Piemonte ed Europa

Piemonte ed Europa convegno Piemonte ed Europa Impegno per la difesa della cultura e lo sviluppo della Regione (Dal nostro inviato speciale) Mondovì, 17 luglio. In Argentina, nella regione di Cordoba, esiste la più grossa «Famij a Piemonteisa» del mondo. Circa 300 suoi iscritti erano presenti sabato e domenica qui alla «Festa dèi Piemonti), la quinta della serie iniziata nel 1968. In Argentina questi piemontesi hanno una stazione radio che trasmette quattro ore settimanali nel dialetto del loro paese d'origine. Anzi, in «lingua» piemontese, perché tale essi la considerano. Quattro ore con inizio alle 6 di sera e tutti gli «oriundi» interrompono il lavoro per seguire il notiziario letto dallo speaker ragionier Andrea Rossetti. Molti, figli di emigrati del secolo scorso, non sanno nemmeno l'italiano, ma il piemontese si: è la lingua che i loro genitori hanno sempre parlato nella nuova casa, l'unico collegamento mantenuto con l'Italia. Giusto quindi chiedere la difesa di questa lingua e «ij brande», gruppo di poeti, scrittori e cultori di storia piemontese riuniti- nel cenacolo che prende nome dagli alari del focolare, hanno rinnovato la richiesta sabato c domenica nelle due giornate di festa nelle quali ha avuto importanza primaria il convegno di studi dedicato ai problemi del Piemonte. La nascita delle Regioni ha certo favorito questo ritorno sentimentale, ha fatto sentire più forte la necessità di riscoprire il dialetto non come simbolo campanilistico antiunitario, ma come coscienza di un passato che ha valore fondamentale nella storia d'Italia e d'Europa. Lo ha ricordato domenica mattina, con un discorso tutto in piemontese sulla piazza di Mondovì, il presidente - del Consiglio regionale avvocato Oberto sulla scorta delle affermazioni del Cena: prima di rivolgersi al Sud d'Italia i piemontesi sono stati in Francia e in Sviz- ì zera, anticipando quello che è lo spirito dell'Europa unita di l oggi. Anche questo argomento è stato esaminato nella riunione di sabato e la .necessità che il Piemonte diventi — per la sua posizione geografica una volta considerata negativa e ora, con l'allargamento della prospettiva all'ambito europeo, positiva — una zona di interscambio tra l'Italia e l'Europa. E' il criterio che ha ispirato l'elaborazione del piano regionale di sviluppo che interpreta il Piemonte come area forte del Sud Europa; ma i «brande» e gli esponenti della vita politica e amministrativa che hanno partecipato alla «Festa» sono andati al di là della pura e semplice visione 1 economica e sociale. Il prò- j gresso è qualcosa di molto complesso, il miglioramento del tenore di vita, l'appianamento degli squilibri territoriali e settoriali si ottiene non soltanto con la diversificazio- j ne industriale, i provvedimenti per l'agricoltura, la razionaUmazione dei trasporti, ma I anche con la tutela del patrimonio artistico e culturale. Concetti espressi nell'ordine del giorno, tutto in piemontese, ispirato da Censin Pich, dall'onorevole Gasco e dall'avvocato Oberto, che riassumiamo traducendo: «Il Piemonte cominci con lo stringere legami sempre più forti con le altre regioni al di là delle Alpi, si faccia promotore di un abbattimento, sia pure solo simbolico, delle barriere di confine. Il Piemonte, ora che ha ottenuto l'autonomia, promuova il suo progresso in un ambiente armonioso con la valorizzazione delle risorse locali e salvando | le forme tradizionali della sua cultura». In questo senso assume particolare importanza la ristampa in edizione anastatica curata dal Rotary di Mondovi, dell'«Aesopus moralisatus» pubblicato il 16 novembre 1476 a Mondovì dalla tipografia Vivaldi e l'intitolazione di una via ai fratelli Baretti. Difesa della cultura vuol dire non solo impegnarsi per lo studio del dialetto nelle scuole confermando le meritorie e purtroppo sporadiche iniziative di qualche benemerito insegnante; ma anche tutelare corti paesaggi presi d'assalto dal cemento e dai rumori, dif'ei dere fiumi e laghi dall'inquinamento, conservare e restaurare nelle campagne e in montagna cerfp tipiche costruzioni e certi ingenui affreschi che ornano la facciata di baite sperdute, raccogliere attrezzi agricoli testimonianze di un'antica civiltà contadina e montanara. Ecco: il significato della Festa del Piemonte, indetta in ricordo della vittoria dell'As sietta del 19 luglio 1747, è questo: proiettare la nostra regione nel futuro dell'Italia e dell'Europa difendendo però con costanza il suo passato che troppo frequentemente viene considerato folklore pu ramente turistico e invece è storia. Domenico Garbarino

Persone citate: Andrea Rossetti, Baretti, Censin Pich, Cordoba, Domenico Garbarino, Gasco, Oberto, Piemonti, Vivaldi