I parigini senza squadrone alla finale Marsiglia-Bastia di Carlo Cavicchioli

I parigini senza squadrone alla finale Marsiglia-Bastia Ai gollisti possono servire anche i gol I parigini senza squadrone alla finale Marsiglia-Bastia Petardi, clacson, cortei, bandiere e cartelli: meglio — dicono le autorità — lo sfogo sportivo che le barricate per le strade - Al Parco dei Principi, inaugurato ieri, i còrsi battuti per 2 al dal corrispondente Parigi, lunedì mattina. Soffiano negli strati superiori della Quinta Repubblica venti di passioni nuove, apparentemente non più politiche, ma sportive. Il presidente Pompidou, affiancato da una corte notevole di ministri e alti funzionari, ha assistito ieri, dalla tribuna del nuovissimo, sfavillante stadio parigino del Parco dei Principi, alla vittoria del Marsiglia sul Bastia nella finale della coppa calcistica di Francia. Partita memorabile, non solo per la foga degli adepti del football confluiti dalla provincia, ma perché pare indicativa d'un atteggiamento particolare, e politicamente non disinteressato, del regime verso un campo delle attività umane un po' trascurato negli anni passati. Parecchi sintomi inducono a pensare che Vestablishment sia incline a convogliare l'interesse dei cittadini sugli spettacoli sportivi, distraendolo un poco da tanti problemi sociali parecchio acuti. La calata di decine di migliaia di còrsi ebbri di fede calcistica ha ridestato la distaccata, apatica Parigi in questo week-end. Saint-Germain, a giudicare dal chiasso, dalle grida e dagli scoppi, pareva tornata al maggio 1968: ma non di studenti insorti si trattava, bensì di tifosi scatenati, inneggianti a una vittoria non ancora ottenuta. La polizia, cosi sollecita a sedare drasticamente i tumulti in altre circostanze, ha lasciato fare. Non s'è dormito, la notte scorsa: lo impedivano le deflagrazioni di migliaia di petardi, l'ululato dei claxon, gli slogans intonati con cadenze persin religiose («Ave-ave-ave Bastia» cantano devoti, a gran voce, i còrsi). Il calcio prospera meglio in provincia: in Corsica,.per esempio, è la consolazione delle folle alle frustrazioni del sottosviluppo, dei divari troppo profondi tra abbienti e poveri, della disoccupazione. L'isola imputa i suoi mali al continente, alla remota e lenta burocrazia parigina: e nelle imprese sportive dell'Etoile Club di Bastia sublima le sue rivendicazioni. Ma il regime sembra ben deciso a incanalare su questa via anche le passioni dei parigini, troppo esuberanti altrove. Le autorità pubbliche hanno chiesto al vecchio club « Paris - Saint - Germain » di cambiar nome e di diventare più semplicemente e rappresentativamente il « Paris footbal club », in modo che non solo un quartiere, ma l'inte¬ nicudacdInaprudts ra capitale vi si possa riconoscere. A questa condizione, il consiglio comunale della città concederà alla società un sussidio sostanzioso, tale da permetterle di comprarsi atleti di fama. E' il regime che si fa mecenate, ovviamente aspettandosi un adeguato tornaconto. In provincia, invece i mecenati già esistono, fra privati ansiosi di celebrità ad ogni prezzo. Cosi il Marsiglia ha robusti finanziatori, e il Bastia si regge sulle fortune un poco oscure d'un miliardario, tal Victor Lorenzi, settantenne titolare di vasti possedimenti nell'America del Sud. L'invasione di moltitudini di còrsi e provenzali a Parigi questa settimana risponde bene ai probabili intenti delle autorità: è stata come un fruttuoso giro di propaganda a vantaggio di un nuovo passatempo offerto agli abitanti della metropoli. Al quartiere latino, in veste di tifosi, si posson far tante co¬ se che nel ruolo di studenti son vietate. Come dar fuoco a petardi, bloccare il traffico per ore. Una festosa sagra paesana è meglio d'una dimostrazione politica. Negli stadi, sotto le bandiere d'un club di calcio, ci si scarica ritualmente di molte tensioni. Tuttavia, pure in questi sapienti crogiuoli, possono ribollire misture dal potenziale più elevato del previsto. Nella Corsica che si sente alquanto diseredata e dimenticata, per esempio, il football si tinge di passioni non meramente sportive: ha venature politiche, ha elementi di superstizioso fanatismo religioso. La squadra del Bastia, agli occhi dei suoi supporters, è una sorta di portabandiera dei poveri isolani contro i ricchi del continente. Gioca sotto l'alta protezione della madonna locale, Notre Dame de Lavasina, al cui santuario si va in pellegrinaggio, invocando grazie di gol. L'Olympic club di Marsi¬ glia, invece, ha per patrona Notre Dame de la Garde, che ha il suo tempio sulla scogliera provenzale. Il parroco, in verità, si oppone all'impiego calcistico della Vergine, e ieri l'altro, alla vigilia del match, ha scacciato una folla di sportivi portatori d'un enorme cero. 1 Sotto l'occhio attento del presidente Pompidou e dei ministri, al Parco dei Principi, la Madonna di Lavasina è stata sconfitta da Notre Dame de la Garde: il Bastia ha perso per 2 a 1. Sportivamente, un risultato equo: ma per i conterranei di Napoleone, un calice amaro. Eran venuti trionfalmente, come l'imperatore dall'esilio dell'Elba, ripartono come se andassero a Sant'Elena. Il continente li ha ulteriormente umiliati, sia pure in leale confronto. Si sussurra che l'insuccesso del Parco dei Principi darà buona esca ai movimenti separatisti già vivaci in Corsica. Carlo Cavicchioli

Persone citate: Marsi, Pompidou, Victor Lorenzi

Luoghi citati: America Del Sud, Corsica, Francia, Parigi, Sant'elena