Lunedì il verdetto per il " kamikaze"
Lunedì il verdetto per il " kamikaze" La strage all'aeroporto di Lod Lunedì il verdetto per il " kamikaze" Respinta la richiesta dei difensori per una perizia psichiatrica - Okamoto ha dichiarato: "Abbiamo voluto compiere un'azione rivoluzionaria decisiva" Tel Aviv, 13 luglio. Kozo Okamoto, il giovane «kamikaze» giapponese accusato per la strage del 30 maggio all'aeroporto di Lod, conoscerà lunedì prossimo la sua sorte. Una richiesta dei difensori per la perizia psichiatrica è stata respinta. L'udienza odierna ha avuto al suo centro una lunga dichiarazione di Okamoto, quella dichiarazione che l'imputato aveva in un certo senso preannunciato prima ancora del processo esprimendo il proposito di servirsi della circostanza per far propaganda alle sue idee politiche. Okamoto, al pari dei suoi complici nel massacro, Tsuyoshi Okudaira e Yasuyuki Yasuda, rimasti uccisi durante la sanguinosa sparatoria di Lod, erano membri dell'esercito rosso unito, una organizzazione estremista giapponese. Liberato dalle manette per la prima volta dall'inizio del processo, Okamoto ha detto: «Tre di noi, soldati dell'esercito unito rosso, decidemmo di compiere un'azione rivolu¬ zionaria decisiva... la nostra è una rivoluzione mondiale. La guerra rivoluzionaria continuerà... noi dobbiamo stabilire il potere proletario mondiale. «Quando eravamo ragazzi, ci dissero che alla nostra morte saremmo divenuti stelle nel cielo. Noi. gli attaccanti di Lod. volevamo diventare tre stelle di Orione. La rivoluzione continuerà e vi saranno molte stelle... Se siamo convinti che finiremo nello stesso cielo, per risplendere insieme, allora possiamo avere la pace del cuore». Dopo aver detto che Israele non ha mai voluto fare concessioni dopo la vittoria del 1967 sugli arabi, Okamoto ha aggiunto: «Speravamo di suscitare fervore spirituale nel mondo arabo. Questo era il motivo della nostra collaborazione con il fronte popolare... Essi ci proposero l'attacco a Lod ed il mio capo "Zero" (nome di battaglia di Okudaira) lo approvò... Io sono un soldato. Obbedii ad un ordine e mi associai a Questa operazione». (Ansa-Ap)
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