Dure critiche della stampa russa per i racconti "troppo fantastici,,

Dure critiche della stampa russa per i racconti "troppo fantastici,, La rivista "Oktjabr,, attacca aspramente due scrittori Dure critiche della stampa russa per i racconti "troppo fantastici,, Vasilij Aksenov e Bulat Okudzhava (quest'ultimo recentemente espulso dal pcus) accusati di aver riesumato un genere letterario che "non risponde ai criteri del realismo socialista" (Dal nostro corrispondente) Mosca, 24 luglio. La rivista «Oktjabr», bastione della critica letteraria più conservatrice (ne è direttore Vsevolod Kocetov, autore di « Ma insomma, che cosa vuoi?»), pubblica, nell'ultimo numero, un virulento attacco contro due degli autori più amati dalla gioventù intellettuale sovietica: Vasili.i Aksenov c Bulat Okudzhava. Accusati di aver riesumato un genere letterario, quello dei « racconti fantastici », nato nei primi anni post-rivoluzionari ed espresso soprattutto da Michail Bulgakov, Aksenov e Okudzhava vengono definiti « soggettivisti », privi di « spirito di partito, di spirito nazionale e di civismo ». Secondo l'autore della critica, Vladimir Mezhenkov, questo genere letterario (che egli definisce, nel titolo stesso dell'articolo, La strana .prosa), «devia completamente dalle linee dell'evoluzione della letteratura sovietica», «non risponde ai criteri del realismo socialista», è frutto di una «ricerca dell'originalità ad ogni costo», non possiede, insomma, «un carattere preciso», bensì è retto dall'«arbitrio soggettivista». L'attacco — che prende spunto da due racconti brevi di Aksenov e Okudzhava, pubblicati alcuni mesi fa — sembra ispirato dal «vento» del momento. Okudzhava è stato recentemente «scomunicato» per essersi rifiutato di fare una pubblica autocritica, smentendo la prefazione di una raccolta di suoi racconti, pubblicata in Germania, nella quale veniva descritto come un oppositore del regime. La definizione, approssimata per eccesso al momento in cui la prefazione fu scritta (la «contestazione » di Okudzhava è sempre stata discreta e sommessa), è diventata appropriata in questi ultimi mesi, quando il quarantottenne scrittore-cantastorie georgiano, cori' il suo fermo atteggiamento, ha voluto denunciare ogni forma di costrizione psicologica dell'artista, a costo dell'espulsione dal partito, cui seguirà quasi sicuramente quella dallUnione degli scrittori. Quando al quarantenne Aksenov, considerato qualche anno fa una delle migliori promesse della letteratura sovietica contemporanea, sta ora pagando a posteriori il prezzo delle polemiche suscitate dalle sue prime opere, come Il biglietto stellato o Le arance del Marocco. Cacciato due anni fa, insieme con Evgenij Evtushenko e il drammaturgo Viktor Rozov, dalla redazione della rivista Junost (il suo posto venne preso da Anatolij Kuznetsov, che, poco dopo, doveva fuggire in Inghilterra), egli sta soffrendo, in seguito a questi fatti, di una quasi paralisi intellettua¬ le, che gli impedisce di mantenere fede alle speranze suscitate dai primi lavori. Più in generale, soprattutto dopo l'editto del comitato centrale sulla critica letteraria e artistica, il paese sta vivendo un periodo di reazione conservatrice verso ogni manifestazione di indipendenza spirituale e letteraria. Molti romanzi, già approvati in un primo tempo dalla censura, giacciono nei cassetti delle case editrici, bloccati da questa nuova ventata conservatrice. E Io stesso può dirsi per alcuni film, girati ad esempio da giovani registi alla ricerca di un linguaggio nuovo, che non sono mai entrati nei circuiti cittadini o ne sono stati tolti dopo una fugacissima apparizione. Il momento, ovviamente, rida fiato alle trombe degli ultra-conservatori come Kocetov (che, pure, ancora un anno fa parevano attraversare un momento difficile, sicché lo stesso Kocetov aveva ben ragione di lamentare un certo «isolamento») e alle riviste ò\e\V establishment, come la Literaturnaja Gazeta o, appunto, Oktjabr. L'attacco contro Aksenov e Okudzhava ricalca sentieri critici già battuti in passato, soprattutto nei confronti di riviste come Junost. Così, ad esempio, il rimprovero per \'«indifferenza verso gli eroi e gii atteggiamenti positivi o costruttivi» (che equi? vale all'accusa di violazione di uno dei dogmi del «realismo socialista»). Aksenov e Okudzhava, secondo Oktjabr. non sanno andare al di là di «una trama, una scaletta più o meno abbozzata», «sopprimono la veridicità dei dettagli e i evoluzione dei caratteri», lasciano al lettore di «riempire con la propria immaginazione le cellule vuote». Essi vengono accusati di essere epigoni di Bulgakov, cioè di essere fuori del tempo, perché l'autore di II maestro e Margherita è «nettamente impregnato dell'epoca critica ri¬ voluzionaria e non è riuscito a sbrogliare le numerose contraddizioni detta sua concezione del mondo». E per Aksenov, aggiunge il critico di Oktjabr, non si può più parlare di un «peccato di gioventù», come era stato per le sue opere prime, bensì di un «serio incidente» nella sua produzione letteraria. Il critico se la prende anche con le due riviste che hanno pubblicato gli ultimi racconti dei due autori (Avrò- ra per II rendez-vous di Aksenov, Druzhba Narodov per Merci, ovvero le avventure di Shipdv di .Okudzhava). Qualcuno, scrive Oktjabr, potrebbe giustificare queste pubblicazioni affermando che si tratta di «esperimenti» che possono interessare il lettore. Ma, conclude la rivista, un costruttore d'aeroplani non fa salire i passeggeri su un aereo non sufficientemente collaudato. Paolo Garimbertì

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Marocco, Mosca