Sono 3 i morti sul Monte Bianco altri due ragazzi sono moribondi

Sono 3 i morti sul Monte Bianco altri due ragazzi sono moribondi La sciagura durante la discesa dall'Aiguille du Gouter Sono 3 i morti sul Monte Bianco altri due ragazzi sono moribondi I morti, tutti tedeschi, sono un prete trentatreenne e due giovani di 16 e 17 anni - I medici disperano di salvare gli altri scalatori - La cordata, per inesperienza, si è allontanata dalla via niù sicura (Dal nostro corrispondente) Aosta, 13 luglio. E' salito a tre il numero delle vittime della sciagura accaduta ieri sull'Aiguille du Goùter, sul versante francese del Monte Bianco, dove un sacerdote e quattro ragazzi dai 13 ai 17 anni, tutti tedeschi, sono precipitati per oltre seicento metri mentre rientravano a Chamoiux da un'ascensione. Uno dei tre giovani alpinisti — Heinz Peter Schilling, di 17 anni, di Hurth-Stitlheim — rimasto gravemente ferito, e trasportato a valle dalle guide e dai gendarmi, è spirato poco dopo all'ospedale di Challances. Le condizioni degli altri due ragazzi — Joachim Kretshmann, di 17 anni, da Hurth-Berrenrach, ed Hans Peter Prinz, di 13 anni, da Hurt-Stitlheim — sono gravissime: nella caduta hanno riportato entrambi numerose fratture alla testa, agli arti ed alla colonna vertebrale. I sanitari disperano di poterli salvare. Le salme delle altre due vittime, il prete di 33 anni Wienb Luttgens, ed il sedi- i cenne Thomas Tittmann, entrambi di Colonia, sfracellatisi sul ghiacciaio di Bionassay, sono state trasportate stamane a St-Gervais da un elicottero della Protection Civile. La disgrazia è stata provocata dall'imprudenza e dall'inesperienza: la salita al- j l'Aiguille du Goùter (3863 metri), non è considerata una scalata fine a se stessa, ma una tappa sull'itinerario dell'ascensione alla vetta del Bianco (4810 metri) dalla via normale francese per il rifugio omonimo che sorge quasi alla sommità della cima. Quest'ultima capanna, raggiungibile con un'escursione di ordinaria facilità, soltanto un po' faticosa, è spesso frequentata da comitive di alpinisti. Gli incidenti accadono quasi esclusivamente per la troppa leggerezza con la quale gli scalatori percorrono l'itinerario sul dorso roccioso della montagna. Il terreno discontinuo e composto da pietre e materiale roccioso, è spesso percorso da inesperti che si avventurano sui canaloni che scendono al ghiacciaio del Bionassay (il pericolo è anche segnalato nei manuali per le scalate al Monte Bianco). E' stato l'errore che ha compiuto ieri il sacerdote tedesco, il quale, giunto ai « Bancs Rouges » (3500 metri), ha abbandonato la via normale dirigendosi verso il canalone. I cinque alpinisti, legati in cordata con il prete in testa, sono stati scorti po¬ rlsrf co dopo dal guardiano del rifugio « De la Téte Rousse » (3167 metri), che ha urlato loro di' spostarsi sulla sinistra e tornare indietro. L'avvertimento è stato però vano: pòchi minuti dopo il penultimo dei ragazzi che formava la cordata è scivolato, trascinando nel tremendo volo anche i compagni. L'allarme a valle è stato dato immediatamente dal guardiano, unico testimone dell'incidente. Le operazioni di soccorso sono state ostacolate dal maltempo. L'elicottero, alzatosi in volo nel tardo pomeriggio da Chamomx, ha potuto depositare le guide ed i gendarmi ad un migliaio di metri più in basso dal luogo della scia¬ gura. I soccorritori hanno raggiunto a piedi- gli alpinisti solo quando s'era fatto buio. I tre feriti giacevano sul ghiaccio, a poca distanza dei corpi dei compagni sfracellati. Sono stati trasportati con le barelle dai soccorritori, undici fra guide e gendarmi, fino alla stazione dell'Hotel du Nid d'Aigle (2372 metri), e di qui a St-Gervais, con il trenino del Monte Bianco. g g

Persone citate: Gervais, Hans Peter Prinz, Heinz Peter Schilling, Hurt-stitlheim, Rousse, Thomas Tittmann

Luoghi citati: Aosta, Colonia