Dal modernismo al riformismo di Luigi Salvatorelli

Dal modernismo al riformismo VOCI NUOVE NELLA CHIESA Dal modernismo al riformismo Novità, dal cattolicismo olandese « progressista », o cattolicismo del dissenso. Novità, ma in un settore fin troppo noto, quello catechistico. Dopo il Nuovo Catechismo generale, approvato dall'episcopato olandese, discusso nel mondo curiale con minaccia di crisi, e tuttavia non condannato, ma semplicemente fornito di un « Supplemento », abbiamo adesso un catechismo particolare per gli allievi delle tre classi superiori dell'insegnamento secondario, tuttora in corso di pubblicazione. Ne ha parlato piuttosto a lungo la Civiltà cattolica. Se non sbaglio, il nuovo Generale dell'Ordine gesuita, Padre Arrupe — la Civiltà cattolica e fra gli organi maggiori della Compagnia — viene considerato come un progressista moderato. La Civiltà cattolica, dopo aver detto che la veste tipografica del novissimo catechismo è molto buona, soggiunge: « Malauguratamente il contenuto dottrinale non può meritare lo stesso elogio ». Incominciando dalla esegesi neotestamentaria, dei Vangeli è detto che non sono racconti storici, nel significato comune della parola. Pcr Gesù, una predicazione unilaterale avrebbe insistito su più di un racconto mitico, la Trasfigurazione, l'Ascensione, ctc. «Con certezza storica* (citiamo testualmente dal resoconto del periodico) « possiamo dire che Gesù è vissuto in Palestina qualche anno prima dì Cristo, fino a circa SO anni dopo Cristo. Con la sua entrata in scena egli c stato coinvolto in un conflitto con l'autorità ebraica ed è stato crocifisso ». « Ciò che si c verificato durante la sua vita c difficile a determinare con maggiore precisione-», * * Si ammette tuttavia che c'è stata una sua predicazione: ma accanto a parole da lui effettivamente pronunciate, gliene sono state messe in bocca altre, e si sono elaborati racconti in proposito, racconti di vocazione, racconti esemplari o parabole, e altresì racconti di miracoli: un genere letterario, quest'ultimo, « di cui abbiamo innumerevoli esempi non biblici-», a proposito di dèi e di eroi. Gesù -non si è chiamato Dio: si è attribuito un ruolo centrale nel regno di Dio, ma « si può dubitare che abbia espresso questo ruolo in un titolo ». L'essenziale del banchetto eucaristico è la riunione nel nome di Cristo, con la rottura del pane, da ripetere in ricordo perpetuo; ma non possiamo conoscere con certezza come si è svolta la cerimonia, né le parole esatte pronunciate da Gesù, perché i testimoni in proposito hanno troppe differenze fra loro. Della presenza del corpo e del sangue del Signore il catechismo non parla. Neanche i resoconti parti correggiati della Passione sono testi storici. La Resurrezione « non è sta ta mai constatata dai primi cristiani come un jatto », ma creduta e predicata con atto di fede: Dio ha tratto Gesù dalla morte dandogli una mio va funzione. Marco, seguito dagli altri evangelisti, ha proclamato che Gesù, con la sua passione, morte e resurrezione, è diventato il Messia, il Cristo. Anche pcr gli inizi della Chiesa, « la storicità dei racconti degli Atti si può attaccare in parecchi punti-»: particolarmente quello della Pentecoste presenta « aspetti inverosimili*. Il senso sostan ziale si può tradurre così quando' i discepoli scoprirono il Signore vivo, andarono a comunicare al mondo: « Gesù di Nazareth è il compimento della promessa: fatevi battezzare in suo nome, vale a dire ricevete il suo spirito e /voiun gate la sua opera ». v Nella Bibbia non si può trovare il concetto della Trinità-»: que sto ha servito a conciliare l'unità di Dio col riconoscimento a Gesù e allo Spirito Santo d una dignità divina. La Civiltà cattolica coramen ta alla fine del suo resoconto dicendo che non si ritrova in quel catechismo « né l'autentico volto di Cristo figlio di Dio, né quello della Chiesa.. Non si può dire che le idee espresse nel catechismo siano nsopapotoccNpsaptcancpusdsPsn—dieeimespcarz(lCNprsdvlm«ll i a o ù o a , a o a ù o e a il e uo d n o n ndi . ee o nuove: da molto tempo esse sono state diffuse da autori protestanti a titolo personale; altri protestanti /ninno reagito pcr combatterle ». Possiamo pcr conto nostro osservare che la Civiltà cattolica non accenna a scritti cattolici analoghi; c, in particolare, nulla dice del famoso Nuovo Catechismo olandese per cui si era latto un certo strepito almeno in Italia, lino a parlare di una crisi insorta pcr esso (non per esso soltanto) fra Roma e la Chiesa cattolica olandese. Prendiamo atto che l'episodio è chiuso, nel modo che abbiamo già accennato, ma che riteniamo opportuno specificare. C'è stato un incontro Ira tre teologi designati dalla Santa Sede e tre dell'episcopato olandese, con scarso risultato: dopodiché il Pontefice nominò una commissione di cardinali — un ifaliano (Florit) e cinque stranieri — la quale decise che prima di nuove edizioni e traduzioni il Nuovo Catechismo dovesse essere diligentemente riveduto e corretto. Ciò è avvenuto attraverso il lavoro d'una seconda commissione e con il concorso di emendamenti presentati dagli stessi autori del catechismo, per opera della commissione cardinalizia, che ha aggiunto al testo, già precedentemente rivisto, una serie di osservazioni complementari, le quali (conclude l'appendice) « anche e non poche e di non lieve mportanza, lasciano intatta la maggior parte del Nuovo Catechismo ». In conclusione, il testo del Nuovo Catechismo — anche a prescindere dall'appendice — rimane profondamente diverso, e cioè nettamente più ortodosso, di quello che potremo hianiare « il catechismo novissimo ». La lettura del resoconto della C.C. di questo « novissimo » mi fece esclamare: « Si ritorna i Loisy? ». Il Loisy dei due « peiits livres », L'Evangile et l'Eglise e Autour d'un petit livre, degli livungilcs Synoptiques, ctc. Ma l'esame del Nuovo Catechismo con supplemento mi ha mostrato che esso, tncltc senza il Supplemento, era ben lontano dalle audacie oisiane. E le audacie del « novissimo» rimanevano isolale. Quel tanto che ho potuto vedere ili altri documenti progressisti mi ha mostrato che il progressismo cattolico pro:edc con altri criteri, e si muove su altro terreno da quello loisiant). Raggrupperei le testimonianze progressiste a me note in tre categorie. Prima: esigenza d'un nuovo linguaggio religioso, più comprensibile pcr gli uomini d'oggi, al posto di quello tradizionale tcologico-apologetico: idea espressa da papa Giovanni tiando bandì il Concilio, e che è stata poi costantemente presente a questo. Citerò a tale proposito un'intervista (nel Resto del Cullino del 29 ottobre 70) di Schillerbcckx. il famoso teologo olandese che tu il consigliere principale dell'episcopato olandese durante il Concilio Vaticano If, e passa anche adesso per esserne il costante consigliere. Di lui sappiamo che è un grande studioso di San Tommaso, del quale cerei di sviluppare il pensiero in termini contemporanei (come lece, appunto, S. Tommaso con l'aristotelismo cattolico, in un primo tempo combattuto e perfino condannato). * * Occorre — disse lo Schillerbcckx — una reinterpretazione permanente del Vangelo pcr la quale talora basta il cambiamento di un termine (esempio: «liberare» al posto di «redimere»). Egli nell'intervista disegnò un circuito necessario, per cui le intuizioni dei teologi passino nella vita delle comunità ecclesiastiche, e vi si adattino, tornando dalle comunità alle scuole teologiche medesime. E aggiunge che il magistero ecclesiastico deve talvolta mantenere il silenzio per ascoltare il dialogo che si svolge in seno al Popoli di Dio (è questo il termine innovatore con cui il Concilio definì la Chiesa). Una cima della Chiesa gerarchici, il primate del Belgio cardinal Suenens — che possiamo ascrivere alla corrente progressista più responsabile, msCdbileidisdmrtLusctpplszssulsmenqectdlasvcasdmolcmalug r i i a e e e l e o i i o o se e, ma altresì più decisa — ha scritto recentemente che la Chiesa esiste nel e pcr il mondo, ed è abbondantemente tributaria dei cambiamenti che investono l'ambiente mondiale. Un ,nuovo stile di vita si imporra nella Chiesa, la quale deve evitare di canonizzare in blocco il passato. La Chiesa si nutre della continuità fondamentale con le sue origini, ma senza confondere le sue radici con le escrescenze spuntate ai piedi del suo tronco. La Tradizione autentica è un'assimilazione vitale del passato nel presente. * * Queste affermazioni del card. Suenens rendono evidente, anche a chi non ci avesse pensato prima, che quando si parla di nuovo linguaggio della Chiesa, non si propugnano semplicemente delle modificazioni letterali. Il discorso cristiano-cattolico, alla pari d'ogni serio discorso umano, contiene un pensiero, e il cambiamento linguistico ritocca questo pensiero. Bensì, potremo e dovremo distinguere tra l'essenziale e il contingente: distinzione non sempre facile, e per la quale spunteranno differenze eia uno ad altro parlante e docente. Resta il fatto che la volontà dei docenti della Chiesa è d'individuare con prudente larghezza e altresì con saldo attaccamento al corso ortodosso cristiano-cattolico ciò che va mantenuto intatto e ciò che può e deve cambiare. Sia, ad ogni modo, presa nota che si è parlato della opportunità di elaborare una novella formulazione del Credo ufficiale: operazione indubbiamente delicatissima, la cui effettiva esecuzione non è da ritenere imminente. E qui hanno luogo e peso altre parole di Suenens, con le quali facciamo passaggio a una seconda categoria di esigenze e aspirazioni progressiste. « Grazie a Dio — ha dello il cardinale di Bruxelles nella pastorale pentecostale del 1970 che abbiamo già citato dal testo dell'Osservatore Romano — non vediamo più attualmente la Chiesa attraverso le categorie giuridiche, tini come una realtà vivente che il Cristo anima con la sua presenza c la sita vita, e che proseguirà la sua strada dalla prima Pentecoste fino alla venuta del Signore, in cammino pellegrinante attraverso il tempo e la storia, avanzando di tappa in tappa su una strada incompiuta... Avevamo preso l'abitudine di accumulare molti accessori ingombranti c di costruire delle case di pietra o di cemento, invece di accontentarci di tende pieghevoli e mobili e di rimanere disponibili pcr la marcia. Una Chiesa ricollegata nella storia c più adatta a incitare i suoi ad una maggiore disponibilità e flessibilità e a insegnare loro ad essere fedeli ugualmente al passato, al presente e al futuro. Questa triplice fedeltà è In gloria e la corona purissima della Chiesa ». Dietro questa pagina c'è la definizione della Chiesa formulata dal Concilio come «Popolo di Dio »: una delle inno vazioni conciliari più felici, e che diremmo traduzione dei più alto spirito giovanneo. Pos siamo considerare la Chiesa come Istituto, e come Società: aspetto eminentemente giuri dico il primo, di vita religiosa e morale il secondo. Questo non esclude la Chiesa-Istituto, anzi la suppone: non esistono popoli senza istituzioni, sia pure di larghe maglie. Ma a tresì non esistono istituti efficienti e legittimi, se essi non traducono in concreto le esigenze vitali della società d cui sono strumenti. Nel movimento attuale in seno alla Chiesa cattolica ap pare la funzione preminente dell'elemento sociale su quello istituzionale. Diremmo che qui siamo al vero punto centrale del movimento progressista. E si comprende — pur senza arrivare a un giudizio specifico — che la notizia di una Lex fundamentalis della Chiesa in corso di elaborazione a Roma sia riuscita non troppo gradita a molti teologi che ci debbono aver temuto la cristallizzazione dell'avviato rinnovamento del -r. Popolo di Dio ». Luigi Salvatorelli (

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Italia, Palestina, Roma