QUATTORDICESIMO, ECCO I PROTAGONISTI

QUATTORDICESIMO, ECCO I PROTAGONISTI QUATTORDICESIMO, ECCO I PROTAGONISTI Pietro Carmignani (Altopascio, 22-1-1945) 25 presenze, tre volte in panchina. Uscito di squadra per un infortunio non ha avuto la soddisfazione di proseguire siilo alla fine la serie, dopo 25 giornate senza una assenza. Ha superato da uomo di carattere momenti molto difficili, lavorando sempre a fondo in allenamento e facendo il suo dovere in partita. Di certo può sentirsi la coscienza a posto. Massimo Piloni (Ancona, 21-8-1948) 5 presenze. Ha saputo trovarsi in buona condizione nel momento della necessità, segno di una costante applicazione. Gli è tocc.'o una parte psicologicamente molto difficile, quella di prendere il posto di titolare proprio nella fase cruciale della stagione. Anch'egli discusso (in coppa a Wolverhampton), è riuscito a non scoraggiarsi; ha doti di scatto e agilità. uciano Spinos(Roma, 9-5-1950) 30 presenze, ieri l'unico gol. E' salito di rendimento dopo un inizio incerto; poiché ha carattere — buon segno — protestava garbatamente per le critiche, anche se in cuor suo sapeva di meritarle. Si è riscattato ampiamente nel girone di ritorno, sino alla grossa soddisfazione della maglia azzurra di Bruxelles dove è riuscito a non affondare. Giampietro Marchetti(Brescia, 22-10-1948) 29 presenze, un gol. La squalifica gli ha rovinato la « serie » ininterrotta di prestazioni che durava dall'inizio di campionato. Anche se è difficile fare valutazioni del genere, si può dire che è stato dei bianconeri l'atleta più in forma considerando tutto l'arco dell'annata. Ha saputo farsi valere sia come difensore puro che come spalla nel centrocampo. Giuseppe Furino(Palermo, 5-7-1946) 27 presenze, due gol. Ha tenuto su la squadra nei momenti difficili, andando anche a segnare come a Roma. Si è sempre prodigato senza risparmio al punto che Vycpalek ha dovuto ridurgli prima che ad altri la razione di allenamenti settimanale. Quanj to sia importante la sua presenza lo si è visto a Firenze; è uno degli « insostituibili » della Juve. Francesco Morini (S. Giuliano Terme, 12-8-44) 30 presenze. E' il terrore di tutti i centravanti italiani (e di Gigi Riva). Qualcuno cerca di ironizzare sul suo assillante tipo di marcamento, ma contano i risultati: se la squadra avversaria ha una « punta » pericolosa, questa tocca Sempre a Morini, e la Juventus va in campo tranquilla. Professionista coscienzioso, sempre su un elevato stanI dard di rendimento. Sandro Salvadore (Milano, 29-11-1939) 30 presenze, un gol. Con il passare delle stagioni ha anche imparato a sorridere, dando l'ultimo tocco al personaggio del calciatore esemplare, quello di cui si parla poco ma che in campo rende moltissimo. Non ha saltato una partita, non un infortunio, sempre in invidiabili condizioni di freschezza, mai un momento di pausa: il condottiero di una difesa giovane. Helmut Haller (Augsburg, 21-7-1939) 23 presenze, 5 gol. Un pizzico di genio e sregolatezza nella squadra campione: Helmut il suo secondo scudetto italiano se lo è comunque meritato ampiamente, malgrado la « coabitazione tecnica » con compagni altrettanto ricchi di personalità abbia provocato qualche scintilla. E' in tutto e per tutto un campione della vecchia guardia, ma di classe fulgidissima. I Franco Causio (Lecce, 1-2-1949) 30 presenze, 6 gol. Ha sofferto forse più di altri, nel gioco, l'assenza di Bettega: con Roberto in campo aveva un punto di riferimento preciso alla fine delle sue perentorie sgroppate sulle linee laterali. Mezzi fisici e tecnici non comuni gli hanno permesso di svettare spesso, malgrado nel finale, per esigenze di squadra, sia stato talvolta obbligato a giocare più avanti. Pietro Anastasi (Catania, 7-4-1948) 30 presenze, 11 gol, più l'autorete di Galdiolo. Il magnifico galvanizzatore del girone di ritorno: mai stanco, mai domo, caparbio negli sforzi anche nelle giornate in cui ha avuto scarsa collaborazione. Ha segnato gol da manuale, come quello al volo del derby di ritorno, anche a Firenze è stato il più lucido in una partita in cui contavano i nervi. Fabio Capello (Pieris, 18-6-1946) 29 presenze, 9 gol. E' stato il punto di riferimento sicuro del centrocampo bianconero, ha dimostrato di saper inserirsi in avanti al momento giusto per segnare dei gol, almeno sino a quando la squadra ha avuto una sufficiente spinta offensiva. Dopo, con Causio ed Haller più avanzati, Fabio è stato costretto a limitare il suo movimento per una più accorta copertura. Roberto Bettega (Torino, 27-12-1950) 14 presenze, 10 gol. Con mezzo campionato ha dato alla Juventus più di mezzo scudetto, senza offesa per gli altri juventini che hanno pur lottato sino all'ultimo. Con lui in squadra anche nel « ritorno », il campionato non sarebbe stato così incerto sino alla fine, i bianconeri avrebbero preso il largo grazie ai suoi gol. Non resta che augurargli un sollecito ritorno. Antonello Cuccureddu (Alghero, 4-10-1949) 8 presenze complete, 5 volte tredicesimo, 2 sostituzioni, É" entrato in squadra al momento giusto per dare il suo notevole apporto di energie fresche, tanto da essere uno dei protagonisti di maggiore spicco nella volata finale per lo scudetto. Ha avuto sfortuna nel tiro ma nel finale la lunga attesa è stata ripagata con una serie di grosse soddisfazioni. Gianluigi Savoldi (Bergamo, 9-6-1949) 5 presenze complete, 14 volte in panchina, 7 sostituziqhi. Non ha'artcqfd espresso tutto quello su cui giurano i compagni, che lo considerano un elemento con grandi doti potenziali. In campo, certo, non ha mai lesinato il suo impegno, soprattutto portando la palla e dribblando, riuscendo raramente ad inserirsi nel gioco. Quello che conta per lui è la fiducia di Vycpalek. Adriano Novellini (Mantova, 2-9-1948) 9 presenze, 3 volte in panchina, due sostituzioni, un gol. Ha affetto il suo apportp con grande volontà nella ricerca di uno schema di attacco dopo il forzato stop a Bettega e per qualche partita ha dato l'impressione di potersi inserire bene. Un bel tiro (e gol mancato di un soffio) a Vicenza, una rete in casa su cross di Anastasi nel successivo incontro. Gianluigi Roveta (Torino, 21-5-1947) 6 volte in panchina, una sostituzjpne. Una stagione senza dùbbio''amara-'airaì fuòri di falsi giochi di parole per un atleta che in cuor suo sente di poter essere utile alla squadra almeno quando c'è da sostituire un titolare. D'altra parte ha la « sfortuna » di essere il rincalzo di una retroguardia di indistruttibili, fermati solo dalle squalifiche. Sarà prezioso in Coppa Italia. Fernando Viola (Torrazza Piemonte, 4-3-1951) 3 partite complete, una sostituzione. E' stato inserito in squadrami momento più difficile delta stagione, ma non ha demeritato. Anche lui, però, non è la « punta » che Vycpalek cercava e allora è parso logico il suo rientro fra i rincalzi per far posto ad un elemento più esperto come Cuccureddu. Ha dimostrato di possedere una buona visione dì gioco. Silvio Longobucco (Scalea, 5-6-1951) Due presenze, mai in panchina. Il suo momento è arrivato proprio 'àll.cP scadere del campionato, dopo essersi messo in luce nella gara di Coppa sul campo del Wolverhampton. E' il nuovo Burgnich, dicono i tifosi, ed è certo un bel augurio per un giovane che si affaccia alla ribalta della serie A. Ha anticipo e velocità, buona elevai zione, nervi saldi.