I club per campare accettano le donne di Renato Proni

I club per campare accettano le donne Cade un mito dei circoli londinesi I club per campare accettano le donne Giudicati anacronistici dalle nuove classi borghesi, languono e si spopolano - Solo gli americani vanno fieri di esservi invitati dal corrispondente Londra, lunedì sera. Nell'ultima scena del film II giro del mondo in ottanta giorni, i soci del Reform Club di Londra allibirono indignati, quando nei locali apparve, assieme al puntuale Phileas Fogg, anche la sua compagna di avventure. Mai, prima d'allora, si era visto una donna in un rispettabile club inglese. I tempi sono cambiati. Alcuni soci del Reform Club vogliono ora ammettere le donne. Le regole del club, in realtà, non vietano espressamente l'ingresso delle signore, perché quando furono formulate una tale eventualità era impensabile. Le note tendenze liberali dei soci del Reform Club verranno probabilmente messe alla prova nelle prossime settimane da alcune donne desiderose di appartenervi. Le candidate sono alcune giornaliste del settimanale Observer, del quotidiano Financial Times e della rivista Economist. Non sarà una battaglia facile: già gli uomini hanno minacciato di escluderle facendo uso della pallina nera nelle votazioni. Dopo tutto, il Reform Club è stato definito « l'ultimo lembo dell'Impero ». I famosi clubs di St. James e di Pali Mail sono, comunque, in crisi. Alcuni hanno già ammesso le donne, nel tentativo di sopravvivere. Ma il declino appare inarrestabile. Mettere piede in un grande club di Londra è come fare un tuffo nel passato. Nelle spaziose sale da pranzo, i camerieri in giacca bianca approntano le tavole con posate di argento e tovaglioli candidi inamidati. Nelle sale di lettura, vecchie glorie della politica e del diritto sonnecchiano sulle pagine spiegazzate del Times, che, ahimè, non reca più notizie di vittorie imperiali ma di crisi monetarie. Una serata in un club inglese è funerea, deprimente. Ma per questo privilegio i soci di « White's» (fondato nel 1693) devono pagare 90 mila lire di sottoscrizione all'anno. L'attesa per esservi ammesso è lunghissima: chi vuole iscriversi ora, avrà ima chance di essere accettato solo nel 1984. I buoni club a Londra sono circa due dozzine e hanno alcune migliaia di membri. Sono giudici, ministri, vescovi, alti funzionari statali, diplomatici, generali. Era la gente che, una volta, faceva la storia. Anthony Sampson, nella sua Anatomy of Brilain, racconta la vicenda curiosa capitata ad un poliziotto sospettoso. Il policeman fece irruzione nel «Beefsteak Club », al quale si accede per una scaletta, convinto di avere scoperto un bordello. Ai presenti egli intimò di dare nome e cognome. Uno disse di essere l'arcivescovo di Canterbury, l'altro il governatore della Banca d'Inghilterra. L'agente si rivolse, sarcastico, al terzo personaggio e gli chiese: « E lei, per caso, è il primo ministro? ». « Per essere sinceri — rispose Arthur Balf our — lo sono ». L'ex primo ministro conservatore Harold Macmillan è un entusiasta dei club. Appartiene al Carlton (una roccaforte dei conservatori), al Turf (in cui predominano gli appassionati dell'ippica), al tradizionale Beefsteak, a Buck's e a Pratt's, che è tra i più allegri. L'attuale primo ministro Edward Heath appartiene, come nove dei diciassette membri del suo gabinetto, al Carlton e al Royal Yacht Squadron, al quale si è ammessi solo dietro invito. I laboristi frequentano meno i club dei conservatori. Solo sette dei ventitré membri del gabinetto di Harold Wilson appartenevano ad un club. Forse ricordano ancora la sera in cui un ubriaco aristocratico cacciò letteralmente a pedate da un famoso club il grande leader laborista Aneurin Bevan, che si era fatto la fama di sovversivo. Wilson è iscritto alVAtheneum, ma ci va di raro. I liberali fanno parte del National Liberal o del Reform. II club è giudicato anacronistico dalle nuove classi borghesi, ed è oggetto di battute sarcastiche da parte della gioventù swinging. Tuttavia, esso ha ancora qualcosa da offrire. Ci si può mangiare discretamente e con modica spesa. Le cantine di molti club sono anche ricche di vini molto fini, soprattutto di ciaret. Alcuni club offrono anche camere a prezzo basso per il socio che deve pernottare a Londra. Il club inglese sopravvive, sia pure a stento, per due ragioni: per il prestigio sociale che conferisce e perché riunisce sotto lo stesso tetto persone di simili esperienze e convinzioni. Tuttavia, negli ultimi anni, sono stati ammessi molti uomini di affari che -usano gli austeri locali dsIqdssLs dei clubs per parlare di fusioni e di bilanci d'azienda. I migliori clubs proibiscono queste attività come indegne della loro tradizione. Il club inglese — per la sua esclusività — è sempre stato un sìmbolo classista. La sua egemonia sociale è stata quasi distrutta dal suf¬ fragio universale e dall'avvento della meritocrazia. Resta, comunque, un'attrattiva turistica per gli americani di passaggio, che considerano un grande privilegio esservi invitati. Ne vanno così fieri che sono disposti anche a pagare il conto. Renato Proni

Persone citate: Anthony Sampson, Arthur Balf, Edward Heath, Harold Macmillan, Harold Wilson

Luoghi citati: Londra