Dodici morti nella funivia svizzera precipitata per rottura d'un cavo

Dodici morti nella funivia svizzera precipitata per rottura d'un cavo La sciagura nel Vallese, ai piedi di un ghiacciaio Dodici morti nella funivia svizzera precipitata per rottura d'un cavo La cabina è scivolata indietro per ottocento metri, a folle velocità, e i freni non hanno funzionato - Il terribile schianto - Due ragazzi superstiti in gravi condizioni - Un uomo, gettatosi nel vuoto, trovato cadavere nel Rodano - Nessun italiano fra le vittime (Dal nostro inviato speciale) Briga, 13 luglio. Dodici persone (e non tredici come si era detto in un primo tempo) hanno trovato la morte ieri sera in una cabina della funivìa che dai 702 metri di Mòrel, nei pressi di Briga, porta ai 1919 metri di Bettmeralp; a causa dell'improvvisa rottura del cavo trainante la cabina è ripiombata alla velocità di cento chilometri all'ora alla stazione di partenza, schiantandosi contro un muro. Solo nove vittime sono state identificate questa sera dalla polizia svizzera: si tratta di quattro persone residenti a Betten, la stazione intermedia della funivia, fra le quali due impiegati dell'impianto, di quattro turi- a sti abitanti nella Svizzera tedesca e di una donna di Essen (Germania Federale), Margareth Hennemuth, di 48 anni, che si trovava nella cabina con i figli, Peter di 12 e Monica di 17 anni; questi due sono gli unici superstiti della tragedia e si trovano ora all'ospedale di Briga; dichiarati fuori pericolo, non sono ancora in condizione di parlare. Gli altri tre morti — due donne e un uomo — non hanno ancora un nome: gli inquirenti si sono però detti in grado di escludere che tra loro i ci siano degli italiani. La sciagura è avvenuta alle 18.45. La funivia, che scorre su due cavi paralleli ed effettua le sue corse a senso alternato, era partita da'Mórel con quattordici passeggeri a bordo. A una ventina di metri di distanza dalla stazione intermedia di Betten (1456 metri) si è verificata la rottura della « fune di trazione »: la cabina, attaccata al solo cavo portante, anziché arrestarsi ha cominciato a slittare all'indietro, acquistando una velocità sempre maggiore negli ottocento metri di corsa che la separavano dalla stazione di partenza ed è andata a schiantarsi contro il muro esterno dell'edificio, sotto gli occhi terrorizzati di alcuni testimoni e degli addetti all'impianto. Dice un turista tedesco che ha vissuto la catastrofe« Tutto si è svolto nel giro di pochi secondi. Ho visto la fune cadere, la cabina ha slittato in basso e ho visto un passeggero lanciarsi nel vuotoPoi c'è stato il terribile rumore dello schianto. Sono corso alla stazione di partenza; lo spettacolo era agghiacciante: un ammasso di ferraglie, sangue dappertutto. Poho sentito delle grida. Erano due giovani tedeschi, feriti alla testa e in tutto il corpoimprigionati in quel che era rimasto della cabina ». I due giovani sono statliberati e accompagnati in autoambulanza all'ospedalegrazie alla testimonianza deturista tedesco, mentre i corpi venivano estratti dalla cabina schiacciata, squadre dsoccorritori hanno perlustrato i fianchi della montagna alla ricerca del passeggero che, in un ultimo disperato tentativo di scampare allmorte, si era lanciato nel vuoto da un'altezza di circa trenta metri. Il suo corpo è stattrovato stanotte nel Rodanoche scorre nei pressi: era orribilmente sfracellato e forsproprio per questo è uno detre non ancora identificatAlla disgrazia ha anche assistito il marito della donnmorta e padre dei due ragazzi sopravvissuti, che solo peun puro caso non era sullfunivia: all'ultimo momentaveva deciso di salire con lcorsa successiva e aveva preferito compiere una brevescursione nei dintorni dellstazione di partenza. Subitdopo la tragedia, l'uomo stato colto da malore e hperso conoscenza. Mentre la polizia sta cecando di identificare le vittme, sulla catastrofe sono icorso numerose inchiestei che vengono condotte dallI magistratura e dal dipart; mento federale dei Trasportj II presidente del tribunale dj Briga, Max Arnold, che dirigl'inchiesta giudiziaria, ha tnuto stasera una conferenzstampa in un albergo di Mrel. « E' questa — ha dettra l'altro il magistrato — terza grave catastrofe che si è verificata in poco tempo nel Vallese, dopo Mattmark e Reckingen. Stiamo conducendo accertamenti per stabilire le esatte cause della sciagura: pezzi di fune e frammenti delle strutture della cabina disintegrata saranno sottoposti ad una perizia da parte degli organi tecnici federali ». Arnold ha parlato di « cavo spezzato » ma ha detto di non essere in grado di dare una risposta precisa alla domanda dei giornalisti come mai non è entrato in funzione il dispositivo del freno automatico che avrebbe dovuto «bloccare» la cabina sul cavo portante, in attesa di interventi di salvataggio. L'interrogativo, rimasto senza risposta, ha suscitato notevoli perplessità fra le autorità svizzere. La funivia Mòrel-Bettmeralp, un pianoro verdeggiante della base di partenza per le escursioni verso il ghiacciaio dell'Aletsch, è stata completamente ricostruita nel 1965. Si divide in due tronchi: il primo che dalla partenza sale ai 1456 metri di Betten è stato dichiarato di « pubblica utilità » come servizio turistico e, convenzionato dalla Confederazione, appartiene in gran parte al comune di Betten. Subito dopo la catastrofe, il sindaco di Betten, Maurice Imaof, che è anche direttore dell'impianto, è stato colto da un grave choc ed ha dovuto ricorrere anch'egli alle cure dei medici dell'ospedale di Briga. Arnold ha ricordato oggi che su questo impianto aveva già perso la vita un ragazzo di 16 anni: la disgrazia era avvenuta però nel 1958, prima del rinnovo delle strutture. L'ultimo controllo all'impianto da parte del ministero dei Trasporti svizzero era avvenuto il 23 giugno scorso, in previsione dell'affollamento della stagione estiva: tutto era stato trovato perfettamente in ordine. L'inchiesta tecnica è condotta dall'ispettore dell'ufficio federale dei Trasporti, Maurice Piaggini di Berna che è a Mòrel già da ieri sera con il costruttore dell'impianto. Adriano Velli Briga. i rottami della cabinovia Mòrel-Bettmeralp, che si è schiantata contro la stazione di partenza (Telefoto Ap)

Persone citate: Adriano Velli, Margareth Hennemuth, Maurice Imaof, Maurice Piaggini, Max Arnold, Vallese

Luoghi citati: Berna, Germania Federale, Svizzera