Nuova polemica su Papa Pacelli

Nuova polemica su Papa Pacelli Gli aiuti agli ebrei Nuova polemica su Papa Pacelli II Vaticano respinge le accuse dello scrittore olandese Waagenaar di aver fatto poco per salvare gli israeliti dai nazisti (Nostro servizio particolare/ Roma, 4 luglio. Le nuove accuse, mosse dallo scrittore olandese Sam Waagenaar a Pio XII di aver fatto poco o nulla per salvare gli ebrei perseguitati dai nazisti, hanno provocato indignazione in Vaticano. Per contribuire ad una ricerca della verità, abbiamo sottoposto le singole accuse a due eminenti specialisti, che hanno libero accesso alla documentazione tuttora segreta. Essi non desiderano essere nominati. Sam Waagenaar sostiene, basandosi su testimonianze del cappuccino padre Maria Benedetto, che il Vaticano non diede mai alcuna assistenza finanziaria agli ebrei, neanche di Roma. Rispondono i due studiosi: « L'opera della Santa Sede a favore degli ebrei e degli altri profughi durante la guerra seguì una linea diplomatica ed una umanitaria. Nel primo caso i rappresentanti del Papa ebbero istruzioni d'intervenire presso ì rispettivi governi per singoli casi. In questi interventi non vi era distinzione tra ebrei con vertiti e no. Nel secondo caso, la Santa Sede agiva tramite organismi, come l'Opera San Raffaele, il cui ufficio dì Roma continuò a funzionare diretto dai padri Pallottini. quando il centro di Amburgo fu chiuso dai nazisti ». Altra accusa: Waagenaar imputa padre Leiber, segretario privato e confidente di Pio XII, di aver falsato la storia affermando che sia l'Opera San Raffaele, sia la « Delasem » (delegazione assistenza ebrei emigrati) erano organizzazioni ecclesiastiche o pontificie; la «Delasem» invece era ebraica. « Padre Leiber — replicano i due specialisti — non era del tutto privo di motivazioni dicendo che la Delasem " se non diventò proprio una istituzione vaticana, praticamente passò le consegne alla Chiesa " (per usare le parole del Waagenaar, che non figurano nell'articolo di Leiber). Dopo il settembre 1943 l'ufficio della "Delasem" sul' Lungotevere, a Roma, fu cfiiuso e trasferito nella curia dei capmiccini in via Sicilia. Padre Maria Benedetto (un francese) ne divenne di fatto il capo se non il presidente. I dirigenti ebrei vi si nascosero. « Padre Benedetto riferiva a mons. Riberi, che non era allora nunzio in Italia, ma un membro del citato comitato vaticano, diretto da mons. Montini. Nei contatti con i diplomatici Osborne (inglese) e Tìttmann (americano) per ricevere i fondi dagli Stati Uniti, padre Maria Benedetto disse ad Osborne che Pio XII aveva approvato ogni nuova attività in favore degli ebrei ». La somma di 25 milioni di lire (pari ad un miliardo e mezzo di oggi) fu versata dal Vaticano, come dice padre Leiber, o provenne dagli ebrei statunitensi, come sostiene Waagenaar, secondo il" quale il Vaticano servì da « stanza di compensazione »? « Questa non è una corretta interpretazione della natura dei fondi ricevuti dal Vaticano. Il denaro era dato direttamente al Papa, ma destinato ad uno scopo specifico. Tale, ad esempio, fu il caso dei 150.000 dollari dati al Papat nel 1940 da un gruppo di ebrei americani per aiutare i perseguitati.. Sarebbe un errore definire Pio XII come un semplice mezzo di trasmissione ». Altra accusa: padre Weber, che dirigeva l'Opera San Raffaele, ha detto a Waagenaar di aver ottenuto soltanto 3000 visti di ingresso in Brasile e di averne utilizzati appena 1500, esclusivamente per ebrei tedeschi convertiti. Dicono i due specialisti « La dichiarazione di Weber allude ai 3000 visti che il go verno brasiliano offrì nel '40 in omaggio a Pio XII a favore dei cattolici di origine ebraica. Duemila di questi visti, però, avrebbero dovuto essere distribuiti attraverso il centro di Amburgo e sotto il controllo dei rappresentanti brasiliani; gli altri 1000 erano direttamente disponibili per il Vaticano, che lavorava attraverso l'Opera San Raffaele. Questi 1000 visti furono utilizzati rapidamente; la storia degli altri duemila è assai complicata e risenti della mutevole situazione politica e militare ». I due studiosi precisano, che la condizione tassativa di accordare i visti « esclusivamente ad ebrei convertiti era imposta dal Brasile, non dalla Santa Sede». Padre Weber, in un rapporto del 2 settembre 1944 a Pio XII. riferiva che l'opera San Raffaele, malgrado il limitatissimo personale, « era riuscita a consigliare e ad aiutare almeno 25 mila persone, di cui 2000 avevano potuto emigrare ». Waagenaar giudica misteriosa la scomparsa di due milioni di lire consegnate, probabilmente nell'autunno del 1lgdtd5scpapudmdf 1943, alla nunziatura in Italia e appartenenti alla sede genovese della « Delasem ». « Vi è forse confusione tra due casi diversi. In una' lettera del 24 giugno 1961, padre Maria Benedetto dice che 5 milioni di lire della "Delasem" erano stati affidati al card. Boetto e accenna, con parole oscure, a qualcosa che accadde nel dicembre 1943 per cui "rimanemmo senza un soldo" ». « La spiegazione sembra vada cercata nel fatto che il messaggero, che portava i fondi della "Delasem" da Genova a Roma, fu arrestato dalla Gestapo e il denaro confiscato. Questa spiegazione si trova nel libro Missione incredibile, di un'ex collaboratrice di padre Benedetto, madame Fernande Leboucher. Essa scrive che ogni due settimane un messaggero fidato veniva da Roma a Genova con una lettera di padre Benedetto il quale dava precise indicazioni sulle necessità del momento. Il card. Boetto consegnava in contanti le somme richieste e il messaggero, che viaggiava in treno, le portava a Roma. Nel dicembre 1943, fu deciso che l'intero fondo disponibile fosse trasferito a Roma, perché padre Benedetto aveva appreso che la Gestapo sapeva di queste somme in mano al card. Boetto ed era decisa di impadronirsene. Sennonché il messaggero era pedinato e fu arrestato durante il viaggio in treno per Roma ». I. f.