Piano Cee per un'unione aeronautica comunitaria di Vittorio Zucconi
Piano Cee per un'unione aeronautica comunitaria Nella prospettiva dell'«Europa dei IO» Piano Cee per un'unione aeronautica comunitaria Necessaria la creazione di grandi società multinazionali che le autorità di Bruxelles favoriranno con ogni mezzo finanziario, fiscale e commerciale - Il "Piano Spinelli" (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 14 luglio. Verso un'industria aeronautica europea: questo l'obiettivo di un vasto piano presentato dalla Commissione esecutiva della Cee. Strumento essemiale per raggiungerlo, la nascita di grandi società multinazionali per la costruzione di aerei attraverso la fusione delle attuali industrie nazionali, nascita che le autorità Cee intendono favorire con ogni mezzo, finanziario, fiscale, commerciale. « E' assurdo — ha detto l'autore del piano, il commissario italiano Altiero Spinelli, — che una' potenza industriale e tecnologica come l'Europa dei Dieci debba quasi totalmente dipendere dall'esterno per il suo mercato aeronautico, controllato da industrie Usa per il 90,5 per cento». In pratica si tratta di accelerare al massimo e dì coordinare a livello europeo gli sforzi di collaborazione sovrannazionale che già si notano in Europa (Concorde, Airbus, Mercure, Fokker VFW F28), ma che ancora si limita- i no a programmi frammentari e occasionali. Il «Piano Spinelli» prevede diversi punti principali: coordinazione tra i governi per la scelta in comune dei nuovi programmi di costruzione aeronautica; aiuti comunitari ai programmi di costruzione sovrannazionali e alle ricerche europee; strumenti europei per crediti agevolati e garanzie di prezzo: si tratta cioè di mettere al sicuro acquirenti e produttori da eventuali spostamenti monetari che muterebbero ì termini finanziari dei contratti. Il piano indica anche la possibilità di garantire i prezzi contro anormali e imprevedibili aumenti dei costi, intervenuti tra la firma dei contratti d'acquisto e la consegna; revisione della situazione doganale nel settore degli aerei: oggi, la Cee importa velivoli a dazio zero per venire incontro alle Compagnie aeree costrette ad approvvigionarsi prevalentemente dai Paesi terzi. In vista della nascita di un'industria aeronautica europea competitiva, questo stato dì cose deve evidentemente mutare. Il presupposto del Piano Cee è che solo la stretta coordinazione tra le industrie dei Paesi europei può dare all'Europa il posto che le compete anche nel settore aeronautico: alcune cifre illustrano con chiarezza le affermazioni di Spinelli. Le spese di ricerca dei Paesi europei non sono che il 24 per cento di quelle americane. La cifra d'affari delle cinque maggiori industrie aeronautiche europee in media di 455 milioni di dollari, contro i 2500 milioni delle prime cinque americane. Solo cinque imprese Cee hanno un volume d'affari superiore ai 400 milioni di dollari, contro ben 15 negli Usa. Le «serie» prodotte dalle industrie europee risultano così troppo «brevi» per essere veramente redditizie: basti pensare che l'aereo commerciale di maggior successo mai prodotto in Europa, il francese «Caravelle», è uscito finora in 280 esemplari, mentre un aereo americano della stessa categoria, il «Boeing 727», è già stato fabbricato in oltre mille esemplari. Secondo le intenzioni delle autorità Cee, il perno dei prò grammi aeronautici europei lungo termine dovrebbe esse re costituito dai cosiddetti ae rei « Stol », cioè velivoli bassa rumorosità e ad atterraggio e decollo corti. In questo settore, di grande avveni re visti i problemi dell'inquinamento da rumori e dell'intasamento degli aeroporti, la tecnologia europea sembra essere addirittura più avanza ta di quella statunitense. Vittorio Zucconi
Persone citate: Altiero Spinelli
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