Spassky e Fischer fanno pari

Spassky e Fischer fanno pari Il quarto incontro alla sfida mondiale di scacchi Spassky e Fischer fanno pari I due campioni sono giunti entrambi in ritardo, giuocando rapidamente le prime mosse - I commenti alla vittoria ottenuta da Fischer nella terza prova: l'americano ha superato il "mito" del forte antagonista (Nostro servizio particolare) Reykjavik, 18 luglio. Boris Spassky e Bobby Fischer hanno convenuto di chiudere alla pari il loro iticontro odierno. La decisione è stata presa dopo cinque ore dì gioco effettivo. Il punteggio è ora: Spassky 2'; Fischer Vii. La quarta partita valevole per il titolo di campione del mondo di scacchi è incominciata puntualmente alle 19 (ora italiana) nella grande sala del Palazzo dello sport. Ma non erano presenti né il campione uscente, Boris Spassky. né lo sfidante, Bobby Fischer. I geni sono capricciosi, soprattutto non sono puntuali. E' accaduto che, all'ora fissata per l'inizio del "match", l'arbitro, il grande maestro tedesco Lothar Schmìdt, ha messo in moto il cronometro e la partita è ufficialmente incominciata, senza giocatori,, con i 32 pezzi fermi nelle loro caselle iniziali. Nella sala gremita, intanto, continuavano i commenti sulla terza partita vinta in maniera formidabile da Fischer. Senza dubbio è stato questo il più grosso trionfo della sua carriera scacchistica. Fino a ieri Spassky aveva battuto l'americano in tutte e quattro le partite in cui aveva avuto il vantaggio del bianco e pertanto della prima mossa, ma anche con i pezzi neri non aveva mai perso, aveva pareggiato. Questi successi avevano assicurato a Spassky un vantaggio psicologico enorme per la difesa del titolo di campione del mondo. Ma la maniera con cui Fischer ha vinto ieri ha, secondo il parere di molti esperti, distrutto questo vantaggio psicologico. Il gran maestro jugoslavo Janosevic ha parlato «di un grave colpo psicologico per il campione». E Padre Lombardy, amico di Fischer, ha detto: «Bobby aveva quasi il "complesso Spassky", ma finalmente ha rotto il ghiaccio. Sono sicuro che si è trattato della sua più bella e importante vittoria». La partita dì oggi è particolarmente attesa perché darà la misura del rovescio psicologico subito da Spassky. Oggi Fischer gioca con il bianco, e tutti sanno quanto agguerrito sia l'americano con la pri ma mossa. Ci si chiede se il sovietico abbia una sufficiente canea psicologica per condurre un gioco aggressivo con i pezzi neri. Intanto, il cronometro scandisce i secondi e i minuti. II primo ad arrivare è Spassky: sono trascorsi quattro minuti dall'«inizio» della partita. Passano sei minuti ed entra Fischer da una porta secondaria, va a sedersi di fronte all'avversario. Un cenno di saluto con il capo, nulla più. Entrambi i giocatori sono impenetrabili. L'americano incomincia spostando, come suo solito, di due caselle il pedone di re. Spassky, invece, in modo insolito per lui. adottando la «difesa siciliana». Impiega meno di due minuti per effettuare le prime otto mosse. Ciò significa che il suo schema difensivo è stato determinato prima dell'inizio del «match». Anche Fischer, del resto, compie le sue prime sette mosse in meno di tre minuti, anch'eglì, evidentemente, secondo un piano prefissato. Ma per l'ottava ìnossa rimane dieci minuti a riflettere. Si è ritornati a giocare nella grande sala detestata da Fischer, dove vi sono le cineprese che egli definisce «gli occhi del diavolo». Per accontentarlo, la terza partita si è disputata in una saletta «a porte chiuse». Ma dopo la sconfitta subita, Spassky ha voluto che si ritorni a giocare nuovamente nella sala principale. E questa volta è stato accontentato lui. Fischer ha accettato la decisione con sorprendente calma, e l'arbitro Schmìdt ha commentato: «Sembra che sia scoppiata la pace, finalmente ». La partita continua nel grande silenzio della sala. Il sovietico ha arroccato all'ottava tnossa, l'americano subito dopo. I due giganti della scacchiera hanno deciso per il pari dopo una partita estenuante, ricca di colpi di scena, alla 45' mossa. Spassky è apparso scuro in volto mentre usciva dalla sala, a malapena rispondendo all'applauso della folla. Ma Fischer'appariva sorridente e sollevato e ha risposto al saluto della folla con ampi gesti della mano. II grande maestro jugoslavo Glicoric ha detto che Spassky ha commesso un grosso errore alla 29' mossa, gettando al vento le sue possibilità di vittoria. Poco prima, un altro grande maestro aveva dichiarato che se Fischer fosse riuscito a togliersi dalla sua incomoda posizione (si era intorno alla 29' mossa) si sarebbe dimostrato « non un genio, ma un sttpergenio ». La prossima partita si giocherà giovedì. , G. 1. Reykjavik. I due protagonisti dell'incontro: il sovietico Boris Spassky, a sinistra, e l'americano Bobby Fischer (Tel. Upi)

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