Il "rebus,, De Vlaemink e il prudente Zandegù di Maurizio Caravella

Il "rebus,, De Vlaemink e il prudente Zandegù Il "rebus,, De Vlaemink e il prudente Zandegù Roger vuole attaccare Merckx: « Ormai non è più invulnerabile» - Dino non fa più pazzie: «Alla mia età queste volatone mi fanno paura, c'è da rompersi la testa» dal nostro inviato Ravenna, lunedi mattina. Il vero rebus del Giro si chiama De Vlaeminck. Ha un polso incrinato, inoltre avrebbe dovuto sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico alla gamba destra, ma non lo ha fatto proprio per non disertare il Giro: non perché pensi di vincerlo (sarebbe davvero clamoroso, se ci riuscisse), ma perché vuol farlo perdere a Merckx. Roger non lo ammette, però dice: «Eddy non è più invulnerabile, spero che gli italiani 10 abbiano capito. Accontentarsi del secondo posto sarebbe un grosso errore, per Merckx è cominciata la parabola discendente. L'unica tattica posstbile è quella di attaccarlo di continuo, anch'io proverò a metterlo in difficoltà ». Ma in che modo? Ieri è scattato ad un chilometro dall'arrivo, cercando di prendere tutti in contropiede, ma non c'è riuscito. E anche se ce l'avesse fatta, avrebbe guadagnato una manciata di secondi, delle briciole. Cribiori, 11 suo direttore sportivo, dice: « Era una tappa completamente pianeggiante, fatta su misura per i velocisti. Non era certo il terreno adatto per una vera offensiva. Ma noi sappiamo come imbrigliare Merckx. Se mi accorgerò che De Vlaeminck offrirà buone garanzie di tenuta, lo piazzerò alle costole di Eddy: una marcatura stretta, spietata. Al Giro di Sardegna Merckx si innervosì a tal punto da rinunciare alla lot ta, ma al Giro d'Italia non può fare altrettanto, per vincere non può lasciare l'iniziativa agli altri. E De Vlaeminck sarà lì, pronto ad approfittare di ogni sua mossa falsa. Se Roger non ce la facesse, toccherebbe a qualcun altro. Per Eddy questo Giro non sarà una passeggiata ». Non lo sarà in futuro, forse, ma la prima tappa lo è stata. Una noiosa marcia di trasferimento, al punto che persino Motta, Il Giro oggi SECONDA TAPPA — Ravenna-Fermo, km 212, partenza ore 11, arrivo su strada, tra le 16 e le 16,30. Percorso pianeggiante, con arrivo In leggera salita, valevole per 11 G.P. della montagna. RADIO E TV — Telecronaca diretta dell'arrivo sul « Nazionale », tra le 15,30 e le 17; radiocronaca diretta dalle 15,45 sul « Nazionale ». Altri servizi radiofonici: ore 8 (programma nazionale) collegamento con la sede di partenza, ore 13,15 (Naz.) notizie sull'andamento della tappa, ore 19,55 (secondo programma) commenti ed Interviste. campione nel gioco di rimessa, nel finale per non addormentarsi ha tentato il colpo a sorpresa: « Guerra mi è balzato subito a ruota — si lamenta il lombardo — ma non ìia voluto darmi neppure un cambio, si è limitato a farsi trascinare a rimorchio. Se mi avesse dato un minimo di collaborazione saremmo sicuramente arrivati soli al traguardo, e magari Guerra mi avrebbe battuto in volata. Non mi sono stupito, però: le nostre squadre sono rivali... ». Già: Guerra è della Saivarani, come Gimondi e Basso. Motta non poteva certo aspettarsi un altro comportamento. Anche Bitossi si lamenta: «Nello sprint finale avevo davanti Basso, Sercu e Zandegù: facevano barriera, se avessi cercato di superarli saremmo finiti tutti a terra. Poi Sercu e Zandegù hanno ceduto, ho trovato un corridoio e sono passato, ma ormai era troppo tardi ». Zandegù, l'anno scorso, aveva deciso di non partecipare più alle volate del gruppo: « E' troppo rischioso — aveva detto —, io non ho l'animo del kamikaze ». Ieri, però, ci ha riprovato, la voglia di vincere era troppo forte: « E' il mio ultimo anno dt attività — ha detto —, tiorrci chiudere in modo dignitoso. Ma mi sono preso un grosso spavento: ero in testa, Basso e Sercu mi sono piombati addosso, il manubrio di Basso ha urtato il mio. Ho pensato: ci siamo, adesso cado e mi rompo la testa; alla tua età, Dino, certe pazzie non le devi più fare ». Probabilmente non le farà più davvero, contro la paura non esistono medicine. Maurizio Caravella

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