Già trentuno condanne nei "processi di Praga" di Luca Giurato

Già trentuno condanne nei "processi di Praga" Già trentuno condanne nei "processi di Praga" Accuse di sovversione agli amici di Dubcek Uuebl (6 anni e mezzo di carcere) ha scritto a Husak: "Sei rimasto senza amici, l'ondata di protesta ti travolgerà" - Un testimone: "Questo dibattito è incostituzionale" - Altri processi e e e i o é e i e (Dal nostro inviato speciale) Vienna, 2 agosto. La condanna era scontata, ma nessuno si aspettava una sentenza così dura. Il principale imputato, Milan Uuebl, il primo membro del Comitato centrale comparso davanti ai giudici dopo la caduta di Dubcek, ha avuto sei anni e mezzo. Gli altri due imputati, l'ex giornalista della radio cecoslovacca Karel Kyndl e lo storico Karel Bartosek, hanno avuto rispettivamente un anno e otto mesi ed un anno. Tutti e tre sono stati condannati dal tribunale municipale di Praga per «sovversione». Il processo è durato solo due giorni (lunedì e martedì scorsi) e si è svolto sempre a porte chiuse. Solo le mogli degli imputati vi hanno potuto assistere. Non si conoscono le loro reazioni: la Stb, Za polizia segreta^ dì Stato, non ha permesso a nessuno di avvicinarle. Ma l'aspetto più. drammatico dell'avvenimento è l'assoluta mancanza di un minimo d'intesa tra i giudici e gli accusati: la macchina della «giustizia prefabbricata» ha imposto un processo politico attraverso un totale «dialogo tra sordi». Per due giorni RE procuratore generale ha insistito su una sola tesi: gli accusati hanno avuto continuamente contatti con elementi clandestini e «sovversivi» che vivono all'estero. Huebl e i suoi amici non hanno escluso alcuni di questi contatti (con Pelikan. con Zidar) ma hanno sempre decisamente negato di aver compiuto il minimo alto sovversivo ed illegale. La giornata più drammatica è stata quella di ieri. «Bisogna difendere la Cecoslovacchia dalle infiltrazioni reazionarie...» ha detto uno dei giudici poche ore prima della sentenza. «Non ci sono state infiltrazioni, solo normali contatti con amici che vivono all'estero. Non abbiamo violato la legge» ha risposto Huebl, che sedeva tra due poliziotti. «Le nostre sono accuse concrete. Avete collaborato con i circoli stranieri. Avete fornito a questa gente materiale sovversivo». «Le mie idee sono sempre le stesse, ma solo da pochi anni vengono giudicate sovversive! Non avete le prove, nelle nostre case non avete trovato niente. Noi siamo qua solo a causa delle nostre idee», ha ribattuto Huebl. Il procuratore generale è scattato d'improvviso in piedi: «Nessuno degli imputati si trova in questo tribunale a causa del ruolo che aveva prima dell'estate del '69, ma solo per atti sovversivi svolti negli ultimi due anni contro la legge della Repubblica cecoslovacca». A questo punto — se le notizie giunte da Praga a Vienna sono esatte — è avvenuto il clamoroso episodio di larosflav Sabato, l'ex capo del Comitato cittadino del pc di Brno, presente al processo come testimone d'accusa. Sabota ha detto: «Le accuse con¬ tcabcglsdns tro Huebl, Bartosek e Kyncl, come quelle che presto farete a me, sono inventate e fabbricate. Questo dibattito è incostituzionale». Sabota viene processato oggi o domani nella sua città. E' l'ottavo processo politico che si svolge in Cecoslovacchia dall'inizio di luglio. I condannati sono già 31. Altri processi avranno inizio nei prossimi giorni a Praga. Alcune fonti parlano di cinque o sei; altre d'i dieci. Di certo, il più atteso è quello contro i giornalisti Jiri Hochman e Vladimir Nepras. che avrà luogo il 15 settembre. I due sono stati messi in libertà provvisoria lunedì scorso per ragioni di salute dopo sei mesi di carcere. Hochman è in condizioni gravi e sta per entrare in ospedale per due operazioni. Un terzo accusato sarà giudicato quasi contemporaneamente ai- due giornalisti. Si tratta della signora Simonova, ex segretaria della rivista Reporter. Questa ondala di nuovi prò cessi contro gli ex protagonisti del «nuovo corso» voluto da Dubcek si svolgerà con una tecnica del tutto diversa dai precedenti: non più. folti gruppi di imputati, ma rappresentanze ristrettissime, due-tre persone al massimo. Il regime si preoccupa delle reazioni «interne» e vuole assolutamente evitare dei Monsterprozesse, vuole far credere che il «nuovo corso» non è mai esistito come movimento di massa e che i futuri dibattiti riguardano solo «casi isolati di sovversivi». L'idea è di Husak, che abilmente ha lasciato «le consegne» nelle mani del ministro della Giustizia ed è andato in Russia in vacanza. Quattro anni or sono, prendendo in mano il potere, Husak disse: «Nessuno sarà perseguitato Luca Giurato (Continua a pagina 2 in nona colonna)

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Praga, Russia, Vienna