Appoggio al governo "di necessità,, di Giovanni Trovati

Appoggio al governo "di necessità,, Appoggio al governo "di necessità,, (Dal nostro corrispondente) Roma, 7 agosto. Al termine del Consiglio nazionale democristiano, clic s]è chiuso nel tardo pomeriggio dopo tre giorni di dibattito e- che ha visto l'intervento di tutti i « lcaders », sola eccezione Fanfani, si possono trarre queste conclusioni: il governo Andreotti ha l'appoggio della de, « convinto » per qualcuno, « leale » per altri, sino al congresso; una parte considerevole del partito, da Moro a Donat-Cattin, a De Mita, Rumor, Colombo, è per un ritorno al Centro Sinistra, eliminando gli errori che hanno sminuito il valore della passata esperienza; già si preparano gli schieramenti in vista del congresso. Il cartello delle sinistre (più nominale che reale) s'è spaccato: Moro e Donat-Cattin sono rimasti a formare la sinistra, la «Base» s'è avvicinata a Forlani, e con i fanfaniani e con la corrente di Rumor potrebbe costituire un forte nucleo diciamo di Centro Sinistra. Nell'interno delle correnti ci sono forti dissensi: Granelli e Galloni ìon si ritrovano nella «Base» e si spostano verso Moro e DonatCattin. Colombo, che è della corrente di Andreotti, s'è riavvicinato a Rumor ed ha ribadito il suo distacco dal. l'attuale governo, nel quale d'altronde s'è riservato un posto marginale, qual è il mi i rapporti con l'Onu. Si dimettono dalla giunta esecutiva i rappresentanti di «Forze nuove» e dei morotei, non si dimette De Mita, che rimane vicesegretario del partito. Ma delle dimissioni si parlerà in direzione, che è l'organo competente. Per ora si parla di annuncio di dimissioni. La sola da presentare al consiglio era quella del presi¬ dente, che è Zaccagnini, moroteo. Zaccagnini s'è dimesso dicendo che i motivi sono politici. Forlani lo ha pregato di rimanere, lo ha pregato anche Andreotti. Zaccagnini era irremovibile. Nella sala c'era un profondo silenzio: le dimissioni del presidente del Consiglio nazionale, stimato da tutti, non potevano non avere il senso d'una pericolosa frattura. Allora s'è alzato Moro, ha parlato con Zaccagnini, e tutti hanno applaudito, esprimendo in tal modo il rifiuto delle dimissioni. Zaccagnini le ha ritirate. Il documento finale contiene due parti: una riguarda il giudizio sulla soluzione di governo, l'altra la relazione di Forlani. «Forze nuove» e morotei hanno detto «no» all'una e all'altra parte; la «Base» ha I detto «no» alla prima, «si» ai| la seconda (meno Granelli e ì Galloni, che hanno detto «no» t anche alla seconda); le altre i correnti hanno approvato per j intero il documento. Forlani esce bene da queI sto Consiglio, perché si por; ta dietro la grande maggioj ranza del partito e si pre\ para a presentarsi al congresso in posizione di l'orI za. Le sinistre sono ridimelij sionate e Moro si pone a capo della minoranza ( « Sap| piamo d'essere troppo pochi ! per cambiare la situazione e non abbiamo perciò né presunzioni né illusioni»). Non soddisfatti della solu- a a , , o i i i 0 a e \ l ì -1 i | zione governativa sono Moro, Donat-Cattin, Rumor e Colombo. Ma gli ultimi due accettano l'affermazione di Andreotti e di Forlani che si tratta d'una risposta a una situazione di neccj;ità, i primi due no. Dice Moro: «Noi 7ion siamo persuasi, anche se non abbiamo alcun dubbio sulla rettitudine delle intenzioni di quanti hanno imboccato questa strada a preferenza di altre». Ma al di là delle intenzioni, la realtà è quella che è: «Temiamo le cose, la forza delle cose, il corso degli avvenimenti, i quali possono sfuggire al contratto degli uomini». Ossia, s'è imboccata una strada, che, al di là delle buone intenzioni, potrebbe portare a cedere verso destra. «La soluzione Andreotti — aggiunge Moro — è un atto d'imprudenza ed il principio d'una svolta involutiva». Oggi siamo sulla via di «un bipartitismo, rovinoso in Italia». | Moro spiega perché, a suo giudizio, è una svolta involutiva: la presenza liberale significa assenza socialista. «C'è chiusura verso una parte significativa del Paese». E ancora dice: quel che è accaduto al psiup è ammonitore. Il Centro Sinistra non ha dato i risultati sperati? Andiamo adagio ad attribuire tutta la colpa ai socialisti. «Non immaginiamoci come creditori in attesa, esenti da ogni re1 sponsabilità. Anche a noi toc| ca ripensare sia il contenuto \ sia il modo di governare». Tema, questo, che è stato ribadito da Donat-Cattin. ! «Non è vero che la quinta legislatura, pur interrotta, non i abbia prodotto risultati legi1 stativi e politici né si può imi putare allo schieramento di ! Centro Sinistra il carico delI le delusioni e dei fallimeni ti, ignorando le responsabilità \ delle forze di contrasto, a coi minciare da alcune interne alj ìa de. che al congresso di Na| poli avevano manifestato le loro riserve sul nuovo corso». \ La linea della segreteria della j de «ha quasi spento la politi\ ca dei rapporti col psi». Anche Rumor ha difeso la validità della linea di Centro Sinistra: « Non ho mai esitato — avverte — a denunciare gli errori e le disfunzioni », ma di questi tutti hanno colpa. « Il male oscuro è stato la scarsa capacità delle forze politiche, di quelle democratiche specialmente, di collegare in termini razionali i problemi di schieramento a quelli di contenuto ». « Nessuno può considerare un fatto positivo il restringimento dell'area democratica »- C'è nel suo discorso un larvato attacco all'attuale politica di Centro, quando dice che la gestione del sistema economico « non è più ipotizzabile alla Giovanni Trovati ( Continua a pagina 2 in seconda colonna) li presidente Andreotti

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