È stata raddoppiata la taglia per le bombe dei tupamaros tedeschi di Tito Sansa

È stata raddoppiata la taglia per le bombe dei tupamaros tedeschi Trentasette milioni a chi li fa catturare È stata raddoppiata la taglia per le bombe dei tupamaros tedeschi Per ora, comunque, nessuna traccia dei dinamitardi, che in cinque attentati hanno ucciso una persona e ferite altre 36 - Panico nel Paese, telefonate anonime dal corris pondente Bonn, lunedì mattina. La taglia offerta dal ministero dell'Interno per la cattura dei terroristi che la settimana scorsa hanno compiuto cinque attentati (a Francoforte, con un morto e 13 feriti, ad Augusta, con 5 feriti, a Monaco, nessun ferito ma 60 automobili distrutte, a Karlsruhe, una donna ferita, ad Amburgo, 17 feriti) è stata raddoppiata e portata a 200 mila marchi, circa 37 milioni di lire. Nonostante l'entità della somma, la più alta che sia mai stata messa a disposizione in Germania per informazioni su criminali, fino a ieri sera non era stata ricevuta alcuna segnalazione di una qualche utilità. I telefoni squillano invece quasi senza interruzione per segnalare nuovi attentati in case editrici, stazioni ferroviarie, stadi, teatri, cinematografi, -- ospedali, grandi. magazzini, palazzi di giustizia, perfino in casèrme e in commissariati di' poliziaf. Si tratta di falsi allarmi. Ma il panico, che è uno degli obiettivi della « guerriglia di città» dei tupamaros tedeschi si sta diffondendo nel Paese. Ovunque esista un presunto «obiettivo » degli anarchici, la polizia armata è pronta a intervenire. A Bonn, per esempio, il « Pressehaus » (il centro stampa dove lavorano centinaia di giornalisti tedeschi e stranieri) è chiuso, entra ed esce soltanto chi ha le chiavi. Sulle strade di accesso gli agenti fermano le vetture con a bordo persone giovani, controllano documenti e bagagliai, particolarmente sospetti sono cartoni óonterieintt vino e birroS 'ìlifatti, in quasi tutti gli attentati dei giorni scorsi le bombe (tubi d'acciaio del diametro di 16 centimetri e lunghi 19 centimetri, collegati con un ordigno a orologeria) sono state trasportate in cartoni per bottiglie. La casa editrice di Axel Springer ad Amburgo — dove sono esplose due bombe e altre tre hanno fatto cilecca—è tuttora circondata e presidiata dalla polizia. Si temono nuovi attentati, anche perché i due domenicali dell'editore, la Bild am sonntag e la Welt arn sonntag, hanno pubblicato ieri nuovi violenti attacchi contro i terroristi, che essi identificano con il gru^po^-'degli ex giornalisti Andreas, Baader e Ulr'ikeyMeinhòf (abbreviazione « Gruppo BM »). Non è la prima volta che giornali di Axel Springer fanno affermazioni del genere, che poi vengono parzialmente confermate. E' risultato per esempio, durante un processo contro un gregario del « Gruppo BM », Horst Ruhland, che gli anarchici hanno goduto — almeno fino aU'anno scorso — dell'appoggio di professori universitari, giornalisti, scrittori, perfino di alcuni sacerdoti. Dopo gli attentati dei giorni scorsi, si ritiene al ministero degli Interni di Bonn che la solidarietà verso gli anarchici sia diminuita. Il ministro degli Interni Genscher spera che qualcuno comincerà a distanziarsi. Un suo portavoce ha. d'altro canto, espresso la speranza che la stampa di Springer attenui i propri toni, i quali hanno indubbiamente indotto gli attentatori a prendere di mira la centrale di Amburgo. La lotta tra i « tupamaros » e Axel Springer cominciò cinque anni fa, durante la visita in Germania dello Scià di Persia. Vi furono dimo strazioni di studenti, a Bonn e a Berlino (dove un ragazzo fu ucciso con un colpo alla nuca da un poliziotto), i quotidiani dell'editore eccitarono i propri lettori contro ì dimostranti, chiesero che le manifestazioni venissero vietate. L'avvocato Horst Mahler, di sinistra (che aveva difeso uno dei figli di Willy Brandt accusato di violenze stradali) l'ideologo della sinistra studentesca Rudi Dutschke furono bollati come « sovversivi », la destra fu incoraggiata. i Era al governo allora il de-, 'mocristiano Kurt Georg Kiesinger, gli studenti scendevano in piazza quasi ogni giorno, mentre il partito neonazista di Adolf Von Thadden guadagnava trionfalmente voti e seggi in ogni elezione regionale e comunale. Poi venne l'attentato contro Rudi Dutschke, il giovedì santo del 1968, sul Kurfuerstendamm di Berlino. Josef Bachmann, l'attentatore, un ex panettiere che poi si uccise in carcere, si era nutrito leggendo Hitler e la Bild. Ammise che da queste letture era stato eccitato ad assassinare Rudi Dutschke (che si salvò miracolosamente, benché colpito da due pallottole al capo). Alla fine del 1969, divenne Cancelliere il socialdemocratico Willy Brandt: per la maggior parte della sinistra studentesca venne a mancare l'obiettivo contro cui lottare, l'opposizione extraparlamentare si dissolse. Rimase soltanto il gruppo di Andreas Baader e Ulrike Meinhof. che si era messo automaticamente fuori legge con una sparatoria per la liberazione di uno di loro, VII maggio del 1970. Furono denunciati, fuggirono. Fu l'inizio della «guerriglia di città», il principio di una escalation di assassina e di attentati, di rapine e ferimenti, di cacce all'uomo. La guerriglia dura ormai da due anni, gli ultimi episodi sono stati le bombe, il morto e i feriti della scorsa settimana. I giornali di Springer, dal canto loro, hanno contribuito a questa escalation della violenza, con il loro quasi quotidiano stillicidio di informazioni, una sottile campagna di eccitazione all'odio. Tito Sansa ntgsshtHdid Bonn. L'editore Axcl Springer con la moglie (Tel.)»