Vince 50 milioni al lotto però denuncia lo Stato

Vince 50 milioni al lotto però denuncia lo Stato Un appassionato giocatore a Roma Vince 50 milioni al lotto però denuncia lo Stato Il ci enunciarli e ha potuto intascare soltanto 20 milioni - E' questa la cifra massima prevista dal gioco (Nostro servizio particolare) Ruma, 21 luglio. (g. g.) Una denuncia contro la pubblica amministrazione è stata presentata alla procura della Repubblica da un appassionato giocatore che avendo vinto oltre 50 milioni è stato liquidato con 20 milioni. Infatti, la legge sul lotto prevede che «il premio massimo cui può dare luogo ogni bolletta non deve eccedere la somma di venti milioni di lire». Ma — ha sottolineato Giulio Mattei rivolgendosi al magistrato per sostenere che lo Stato per questo deve essere ritenuto responsabile di trulla — si tratta di una norma che nessun giocatore conosce mentre i gestori del gioco continuano ad accettare puntate che, in teoria, dovrebbero consentire vincite per somme molto superiori. Nel regolamento riportato sui biglietti delle giocate è ricordato che il «premio è in ragione della posta divisa per le combinazioni giocate e moltiplicate per quelle sortite» e vengono indicati i coefficienti per i quali la posta va moltiplicata: in caso di ambo la posta va moltiplicata per 250; in caso di terno per 4250; in caso di quaterna per 8 mila ed in caso di cinquina per un milione. Nella legge, invece, si stabilisce un tetto per la vincita che non può superare i venti milioni di lire. «I giocatori — questa la tesi di Giulio Mattei — sono tratti in inganno dal comportamento dei titolari dei bandii lotto che accettando giocate da 5 a 10 mila lire giustificano la convinzione che io Stalo paghi senza alcun li- mite il premio dovuto in base a tali regole anche se di gran lunga superiore al massimo di venti milioni. Il comportamento dei gestori dei banchi lotto, non solo tollerato, ma voluto datla direzione generale del ministero delle Finanze costituisce grave violazione dei principi etico giuridici del nostro ordinamento». In sostanza, consentendo di puntare cinque o dieci mila lire, lo Stato attua una truffa nei confronti del giocatore al quale si fa credere che può vincere una certa somma mentre nella realtà, in caso di vittoria, gli vengono pagati soltanto 20 milioni di lire.

Persone citate: Giulio Mattei, Ruma

Luoghi citati: Roma