Anche Boniperti sotto la doccia

Anche Boniperti sotto la doccia Anche Boniperti sotto la doccia Le lacrime di Bettega - Salvadore: « Il più bello dei miei quattro scudetti » - Haller: « Pagherei tre volte la multa di Wolverhampton per ripetere questa festa » Bellcga piange. Volano lapp di champagne che scorre a (lumi non soltanto nei bicchieri. Spi nosi suggerisce a gran voce di | infilare Boniperti solto la doccia. Il presidente accetta, ebbro di felicità, e poi debbono portarlo via a viva forza altrimenti rischia di annegare. La stessa sorte tocca a La Neve, a Furino che ha seguito la partita in tribuna stampa. Abbracci, baci, strette di mano, congratulazioni, negli spogliatoi della Juventus si festeggia il quattordicesimo scudello, il sesto di Boniperti. il quarto di Salvadore, il secondo di Haller, il primo di tutti gli altri. Roberto Bettega che nel corso della festa piange fa tenerezza, ma è il simbolo di una stagione sofferta, di uno scudetto strappa, lo con i denti. E' stato Boniperti ad insistere perché Roberto venisse a Torino per l'ultima partila. « La mia resistenza e stata debole — spiega Roberto — temevo la confusione e le emozioni. Però il presidente ha insistilo e ho accettato ». Bettega è arrivato alla stadio poco prima dell'intervallo, ha preso posto in tribuna d'onore ma è stato subito notato e così ha riassaporato il gusto degli applausi, dopo quattro mesi di assenza dal campo torinese. S'è messo a piangere quando Monti ha fischiato la fine, poi ha continuato a piangere negli spogliatoi mentre 1 compagni lo abbracciavano. Lo ritroviamo un po' ingrassato, ma quella sua n pancetta » con 1 primi allenamenti, nel prossimo agosto, spa Tira. « Sono stati magnifici — dice Bettega riferendosi ai compagni di squadra — è uno scudetto che hanno meritato perché voluto contro la sfortuna e i momenti più difficili ». Perché piangi? Gli chiedono. « Non lo so — risponde Roberto — non so se per la gioia op pure per la tristezza, perché in campo non c'ero e non sono come loro, cioè come i mici compagni ». La maglia numero 11 è sem pre sua. « Si, ma vedo che Haller la porta bene, sono felice per Het mut. e sempre un grande gio calore ». Boniperti, che ha deposto i suoi vestiti fradici per cambiarli con altri, chiama i giocatori in disparte, proprio nel pressi della doccia. La porta si chiude ai giornalisti e fotografi per qualche minuto. Anche Bettega, ovviamente, partecipa al « discorsetto » del presidente che, ci riferiranno più tardi, dice pressapoco: « Vi ringrazio, siete stuti magnifici, non ho parole, anzi ho sonno perché la notte scorsa non sono riuscito a chiudere occhio. Ma non credo di essere slato l'unico. Complimenti, però dobbiamo andare alanti. C'è la Coppa Italia ci sarà un altro campionato, la Coppa dei Campioni. Insomma prendiamolo come un esaltante punto dì partenza ma non di arrivo ». I giocatori escono levando negli spogliatoi un grido corale, quello che a volte avvertivano dagli spalti nei momenti più difficili della loro stagione e che ora lo ripropongono come una rivincita: «Góba. góba. gùba! ». Capello nell'entusiasmo riesce a concentrarsi ancora per un momento sulla vittoria con il Vicenza: « Nei prim venti minuti siamo andati vicini al gol quattro volte, lo. subito ho colpito la traversa, Anastasi pensava fosse già gol ed ha tentennato un attimo prima di intervenire, cosi l'azione è sfumata sul fondo ». a Fino al 2-0 non ci siamo sentiti sicuri — dice Spinosi, autore del raddoppio —. Morini mi ha detto: vai avanti che segni. Missione compiuta, l'ultimo gol l'avevo fatto In Coppa Italia a Marassi. Sono felice da impazzire ii. Causio: « Dedico questo scudetto a mio figlio che sta per nascere. Ma lo dedico anche a Picchi che non abbiamo mui dimenticato, al signor Vycpalek, al presidente, ai nostri tifosi. L'abbiamo strappato con i denti, soffrendolo lino all'ultimo, però al di là dei valori tecnici, ce lo siamo meritati perché la nostra forza consiste nell'umiltà e siamo tutti uniti. Se qualche volta in campo ci siamo lasciati andare a qualche gesto dì insofferenza non e stato per mancanza di re¬ ctetifaBmmmscstsc ciproco rispetto ma perché la tensione accumulata in tante partita ci aveva resi nervosi. Debbo fare l complimenti al Torino. Bravi i cugini granata, fortissimi noi ii. Morini: « Scudetto sudalo, a metà campionato l'avevamo in mano poi la concorrenza e la sfortuna l'hanno messo In perìcolo. Abbiamo dimostrato che siamo maturi, abbiamo vinto contro tutti e anche contro chi non si è limitato ad attaccarci sul campo a. Anastasi riceve i complimenti di Pino Caruso, il noto comico siciliano, a Torino per girare un film. Pietro gli dice: « E' il primo scudetto dei siciliani, mio, di Furino, di Vycpalek, suo anche. Speravo di segnare un gol nell'ultima partita ma non importa, abbiamo vinto. Dedico questo scudetto a mia moglie perché lo scorso anno quando non andavo bene mi ha aiutato. E lo dedico anche agli sportivi die mi applaudivano persino quando giocavo male. Sono fc- lice che non ve ne fate un'idea. Questa e. anche la risposta a certagentc che non credeva in noi e che non ha perso occasione per criticarci ». Haller subito chiede tempo. :i Devo prendere fiato e poi ho Il cuore che batte troppo forte, per l'emozione » spiega. Qualche minuto dopo mentre beve un bicchiedere di champagne gli dicono: « Questo, costa di meno rispetto a quello di Wolverhampton ii. « Sì — risponde — ho pagato due milioni di multa, ma pur di vincere un altro scudetto sarci disposto a pagarne tre di queste multe. A Wolverhampton avevo sbagliato, però in seguito ho cercato di dimostrare, che pur con trenlatré anni sulle spalle valgo uncora qualcosa. Anzi mi sento come se ne avessi ventotto. Dedico questo scudetto al presidente, ai dirigenti, a Vycpalek, ma in particolare a Picchi che mi ha insegnato ad essere uomo e non soltanto giocatore in campo. Peccato che per lui questo titolo sia arrivato troppo tardi. L'abbiamo vinto due volte, per il gioco e contro la sfortuna. Tutte queste sofferenze serviranno ai nostri giovani per maturare ancora più in fretta. Spesso in mezzo a toro io divento bambino ma è importante che mi credano quando chiedo che giochino la palla di prima 11. E' emozionato anche capitan Salvadore. Spiega: « Dei quattro che ho vinto questo è il piii bello perché II piii sofferto. L'abbiamo vinto perché siamo stati sempre tutti mollo amici tra noi. E' sempre eccitante sentirsi campioni di Italia. Che pubblico, però, per tutto l'anno. Gli dobbiamo non poco ii. Gli spogliatoi a poco a poco si vuotano. Restano negli angoli bottiglie vuote di champagne. Bettega è fra gli ultimi ad andarsene. « Non vedevo gli spogliatoi da quattro mesi — dice — avrei proprio voglia di cambiarmi e giocare una partita 11. Se ne va con gli occhi ancora lucidi mentre la festa prosegue fuori, in una città che per qualche ora ricorda Rio de Janeiro, quando il carnevale impazza e la gente balla e beve per la strada, bloccando il traffico. Salutiamo Marchetti. « Piacere — dice — Giampiero Marchetti, campione d'Italia. Fa un bell'effetto, non le sembra?». Franco Costa ;

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