È scoppiato l'inferno a Belfast Tredici morti, oltre cento feriti di Mario Ciriello

È scoppiato l'inferno a Belfast Tredici morti, oltre cento feriti Ventidue esplosioni nel giro di un'ora e mezzo È scoppiato l'inferno a Belfast Tredici morti, oltre cento feriti Terrorismo puro,- massacrati e mutilati donne vecchi e bambini, gente in preda al panico non riusciva a fuggire - I protestanti minacciano violente reazioni agli attentati dell'Ira (Dai nostro rjorrisrxHidente) Londra, 21 luglio. Ventldue esplosioni in novanta minuti hanno oggi trasformato Belfast in un inferno. Il numero delle vittime continua a salire: l'ultimo comunicato parla di 13 morti e di 130 feriti, molti dei quali — informa la polizia — con «spaventose conseguenze». Un portavoce del governo ha dichiarato: «Questo venerdì sarà ricordato come il giorno dell'orrore. Non vi sono giustificazioni per i terroristi. Il modo e l'ora in cui hanno fatto scoppiare le bombe indicano che avevano un solo scopo: massacrare e mutilare degli innocenti ». Il brutale attacco dei «Provlsionals» dell'Ira segue di soli tre giorni un. incontro segreto del leader dell'opposizione Harold Wilson con alcuni rappresentanti dei guerriglieri. Le speranze su- scitate dal colloquio sono polverizzate. A Belfast si è visto oggi un esempio di terrorismo puro, da manuale. L'Ira ha scelto il venerdì, perché sapeva che è 11 giorno delle compere, prima del weekend: e ha scelto il primo pomeriggio perché le autorità, per facilitare il movimento delle folle, avevano attenuato per qualche ora le severe restrizioni al traffico. Mal si è visto nell'Ulster tanto panico. Alcuni fuggivano urlando, altri erano paralizzati dalla paura di allontanarsi da una deflagrazione per avvicinarsi a un'altra. Madri e bimbi colpiti da crisi isteriche. La polizia non riusciva a far sgomberare alcuni luoghi minacciati, come l'albergo Europa, perché molte persone, con i nervi spezzati, si gettavano a terra e rifiutavano di muoversi. Il capo dei pompieri ha dichiarato stasera: « Non ho mai visto cose simili, neppure durante la guerra». Un cronista di ritorno da uno dei bersagli, la stazione degli autobus in Oxford Street, ha riferito: q Ho visto almeno tre morti, alcuni erano privi di arti. Vi erano braccia e gambe dappertutto ». I telegiornali mostrano stasera pompieri, soldati e poliziotti intenti a raccogliere questi poveri brandelli umani, a porli in sacchetti di plastica. Tra i feriti vi sono almeno 52 donne, tra le quali una bimba di quattro anni e una signora di 72. Molti i bambini — maschi e femmine — ricoverati in ospedale. Il qua dro è ancora confuso. Dei morti, tre erano militari inglesi. Enormi, ancora incalcolabili, i danni materiali. L'atmosfera nell'Ulster è tornata incandescente. Appena avuta notizia degli attentati, il segretario di Stato per l'Ulster, William Whitelaw, è partito da Londra per Belfast, sèguito, su un altro aereo, dal ministro della Difesa Lord Carrington. Il premier Heath ha disdetto i suoi piani per il weekend (una competizione velica): resterà ai Chequers, la residenza di campagna. Gli estremisti protestanti, adesso uniti in pugnaci organizzazioni, hanno reagito, com'è naturale, con minacciosa collera. Un loro leader ha dichiarato: « Non possiamo permettere che l'Ira continui ad ammazzare la nostra gente. O gli inglesi fanno piazza pulita o interveniamo noi ». Complessivamente, si sono avute oggi in tutta l'Irlanda del Nord circa trenta esplosioni (tre a Londonderry, il cui centro è ormai demolito) ma soltanto a Belfast l'offensiva dei dinamitardi ha fatto vittime. Le bombe a Belfast sono cominciate a scoppiare verso le 15. Novanta minuti è durato l'attacco e, nella fase più drammatica, si sono avute oltre dieci deflagrazioni in meno di mezz'ora. Fra gli obiettivi colpiti vi erano due « pubs », due ponti, tre stazioni di autobus, una stazione ferroviaria, un gasometro e un albergo. Si teme che vi sia una bomba anche all'albergo Europa, comunque danneggiato da un vicino scoppio, ma la polizia non l'ha an¬ cora trovata. « La situazione è caotica » riferisce la tv. Soltanto alcune esplosioni sono state precedute da preavvisi dell'Ira, le altre sono giunte inattese. I potenti scoppi, le nubi di polvere, le sirene delle autoambulanze e dei pompieri, il terrore di essere vicini al prossimo bersaglio: il panico agguantava in breve la città. Nessuno può ancora dire quante persone siano rimaste ferite, perché, per fuggire da un luo. go, si sono portate senza saperlo accanto a una carica di dinamite. Gli ospedali offrivano uno spettacolo tragico: mutilati, persone coperte di sangue, donne sconvolte e raggelate dall'orrore. I capi militari inglesi pensano che l'Ira, adesso, voglia provdtare un conflitto aperto con gli estremisti protestanti. Se questa è la sua fosca aspirazione, è senza dubbio sulla buona strada. Mario Ciriello

Persone citate: Harold Wilson, Lord Carrington, William Whitelaw