Oggi voto definitivo sulla riforma fiscale Dispute interne nel pli, nella dc, nel psi

Oggi voto definitivo sulla riforma fiscale Dispute interne nel pli, nella dc, nel psi Complessi dibattiti in Parlamento e all'interno dei partiti Oggi voto definitivo sulla riforma fiscale Dispute interne nel pli, nella dc, nel psi Un guasto al sistema elettronico provoca un rinvio dello scrutinio - Contrasti sulla candidatura di Bignardi alla segreteria del pli - Le sinistre de minacciano di uscire dalla giunta esecutiva del partito - Divisi i socialisti (tre documenti in direzione) ; durissimo attacco di Scalfari al psi in una "lettera a De Martino" (Dal nostro corrispondente) Roma, 21 luglio. Ieri sera i comunisti avevano annunciato l'ostruzionismo al Senato sull'Iva e Fanfani aveva dichiarato che si sarebbe tenuta seduta continua da oggi sino à lunedì alle 24, termine ultimo per convertire il decreto in legge, pena la decadenza. Oggi i comunisti hanno rinunciato ad attuare la minaccia e questa sera già si pensava che il decreto sarebbe stato approvato nella notte, ma un banale incidente tecnico ha riposto il voto nell'incertezza. Si stava votando a scrutinio segreto su un emendamento, quando i comunisti hanno espresso il dubbio che il sistema elettronico non funzionasse, almeno per il loro settore. Fanfani ha fatto fare una prova di controllo: era vero, i pulsanti del sen. Abenante risultavano muti. C'è stata una lunga discussione, poi Fanfani ha proposto che, ogni volta che dovesse vo¬ tare, il sen. Abenante si spostasse dal suo ad un altro seggio. La proposta è stata respinta. Tra i settori del centro e quello dei comunisti sono corse parole grosse: « volete sabotare », « no, siete imbroglioni ». Poi i comunisti sono usciti dall'aula ficendo mancare il numero legale. La seduta è stata sospesa, Fanfani ha riunito i capigruppo. Dopo trattative estenuanti si è convenuto di riprendere le operazioni di voto domani mattina. Non ci dovrebbero essere sorprese e la riforma fiscale domani dovrebbe essere convertita in legge. Perché i comunisti hanno rinunciato all'ostruzionismo? C'è chi dice che abbiano ottenuto, in compenso, la promessa che sarà accolto qualche loro emendamento sulle pensioni. C'è chi assicura che non v'è stata alcuna promessa da parte del governo e che essi hanno approvato l'Iva, come approveranno le pensioni, perché il paese non può sopportare ora una nuova crisi. Il decreto sulle pensioni, approvato oggi in commissione con qualche emendamento della maggioranza, andrà in aula, alla Camera, martedì. Mentre il governo attende di conoscere i primi risultati della sua attività, ossia se passano i suoi decreti e in che modo passano, i partiti si preparano a rivedere le proprie situazioni interne. Oggi s'è riunito il consiglio nazionale liberale, per sostituire Malagodi e Badini Confalonieri alla segreteria e alla presidenza del partito. Designato alla carica di segretario è l'on. Bignardi, ma contro la sua candidatura s'è pronunciato Altissimo, dicendo che le dichiarazioni da lui fatte alla Camera, in occasione della fiducia del governo, « contengono una netta chiusura al psi, mentre non fanno parola del grave pericolo che rappresenta oggi l'estrema destra ». I lavori del consiglio nazionale sono stati aperti con una relazione di Malagodi, che ha riconosciuto in questo governo « la continuità della scelta operata da De Gasperi, da Einaudi, da Saragat », ed ha auspicato che il pri vi partecipi direttamente, che le sinistre de « lo giudichino alla prova dei fatti ». Nella relazione par di cogliere un'apertura ai socialisti, là dove dice che i liberali, « fedeli alla volontà di cogliere il nuovo », « saranno puntuali sul terreno della democrazia anche con altre forze, ma solo qualora esse, sinceramente, risolutamente coerenti, ci chiamino a un confronto con la stessa volontà democratica e libera con cui noi ci siamo battuti ». I repubblicani riuniranno la direzione martedì. I democristiani hanno ancora rinviato il loro consiglio nazionale: lo convocheranno ai primi di agosto, dopo che il Parlamento avrà chiuso i suoi lavori. La spiegazione ufficiale è che non si possono tenere impegnati deputati e senatori mentre la loro presenza è richie¬ sta nelle commissioni, o in aula, per sostenere il governo. Una spiegazione non ufficiale, ma non meno vera, è che si vuol vedere se il Parlamento non riservi sorprese e si vuol constatare a qual punto può giungere il rischio d'ttinquinamento» dei voti fascisti. Il consiglio nazionale dovrebbe ratificare la soluzione Andreotti, ma se si limita a questo, le sinistre, che già non partecipano al governo, minacciano di dimettersi dalle cariche che hanno nella giunta esecutiva e si spaccherebbe il partito In due tronconi. Forlani non vuole la spaccatura, insiste perché non si dimetta il vicesegretario De Mita, in compenso riconoscerebbe che per la segreteria questo è un governo di necessità. Arnaud osserva che le sinistre farebbero uno sbaglio a dimettersi, perché finireb- Giovannì Trovati (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Luoghi citati: Altissimo, Roma