i calendari venatori avrebbero dovuto essere pubblicati entro il 31 luglio; in effetti, in alcune province, si è ancora alla fase di elaborazione. Il Consiglio nazionale delle ricerche, il «World Wildlife Found», l'Ente protezione na tura e l'Associazione anti-caccia avevano chiesto la sospensione dell'attività venatoria in Italia per un periodo che varia da uno a tre anni; l'on. Ciccardini aveva proposto di vietare la caccia per due anni. Si voleva, con questo, creare una pausa di ripensamento: trovare il tempo per regolamentare l'attività venatoria in maniera diversa da quella attuale, permettendo, al tempo stesso, il ripopolamento faunistico. Il ministro per l'Agricoltura e Foreste aveva annunciato una legge-quadro, che avrebbe potuto ovviare all'attuale confusione. Sostituita l'attuale regolamentazione, la legge avrebbe dovuto armonizzare i provvedimenti delle Regioni in materia, inserendo principi protezionistici sinora ignorati. «Una politica protezionistica — aveva ammesso il ministro — in Italia non e mai stata fatta. Il poco che si è tentato è frutto d'improvvisazione». La legge-quadro non sarà approvata in tempo neppure quest'anno. Il provvedimento, che si richiama alle indicazioni del Consiglio nazionale delle ricerche, dovrebbe introdurre il principio per cui la selvaggina non è più «res nullius», ma «res communitatis». cioè di tutti i cittadini, non soltanto dei cacciatori. A questo principio si aggiungerebbero norme protezionistiche più restrittive: sarebbe abolito il concetto di j «animale nocivo» (secondo ili Consiglio ogni animale ha un preciso ruolo nell'ambiente naturale in cui vive ) ; sarebbe j vietata l'uccellagione, sotto qualsiasi forma, e sarebbe | possibile sospendere la caccia, in qualsiasi periodo dell'anno, secondo l'andamento delle stagioni e la consistenza del patrimonio faunistico considerato a livello europeo. Il Consiglio nazionale delle ricerche propone anche l'abolizione dei comitati provinciali e suggerisce di stabilire, per la caccia, rigidi periodi di tempo e di luogo. Omero Marraccini (Ddataalsib27le si apmnolachtereAlnoterenunul'evamnesetetutimretovetalaqstchC« faceplimvtesgsinl'ednncctcsamalbcrhnnccnccmsz

Persone citate: Ciccardini, Ghio